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 Home page > Tempo Libero > Recensioni > La poesia salverà il mondo? Questione di corrispondenze

La poesia salverà il mondo? Questione di corrispondenze

Questo credeva fermamente Whitman quando esaltava l’avventurosa penetrazione dell’arte nei misteri dell’esistenza umana attraverso l’analogia con l’ignoto e l’affascinante esplorazione del mondo subacqueo[1].

Ogni giorno nella nostra vita lavorativa e privata ci confrontiamo con la necessità di essere sempre connessi (il fenomeno dell’alwayson) e riceviamo quantità esponenziali di informazioni. I percorsi informativi sono sempre più individuali, autonomi, personalizzati. Gli specialisti definiscono il sovraccarico di dati cui siamo esposti con il termine “infoglut”, a significare il rigetto della sovrabbondanza di informazioni. A questo aggiungiamo il crescente estraniamento dal contatto fisico e oculare. Oggi non è inusuale sapere di un addio tra fidanzati o di un licenziamento con un laconico messaggio.

L’abbattimento delle barriere spazio-temporali garantito dalla rete e l’accesso a una molteplicità di fonti informative “on one’s fingertip” (sulla punta del dito indice con un click), ci ha dato la magia di una immensa Biblioteca aperta a tutte le ore ma ci ha precipitato in un mondo dematerializzato, pieno di insidie. Inoltre, il manicheismo imperante nei social impedisce un confronto dialettico e costruttivo, così come un’argomentazione complessa. Si rifugge sempre di più dall’elaborazione per privilegiare la semplificazione. Le parole cedono il passo alle immagini che si susseguono rapidamente, come gli scatti su Instagram e i video su Tictoc.

Tuttavia, possiamo sostenere che, se da una parte la diffusione delle informazioni, appiattite dagli algoritmi e strettamente connesse all’impulso, ci spinge alla voracità delle emozioni, dall’altra dovremmo riscoprire il mondo della narrazione, con la sua lentezza, la capacità di mettere in relazione persone e fatti, fino ad accompagnare all’elaborazione. La narrazione così intesa permette di evocare immagini e servirsi dei sensi attraverso le metafore, l’allegoria e l’analogia per guardare oltre, uscire da noi stessi, scoprire sempre l’altro e l’altrove. 

Così la scrittura e l’arte in generale si rivelano essere uno strumento straordinario per esprimere l’indicibile, ciò che è troppo doloroso, censurato o rimosso. Per questo il poeta tedesco Rilke considerava la poesia uno “svelamento” e l’intuizione il mezzo per arrivare alla verità.

Allora possiamo intendere le Corrispondenze quelle connessioni che cogliamo tra i profumi e i colori, come suggeriva Baudelaire attraverso analogie e sinestesie osservando la natura. Corrispondenze sono i sentimenti che si rispecchiano tra l’autore e il lettore, i riconoscimenti che si presentano con i contenuti quando riescono a toccare la nostra interiorità. 

Il focus sta nella distinzione tra emozioni e sentimenti. Se le prime sono additive, prive di significanza, trascendenza e arrivano al lettore in modo fugace, toccando il cuore, i secondi sono oggetto di un processo, di una elaborazione riflessiva, dunque squisitamente narrativi. La narrazione offre voce ai sentimenti, permette l’accesso alla dimensione dialogica e del confronto. E proprio dall’ascolto generato dalla narrazione possono scaturire sentimenti incisivi, atti a determinare un cambiamento nel lettore, come la simpatia, l’empatia, la compassione.

 

"Corrispondenze" - Raccolta di poesie di Patrizia Gradito e Nicola Viceconti, Ed. Rapsodia, Roma, 2023

 

[1] “La poesia salverà il mondo” è il titolo in italiano della poesia “The World Below the Brine” dalla raccolta “Foglie d’erba” (1855) descrive uno scenario oceanico sottomarino.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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