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La spartizione

 

Chi l’avrebbe detto a metà novembre 2011 che ci saremmo ancora trovati in Italia a parlare di quel piccolo uomo 77enne che gioca a fare lo “statista”? È questo uno dei suoi pochi meriti, oltre a sapersi far bene gli affari propri fingendo di agire per gli affari di tutti, quello di saper far parlare di sé.

In un governo nato male, che sa di spartizione del potere e di restaurazione di esso, propiziato da un altro anziano, abituato al potere anch’egli, sessantennale, che si diceva costretto a firmare le leggi ad personam perché comunque sarebbero state ripresentate, rivediamo il finto statista spartire incarichi di governo e sottogoverno a gente che non ha altro valore se non quello di averlo difeso “pancia a terra”. Queste sono parole apparse su un tweet della Biancofiore. Che senso ha che a costei, inadatta alla delega delle pari opportunità, venga data quella sulla pubblica amministrazione? È improvvisamente adatta a quest’altro incarico? E di quali virtù sarebbe portatrice? Ciò dimostra quanta poca affidabilità hanno queste attribuzioni di competenze. E che know-how avrebbe un Micciché, se non quello di essere amico dell’amico? E di quali grandi meriti si è coperto Catricalà, oltre a quello di aver difeso le “comunicazioni” del capo?

Lo “statista” somministra incarichi a spese di tutti noi, è evidente che ripaga i suoi cortigiani a mezzo di regali di cui si fa bello con soldi altrui. Battiato fu fatto dimettere perché citò chiaro il termine di “troie”, riferendosi indifferentemente a maschi e femmine prezzolati: noi italiani “perbene” ci scandalizziamo per un linguaggio esplicito ma fiorito e non dovremmo scandalizzarci per i fatti di spartizione che si stanno compiendo?

Si avrebbe il coraggio di chiamare questo governo di “larghe intese”, ma è piuttosto una larga appropriazione di incarichi pubblici, con qualche foglia di fico ad abbellirlo, come la Idem, la Bonino, Saccomanni, la signora Kyenge, ma con altrettante diffuse incompetenze e traffici, di destra e di sinistra (Fassina, di economia, quanta ne domina?). È possibile chiamarlo “puttanaio”?

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