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La televisione ha fatto Blip

È l’evento mediatico americano dell’ultimo anno. E i numeri la dicono lunga: 96 milioni di video cliccati al mese da circa 28 milioni di persone. Stiamo parlando di Blip.tvnetwork televisivo on-line guidato dall’americana Dina Kapland, nato 5 anni fa per risolvere i problemi di un piccolo gruppo di video blogger e diventato già un nuovo modo fare televisione: autori semi professionisti realizzano show o serie a puntate, e poi li mettono in rete. Ma perché Blip.tv piace così tanto? «Funzionano i temi che sanno intuire ciò che più ama, in quel momento, la gente» spiega Dina. «Ad esempio gli americani ora vanno matti per la cultura pop degli anni Ottanta. E su Blip spopola Nostalgia Critic che racconta proprio quel periodo». Secondo le ultime rilevazioni, è seguito da oltre 600 mila spettatori a settimana. Le serie con più fan sono quelle che hanno la possibilità di essere viste e commentate anche su Facebook e Twitter.


Non stupisce, in tempi di social network dipendenza. Anche la durata media degli episodi regala una sorpresa. «Nell’ultimo anno si è passati da quattro minuti a quattordici (la televisione si aggira su un valore medio di ventidue)», chiarisce la Kaplan. «Il fatto ha quasi dell’incredibile. Vuol dire che la gente inizia a guardare i video sul web con una soglia di attenzione degno della tv tradizionale». Anche l’orario massimo d’ascolto è cambiato. Dalla pausa pranzo, al prime-time. Il che significa che il web inizia a competere seriemente con la tv. E i guadagni? «Da noi si fa fifty/fifty tra autore e piattaforma. Alcuni degli show di maggior successo arrivano a guadagnare centotrentasettemila dollari in tre mesi con una programmazione di 2/3 volte a settimana». La tv è morta, viva il web? Affatto. Il 2011 sarà ricco di sorprese. Basta saper aspettare.

Dina Kapland, 35 anni è stata uno degli ospiti di punta delle prima Social Media Week italiana. Il prossimo appuntamento sarà a Roma, dal 7 all’11 febbraio

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