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La primavera di Al-Qaeda (e l’ascesa dell’Arabia Saudita)

“Al-Qaeda conquista le città di Falluja e Ramadi”. Kerry: “Non torneremo, questa è una lora guerra”.

Quando ho letto queste frasi mi sono fermato un po’ a riflettere, perché il fatto che guerriglieri legati all’organizzazione terrorista Al-Qaeda, responsabile ufficiale degli attentati dell’11 settembre, avessero conquistato due città irachene senza che l’America muovesse un dito per impedirlo, ha veramente dell’incredibile. Quindi ho pensato che sia necessario fare un po’ di chiarezza sulle cruente vicende degli ultimi giorni e sopratutto su quest’organizzazione che i media definiscono Al-Qaeda con un po’ troppa leggerezza.

Cos’è adesso Al-Qaeda? L’organizzazione terroristica fondata da Osama Bin Laden per combattere l’invasione sovietica dell’Afghanistan e poi per scatenare il terrorismo in tutto il mondo “infedele”, ora è guidata dal braccio destro di Osama, Al-Zawahiri. C’è però da dire che rispetto al passato ora Al-Qaeda è più una matrice ideologica a cui legarsi piuttosto che una vera e propria organizzazione unita. Ora il nostro scopo è fare chiarezza su tutti questi gruppi combattenti legati ad Al-Qaeda dato che negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria escalation di attacchi qaedisti in tutto il mondo arabo e in molti paesi africani.

Ma prima di fare chiarezza vogliamo ipotizzare uno scenario. Moltissime fonti sostengono che siano l’Arabia Saudita e il suo capo dell’intelligence, lo sceicco Bandar Bin Sultan, a sostenere le organizzazioni qaediste e i vari movimenti estremisti salafiti nel mondo islamico. Detto questo sappiamo che, recentemente, con l’abdicazione dell’emiro del Qatar, il piccolo paese del Golfo ha gradualmente desistito dal contrapporsi al più grande vicino saudita, sostenendo i partiti islamici come la Fratellanza Musulmana; ed ora le monarchie del Golfo stanno procedendo nella creazione di un’unica forza militare e probabilmente anche di un‘unione politica e monetaria. Questo fatto mi ricorda qualcosa, e più precisamente l’Unione Europea. Nel nostro articolo La Lunga marcia dell’Eurocrazia ipotizzavamo il lungo percorso intrapreso dagli eurocrati per poter formare un unico stato europeo.

Allo stesso modo, per gli estremisti sauditi, il sogno di un Islam unificato in un grande califfato sicuramente sfiora le loro menti e possiamo azzardare un’ipotesi. Le monarchie del Golfo si uniscono in un’ unica entità politica ricca e stabile, che fa da baricentro di questa grande unità islamica, un po’ come la Germania è il baricentro dell’Unione Europea mentre gli altri paesi perdono la sovranità nazionale attraverso la crisi economica e debitoria. Invece nel mondo islamico, le monarchie del Golfo rimangono stabili e finanziano i vari cambiamenti violenti di regime nel mondo islamico.

Ovviamente non è un percorso lineare ma è un un cubo di Rubik, dove per giungere al risultato finale si devono spostare molte volte i vari tasselli. Ma la tattica sembra questa: prima si crea instabilità cercando di far rivoltare tutte le forze di opposizione e poi gli estremisti sfruttano il caos così creato per potersi insediare e per espandere le loro posizioni.

Fatta questa ipotesi ora andiamo a parlare delle varie ramificazione qaediste.

AQMI_logo

AQIM, AL-QAEDA PER IL MAGHREB ISLAMICO

OBIETTIVI: rovesciare i governi di Marocco, Algeria, Tunisia, Mauritania, Mali per instaurare l’emirato del Maghreb Islamico con regime basato sulla Sharia, attaccare la potenza coloniale rappresentata dalla Francia e riconquistare la penisola iberica.

PRESENZA ATTUALE: Nord del Mali, Algeria, Tunisia, Marocco.

 

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AL-MOURABITON

OBIETTIVI: ala scissionista dell’AQIM, nata dalla fusione della brigata al-Mulathameen e del Movimento per l’Unita e la Jihad nell’Africa Occidentale (MUJAO). Il suo obiettivo è unire gli islamici dall’Africa Occidentale al Mar Rosso.

PRESENZA ATTUALE: Mali, Niger, Sud della Libia.

 

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ANSARU, AVANGUARDIA PER LA DIFESA DEI MUSULMANI NELLE TERRE NERE

OBIETTIVI: rovesciare il governo nigeriano per instaurare la Sharia.

PRESENZA ATTUALE: Centro-Nord della Nigeria.

 

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BOKO HARAM, CONGREGAZIONE DEL POPOLO DELLA TRADIZIONE PER IL PROSELITISMO E LA JIHAD

OBIETTIVI: instaurare la Sharia nelle aree sotto il suo controllo.

PRESENZA ATTUALE: Nord della Nigeria, Camerun, Ciad, Niger.

 

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ANSAR AL SHARIA

OBIETTIVI: diretta emanazione di Al-Qaeda, il suo obiettivo è rovesciare i governi locali per poter imporre la Sharia.

PRESENZA ATTUALE: Mauritania, Marocco, Tunisia, Libia, Mali, Egitto, Yemen.

 

 

ShababLogo

AL-SHABAAB, MOVIMENTO DI IMPEGNO GIOVANILE

OBIETTIVI: vincere la guerra civile in Somalia e instaurare la Sharia.

PRESENZA ATTUALE: Somalia, Eritrea, Etiopia, Kenya.

 

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STATO ISLAMICO DELL’IRAQ E DEL LEVANTE

OBIETTIVI: costituire un emirato islamico comprendente Iraq e Siria, imporre la Sharia nei territori controllati.

PRESENZA ATTUALE: Iraq, Siria, Libano.

 

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EMIRATO DEL CAUCASO

OBIETTIVI: costituire un emirato islamico nel Caucaso comprendente i territori russi della Cecenia, del Daghestan, dell’Inguscezia, dell’Ossezia, Circassia ed espandibile all’Azerbaijan e all’Abkhazia.

PRESENZA ATTUALE: Caucaso del Nord.

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TALEBANI

OBIETTIVI: rovesciare il governo dell’Afghanistan e ritornare al potere e restaurare la Sharia.

PRESENZA ATTUALE: Afghanistan, Pakistan.

 

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EMIRATO ISLAMICO DEL WAZIRISTAN

OBIETTIVI: mantenere il controllo del Waziristan, offrire rifugio ai talebani afghani e pakistani e ai gruppi qaedisti. Rovesciare il governo pakistano.

PRESENZA ATTUALE: Pakistan, Waziristan.

 

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MOVIMENTO ISLAMICO DELL’UZBEKISTAN

OBIETTIVI: instaurare l’emirato islamico del Turkestan comprendente Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan. Rovesciare il governo del Pakistan.

PRESENZA ATTUALE: Afghanistan, Waziristan.

 

 

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PARTITO ISLAMICO DEL TURKESTAN

OBIETTIVI: creare uno stato islamico in Xinjiang, Cina occidentale.

PRESENZA ATTUALE: Afghanistan, Waziristan, Xinjiang.

 

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ABU SAYYAF

OBIETTIVI: principalmente creare uno stato islamico nel sud delle Filippine, generalmente istituire un emirato islamico nel sud-est asiatico comprendente sud delle Filippine, Indonesia, Malesia e parte della Thailandia, della Birmania e della Cambogia.

PRESENZA ATTUALE: Filippine.

 

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JEMAAH ISLAMIYAH

OBIETTIVI: creazione di un califfato islamico nel sud-est asiatico.

PRESENZA ATTUALE: Indonesia, Thailandia, Singapore, Malesia e Filippine.

Ecco questi sono i gruppi principali qaedisti presenti sul pianeta, oltre ovviamente alle cellule direttamente controllate da Al-Qaeda. Negli ultimi mesi i guerriglieri islamici hanno portato la guerra in Mali, in Nigeria e anche nella Repubblica Centrafricana dove gli islamici sono una minoranza. Inoltre la Russia è stata colpita da due attentati e in Siria, Iraq e Yemen i qaedisti controllano direttamente alcune zone di questi paesi. Sono quindi da monitorare le situazioni politiche dei vari paesi islamici. La nostra ipotesi è che i paesi del Golfo, principalmente i sauditi, vogliano aumentare sempre più il sostegno a queste organizzazioni per formare veri e propri emirati islamici guidati da partiti salafiti.

In Egitto, dopo la destituzione di Morsi, i salafiti estremisti sono una delle principali forze politiche e non è da escludersi un loro successo alle prossime elezioni dopo il bando della Fratellanza Musulmana. In Libia i qaedisti di Ansar al Sharia stanno guadagnando terreno sfruttando i separatismi locali e gli scontri tribali. In Tunisia la situazione è simile. In Mali le diverse organizzazioni islamiche stanno aspettando che i francesi si ritirino per tornare all’offensiva ed hanno annunciato anche nuove azioni in Marocco, Algeria e Mauritania. In Marocco si segnala anche un importante partito salafita che ha boicottato le elezioni. In Iraq i qaedisti hanno ottenuto importati risultati e controllano parti di territorio. In Siria risultano in difficoltà dato i recenti scontri con gli altri gruppi di guerriglieri. Sono stati annunciati attentati in Turchia. Nell’Afghanistan governato da Karzai, dove è previsto il ritiro americano, si rischia il ripetersi dello scenario iracheno con una controffensiva dei Talebani. Si segnala anche il forte rischio di attentati contro la Russia in vista delle Olimpiadi invernali e le infiltrazioni terroristiche tra le minoranze islamiche in Francia, nel Regno Unito e nei paesi scandinavi. Anche nel Kosovo i servizi di intelligence denunciano un’infiltrazione di elementi fondamentalisti.

Questo è il quadro complessivo. Da come è iniziato quest’anno, la Primavera che sta arrivando potrebbe essere la primavera della grande rinascita di Al-Qaeda e del fondamentalismo salafita, dopo le difficoltà dell’islamismo moderato della Fratellanza Musulmana e di Erdogan in Turchia.

È interessante notare come gli Stati Uniti abbiano scelto di non interferire contro le recenti vittorie di Al-Qaeda. Questo può suggerire che gli USA potrebbero aver scelto di non interessarsi più al Medio Oriente, per occuparsi principalmente nel contenimento della Cina in Estremo Oriente. La creazione di una grande area islamica filo-saudita ed estremista potrebbe servire agli USA per creare un potente avversario, foraggiato e guidato dalle monarchie del Golfo, che possa affrontare al posto degli USA la Russia (come già fatto all’epoca dell’invasione sovietica dell’Afghanistan ma su più larga scala) e aprire un fronte ovest contro la Cina che si potrebbe trovare a breve con la guerriglia qaedista dentro le sue terre, soprattutto dopo un’eventuale nuova caduta dell’Afghanistan nelle mani dei Talebani. Il casus belli di un’eventuale guerra tra i sauditi e i suoi alleati qaedisti contro la Russia potrebbe essere un eventuale intervento dei paesi del Golfo in Siria o un incidente con l’Iran, entrambi paesi sciiti avversi ai sunniti sauditi ed entrambi alleati della Russia.

In questa intrecciata situazione sarà inoltre interessante la posizione europea che è nemica dei fondamentalisti in Africa attraverso la Francia, è amica dei paesi del Golfo per la sua dipendenza dal petrolio, è nemica della Siria di Assad, è nemica della Russia di Putin ma dipendente dal suo gas.
Concludendo possiamo dire che ci aspettiamo nuovi successi da parte dei movimenti salafiti e un’aggressività sempre maggiore da parte di Al-Qaeda in Africa e in Medio Oriente.

 

Foto: Wikimedia

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