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La resistenza della Casta

Quasi tutti concordano nel giudicare che la ventennale vita del berlusconismo sia stata resa possibile da una opposizione inadeguata, divisa, senza un programma, con dirigenti vecchi, rimasti in carica nonostante fossero responsabili di tutta la collezione di sconfitte subite da un inesistente centro-sinistra.

Questo consente a B. persino di affermare che lui se ne andrebbe, ma una alternativa al suo governo non c’è (ed è vero) e resta per senso di responsabilità verso il paese.

In una democrazia normale, con una legge elettorale che consente di mandare in Parlamento persone scelte dai cittadini, questo ventennale immobilismo non ci sarebbe stato. Non è difficile osservare che nei due partiti maggiori, PDL e PD, non esiste una nuova leva di dirigenti, fenomeno impossibile in partiti in cui le segreterie nominano deputati e senatori persone di fiducia, familiari, amanti, amici degli amici.

Le uniche vittorie che hanno riacceso qualche speranza, quelle di Milano, Napoli e la vittoria nei referendum, sono state ottenute dai movimenti, da comitati spontanei, dalla spinta di Di Pietro.

Eppure nei sondaggi recenti sembra che sia il PDL che il PD resistano al discredito e restano i due partiti largamente più forti con circa un 30% a testa.

Mi sento di affermare, con assoluta certezza, che una eventuale vittoria elettorale del PD e dei suoi alleati (ancora indefiniti tra UDC, SEL, IDV) rappresenterebbe una sostanziale continuità in politica economica,nella politica estera,sarebbero confermate le missioni militari, e con gli obblighi di risanare il bilancio è probabile un lungo periodo di tagli alla spesa sociale con la collaborazione dei sindacati venduti e dei preti.

Se vogliamo avere un futuro dobbiamo far crescere una classe politica alternativa, che si dia degli obiettivi limitati, ma capaci di individuare e colpire le basi di questo “sistema”, ormai diventato regime.

I due maggiori partiti italiani oggi godono di potenti supporti che li hanno trasformati in apparati molto solidi, difficilmente attaccabili, con a disposizione molto denaro del finanziamento pubblico ai partiti, con molto denaro pubblico di sostegno ai giornali, con a disposizione la RAI lottizzata,con il monopolio delle TV private di Berlusconi, con l’aiuto del Vaticano che con l’8 per mille e tutte le sue opere si inserisce nella realtà sociale e favorisce sempre la destra e la conservazione.

Chiedere la fine del finanziamento ai partiti, la fine di quello all’editoria, l’abrogazione dell’8 per mille ai preti, l’impossibilità per qualunque soggetto (pubblico o privato) di possedere più di un canale televisivo, il ritorno della RAI lottizzata a servizio pubblico (senza pubblicità, con il direttore generale, con ogni potere, eletto dai cittadini che pagano il canone), sono obiettivi essenziali per passare alla democrazia,dopo che siamo stati per 30 anni sudditi delle oligarchie economiche, politiche, ecclesiali.

Altri strumenti indispensabili alla democrazia e alla partecipazione attiva dei cittadini sono: una nuova legge elettorale, il referendum propositivo, togliere ai referendum abrogativi la mannaia del 50% più uno della partecipazione del corpo elettorale, la regola tassativa della ineleggibilità in tutte le cariche pubbliche dopo due legislature (che è il più forte anticorpo contro Caste, professionisti a vita della politica, cricche) per un costante rinnovamento dei rappresentanti del popolo.

Questa che agli occhi dei più sembrerebbe una rivoluzione o una dichiarazione di guerra, non è altro che il passaggio dalla dittatura dei poteri forti (mafie comprese), alla democrazia vera, aperta e partecipata

Chiunque fosse in grado di chiedere agli italiani un consenso su questo programma di “ingresso in democrazia” potrebbe contare sul consenso di quel 57% di persone perbene che sono andate a votare nell’ultimo referendum e si innescherebbe una rivoluzione culturale virtuosa capace di cambiare in profondità il nostro paese, la nostra classe dirigente e il nostro modo di pensare.

Se continueremo a votare per una sinistra che non esiste o per l’uomo della provvidenza i problemi non saranno mai risolti e ci ritroveremo con i Berlusconi e i D’Alemoni di turno.

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