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 Home page > Tribuna Libera > La sai l’ultima sui populisti?

La sai l’ultima sui populisti?

Non so a voi, ma a me, parlando con persone di ogni classe sociale, non è mai capitato di ascoltare argomentazioni sul “populismo”, mentre è presente a ogni piè sospinto nelle pappagallesche e omologhe esternazioni di politicanti e giornalisti, significando così la lontananza abissale tra chi è chiuso nel Palazzo o nelle redazioni e il linguaggio del popolo reale.

Nel dizionario della lingua italiana si definisce populismo “un atteggiamento o movimento politico tendente ad esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari”, ben diverso dal significato dispregiativo con cui viene usato da nostri rappresentanti politici e pennivendoli, rivelatore di una intima convinzione che il popolo vada tenuto il più lontano possibile dalle informazioni più importanti e che la politica deve essere fatta da professionisti e quindi inaccessibile alle classi popolari.

Destra e sinistra, dalla fondazione della Repubblica sino ad oggi, hanno adottato lo stesso metodo per costituire i loro gruppi dirigenti, fatti di nominati, amici degli amici, capi bastone, mafiosi con grandi pacchetti di voti, capi delle cooperative e sindacali, e tutto in nome del popolo e della democrazia. Dare del “populista” al Movimento 5 stelle, a reti ed edicole unificate, non solo dimostra che questa organizzazione è diversa da tutta la vecchia politica, ma è un clamoroso autogol perché richiamarsi al popolo non è solo uno slogan, ma si concretizza con un metodo, adottato per la prima volta da una forza politica, in cui ci si iscrive al movimento, si presenta il proprio curriculum, il certificato penale e per essere messi in lista si deve ricevere il voto degli iscritti del territorio di appartenenza.

Chi è più conosciuto in base al lavoro svolto nel proprio collegio “rischia” di essere eletto. Se questo è populismo viva il populismo, ma ho la netta sensazione che la vecchia politica possa essere per sempre messa in soffitta ed è terrorizzata al punto di essere pronta ad ogni inciucio, compreso “renzusconi”, per non scomparire. Paolo De Gregorio

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.43) 18 gennaio 2018 00:28

    Il pericoloso Populismo.

     

    In realtà sia "populismo" che "popolare" sono parole che hanno avuto diversi significati, dall’essere a favore del popolo a dire cose che al popolo piace sentire.

     

    Se uno quelle belle cose le dice ma invece fa i suoi interessi e non quelli del popolo c’è già una parola più appropriata è : "demagogia".

     

    Quando Berlusconi scendeva in politica promettendo un milione di posti di lavoro era indiscutibilmente un demago, come Mussolini, come Peron, come tanti altri politicanti sia di destra che di sinistra, come ormai quasi tutti.

     

    I mass media di regime, italiani e stranieri, si sono inventati loro e stanno imponendo un nuovo significato della parola "populismo". Sarebbero "populisti" tutti quelli che secondo loro usano la demagogia per arrivare anche loro al potere, non essendoci già.

     

    Per i media e gli opinionisti il punto essenziale per essere pericolosi populisti è proprio il fatto di non essere organici al sistema di potere.

     

    Infatti per loro Renzi e Berlusconi possono tranquillamente sparare balle su come sarebbero bravi loro a fare il bene del popolo aumentando i posti di lavoro, aumentando i servizi e abbassando le tasse, senza mai essere etichettati come populisti.

     

    Se però si azzarda a dirlo, o addirittura a volerlo fare, uno che non ne ha la patente, allora quello è un pericoloso populista.

     

    Se uno promette, ottiene consenso, va al potere, non mantiene e si fa gli interessi suoi, per i nostri opinionisti quello è un politico "esperto e intelligente", se invece non è corrotto dal potere, allora è un "incapace".

     

    Questo è il linguaggio dei nostri giornalisti politici.

     

     

     

     

  • Di GeriSteve (---.---.---.43) 18 gennaio 2018 00:31

    Il pericoloso Populismo.

     

    In realtà sia "populismo" che "popolare" sono parole che hanno avuto diversi significati, dall’essere a favore del popolo a dire cose che al popolo piace sentire.

     

    Se uno quelle belle cose le dice ma invece fa i suoi interessi e non quelli del popolo c’è già una parola più appropriata è : "demagogia".

     

    Quando Berlusconi scendeva in politica promettendo un milione di posti di lavoro era indiscutibilmente un demago, come Mussolini, come Peron, come tanti altri politicanti sia di destra che di sinistra, come ormai quasi tutti.

     

    I mass media di regime, italiani e stranieri, si sono inventati loro e stanno imponendo un nuovo significato della parola "populismo". Sarebbero "populisti" tutti quelli che secondo loro usano la demagogia per arrivare anche loro al potere, non essendoci già.

     

    Per i media e gli opinionisti il punto essenziale per essere pericolosi populisti è proprio il fatto di non essere organici al sistema di potere.

     

    Infatti per loro Renzi e Berlusconi possono tranquillamente sparare balle su come sarebbero bravi loro a fare il bene del popolo aumentando i posti di lavoro, aumentando i servizi e abbassando le tasse, senza mai essere etichettati come populisti.

     

    Se però si azzarda a dirlo, o addirittura a volerlo fare, uno che non ne ha la patente, allora quello è un pericoloso populista.

     

    Se uno promette, ottiene consenso, va al potere, non mantiene e si fa gli interessi suoi, per i nostri opinionisti quello è un politico "esperto e intelligente", se invece non è corrotto dal potere, allora è un "incapace".

     

    Questo è il linguaggio dei nostri giornalisti politici.

     

     

     

     

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