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La svolta "autoritaria" di Grillo?

La logica che sta dietro l'operazione alleanza con Farage o con i Verdi, è evidente: aumentare la forza d'urto contro la burocrazia UE, il potere della finanza, l'egemonia tedesca e avere la possibilità di recitare un ruolo nel Parlamento europeo. Ma il perseguimento di questi obiettivi mette in discussione la natura antisistemica e i principi di fondo del movimento: niente alleanze, la trasparenza, il superamento ideologico di destra e sinistra.

Questi problemi, e tutto ciò che comporta l’ingresso nel Parlamento europeo, erano ben noti ai vertici del M5S e non dovevano essere celati alla rete che, ben prima delle elezioni, doveva essere chiamata a decidere se la lotta allo strapotere della finanza giustificava la rinuncia ai principi di fondo del movimento e il sacrificio della sua natura antisistemica. Ma ciò non è stato, la rete non è stata informata, la rete non ha deciso.

E questo è un primo errore.

Farage sì, Farage no, Verdi sì, Verdi no. Il problema per il M5S non è la scelta dell’alleato ma decidere se confermare o rinnegare il principio “niente alleanza” , che è la pietra d’angolo su cui si regge l’impalcatura politica del movimento. 

“Niente alleanza” è una regola che non ammette eccezioni giacchè determina un rapporto equidistante del movimento rispetto a tutte le altre forze politiche. Viceversa l’alleanza scardina l'equidistanza, favorisce l’alleato prescelto a danno dell’escluso e così connota il movimento di colore politico, di destra o di sinistra a seconda della natura politica dell'alleato.

E tutto ciò intacca la natura antisistemica, del movimento.

Ma la scelta degli alleati è successiva e conseguente alla collocazione del movimento nel sistema e alla individuazione dei criteri di scelta degli alleati. Prima si stabilisce se stare nel sistema o fuori del sistema e poi si scelgono gli alleati perché se la scelta è antistemica il problema degli alleati non si pone.

E invece Grillo chiede subito alla rete con chi allearsi. E questo, è un secondo errore.

Ma al metodo segue la sostanza. Quando Grillo invita la rete a scegliere l’alleato dà per scontate decisioni che la rete non ha ancora assunto sul rispetto o la violazione della regola ”niente alleanze” e sui criteri di formazione delle alleanze. Si determina cosi una sotituzione della volontà del leader a quella della rete. Insomma un esproprio della sovranità degli iscritti e dei simpatizzanti, una limitazione delle loro prerogative decisionali.

E questo è un terzo errore.

In conclusione la rete: doveva essere informata sulle implicazioni e problematiche conseguenti all’ingresso del movimento nel Parlamento europeo, e non è stata informata; doveva decidere sul rispetto dei principi di fondo del movimento e sulla sua collocazione fuori o dentro il sistema, sui criteri di scelta degli alleati, e non ha deciso.

A questo punto che Farage, sia di destra, di sinistra o di centro non ha importanza. Importa invece che Grillo ha limitato il potere decisorio della rete e questo, prima che essere di destra o di sinistra, è antidemocratico. 

 

Foto: nerovivo/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.151) 5 giugno 2014 15:52

    Con riferimento al secondo capoverso di questo articolo: NULLA E’ ANCORA DECISO.


    Poco più giù: ALLEANZA significa condividere e appoggiare le decisioni dell’alleato. Collaborare o stringere accordi è un’altra cosa, e dialogare con chi ha idee diverse è più produttivo ed etico che stringerci un’alleanza. Non è difficile da capire. NO ad alleanze che comportino mercimonio dei propri ideali; SI a collaborazioni per fare fronte comune su singoli obiettivi specifici. 

    Poco più giù: "prima si sceglie se stare o no fuori dal sistema, e poi si scelgono gli alleati". C’è un po’ di confusione. Il "sistema politico" italiano è una cosa; il "sistema politico" europeo è un’altra cosa; il "sistema partitico" è un’altra cosa ancora. Il termine è troppo generico. Il M5S non è mai stato fuori dal "sistema politico italiano", e non sarà fuori dal "sistema politico europeo". E’ fuori dal "sistema dei partiti", dal "sistema della casta", dal "sistema del malaffare". Ha sempre detto che avrebbe appoggiato qualsiasi cosa condivisibile, e vorrebbe che venissero appoggiate le sue proposte quando giudicate condivisibili. Questa è la strada percorribile con il gruppo europeo (gruppo EFD, non PARTITO UKIP), dove c’è libertà di voto su qualsiasi tema.

    Infine, Grillo ha rendicontato gli incontri e lettere intercorsi con EFD-UKIP e con i Verdi. Ha difeso Farage dall’attacco mediatico a cui è stato sottoposto. NON HA FATTO NESSUNA ALLEANZA.

    La vogliamo finire di raccontare menzogne? Vogliamo attenerci ai fatti invece che alle dicerie? Vogliamo finirla di sapere tutti che cosa dovrebbero fare i grillini e dove sbagliano e dove hanno sbagliato E DOVE SBAGLIERANNO?

    Infine: quando le esplorazioni saranno terminate, finalmente ci sarà un’interpellanza in rete. E a quel punto, la rete tornerà a essere quel luogo pieno di pochi cretini, impreparati, quel luogo inadatto ad esercitare la democrazia, quel luogo che Renzi e Berlusconi sono legittimati a stilare listini elettorali in piena autonomia personale, e a scrivere leggi elettorali, ma la rete no.

    La cattiva lavandaia non trova mai il posto adatto per lavare.

    Saluti,
    Gottardo

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