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 Home page > Tribuna Libera > La nostra disperazione per i miliardari sconfitti

La nostra disperazione per i miliardari sconfitti

Ieri sera, in pizzeria, dall’uno a zero della Spagna, i telefoni, che fino a qualche secondo prima stavano per esplodere, si sono improvvisamente ammutoliti. Il quartiere è sprofondato in un silenzio quasi sepolcrale. Le porte d’ingresso si aprono su...

Il quartiere è sprofondato in un silenzio quasi sepolcrale.

Le porte d’ingresso si aprono su facce che ritirano la pizza soltanto perché ormai l’hanno ordinata, se ti lasciano la mancia è perché non hanno neanche voglia di chiedertelo, il resto, ti allungano i soldi in mano in silenzio, gli occhi incollati al televisore, roba che facce così neanche davanti ai filmati di Genova 2001.
Osservo quelle espressioni e mi chiedo che razza di gentaglia siam diventati, tutti quanti.


Come ci siamo arrivati, ad essere quel che siamo?

Siamo con le pezze al culo, chi più chi meno, impegnati in una continua lotta per la sopravvivenza in un paese abbrutito, ammutolito, servo della violenza del potere oltre ogni umana soglia di tolleranza, governati da un’accolita di criminali senza scrupolo né anima che stan facendo carne di porco del popolino, proprio come accadeva nel Medioevo, e soffriamo e smadonniamo per un gruppetto di ragazzotti miliardari che quando torneranno a casa, sbarcati dal loro bel Jet privato, torneranno mesti, nelle loro Ferrari nuove di pacco, alle loro ville nelle quali, casa dolce casa, tra una pista di coca e un bicchiere di champagne dovranno affrontare la dura prova di superare il dolore della sconfitta.
Non so come dire.

Avete presente “Giochi di morte”? Quello con Rutger Hauer? 1989.

Vedetelo, poi mi dite.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.117) 2 luglio 2012 18:25

    beh forse avete ragione ma il sito di questa pagina fa schifo quanto l’italia , continue pubblicità che fatichi 5 minuti per levartele , non site meglio di loro....

  • Di (---.---.---.207) 2 luglio 2012 19:27

    I soliti ragli degli asini incapaci di comprendere come sul terreno semplice di una partita di calcio possa esprimersi il senso di identità nazionale, fenomeno non italiano ma universale.

    In ogni caso i ricchi calciatori non rubano niente a nessuno, sono uomini di spettacolo che offrono uno spettacolo che non sei obbligato ad acquistare. A differenza di tante altre categorie di ricchi veri e propri ladroni.

  • Di (---.---.---.2) 2 luglio 2012 19:49

    è bello che si metta in mezzo il "senso di identità nazionale" per difendere a oltranza il calcio ma il punto è proprio questo, secondo me, il significato dell’ articolo.

    Perché l’ identità nazionale deve esprimersi per forza sul "terreno semplice di una partita di calcio" e non su terreni "difficili" come l’ integrazione, la crisi economica, la mancanza di lavoro, una classe politica senza più pudore.
    La verità da leggere tra i "ragli" è che abbiamo mille problemi per cui meriteremmo di abbassare lo sguardo e piangere dalla rabbia e dalla frustrazione e mille altri per cui dovremmo costruire un futuro migliore sulla base dell’ identità nazionale.
    Ma forse ci piace solo ragliare e mangiare carote...o forse gli asini siete voi, sempre a camminare in tondo inseguendo una carota e destinati a non cambiare mai nulla.

    HI-HO
    • Di (---.---.---.207) 2 luglio 2012 20:54

      Ritiro l’offesa, mi scuso e provo a discutere serenamente su questo argomento . Quello delle cose più importanti e serie è un ritornello che si ascolta ad ogni mondiale o coppa europa, ma possibile che non si riesca ad accettare come un fatto di per se positivo che un popolo dalla debole identità nazionale esprima il senso della sua appartenenza anche (e non solo) sul terreno del calcio? cosa ci sarebbe di male in questa manifestazione di identità?

      Perché ci si rifiuta di accettare l’universalità di questo fenomeno? è talmente evidente che non c’è alcun bisogno di dimostrarlo.

      Auspicarsi poi che questa identità si esprima anche in altri campi - più seri - è condivisibile, ma bisogna prima porsi le domande opportune sul perché questo non avviene o avviene in maniera insufficiente.

      Così ad esempio perché non ci si accalora per risolvere un problema diventato ormai decisivo per il destino dell’Italia, la corruzione dilagante nella pubblica amministrazione (di politici, dipendenti pubblici, imprenditori, mafiosi e massoni)? Cambiano gli uomini, cambiano i partiti,cambiano i regimi politici, ma questo fenomeno dilagante resta sempre, si riproduce in continuazione e fa della nostra Italia uno dei paesi più corrotti d’Europa sin dall’ottocento.

      La risposta può essere semplice e disarmante, ma terribilmente complessa sul piano della genesi storica, il ceto politico italiano TUTTO (ivi inclusi i nuovi che si presentano come i radicali rinnovatori della politica) non ha (e non ha mai avuto) alcuna voglia di risolvere un problema che lo danneggerebbe in maniera sostanziale.

      E se i politici si rifiutano (la destra apertamente, la sinistra surrettiziamente) di risolvere il problema, allora chi dovrebbe farlo? la Confindustria? i sindacati ? per carità! chi altro c’è? i dirigenti della pubblica amministrazione? ma quelli ci campano! la massoneria o le mafie?

      Allora per chi dovrebbero entusiasmarsi gli italiani? per Grillo? Dio ce ne scampi e liberi, dalla padella nella brace, oltretutto sulla questione non sa andare oltre un generico giustizialismo (come Di Pietro)?

      Si può continuare su tanti altri temi, ma fermiamoci quà!

      Per quanto mi riguarda, aspettando il disastro prossimo venturo, mi lascio andare a qualche piccola soddisfazione, quando vinciamo.

  • Di (---.---.---.2) 2 luglio 2012 19:51

    e asino anche io che per la fretta scrivo male...

  • Di (---.---.---.14) 2 luglio 2012 20:21

    bel pacco di retorica! alla fine è sempre la solita menata, noi miserandi e ignoranti e loro ricchi e famosi... signor Alfonso ha proprio ragione dovremmo restare tutti con il muso lungo e lo sguardo a terra a pensare per tutto il tempo a quanto siamo triturati e sfortunati, a quanto siamo tartassati senza poterci concedere un momento di svago, di distrazione, senza poterci permettere di gioire di qualcosa che per quanto effimero e transitorio, comunque ci avrebbe fatto sorridere. Ritengo che questo articolo sia una forzatura e per come lo interpreto porti un messaggio sostanzialmente oppressivo secondo cui agli oppressi non dovrebbe essere concesso nessun sollievo e su questo non sono d’accordo. Corre il rischio essere Lei troppo medievale nei confronti della vulgata...


  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.155) 3 luglio 2012 00:16
    Damiano Mazzotti

    Molte società di calcio hanno dei bilanci ancora più fasulli di quelli di molte delle peggiori banche. C’è chi non ha ancora pagato i contributi allo Stato.

    Ad esempio la Fiorentina e il Bologna hanno pagato per delle piccolezze e la Lazio e la Roma che sono protette dalla politica non hanno mai pagato dazio e vanno avanti coi loro debiti e con i loro giochetti. Il calcio è diventato un mondo senza giustizia come gran parte della Repubblica dei Palloni Gonfiati. E questo senza tirare in ballo il calcio scommesse.

    E quando arriverà il 4 a 0 finanziario imposto ai cittadini italiani, cosa succederà? 

  • Di (---.---.---.145) 3 luglio 2012 14:19

    Il punto non è la menata "noi miserandi e ignoranti loro ricchi e famosi", tantomeno il dover restar lì a "con il muso lungo e lo sguardo a terra a pensare per tutto il tempo a quanto siamo triturati e sfortunati",
    Il punto è: come siamo messi se, nonostante tutto quello che sta accadendo, riusciamo a tirare fuori il senso del collettivo soltanto di fronte ad una partita di calcio?
    Ai tempi dei romani al popolo veniva almeno dato pane et circensem, oggi c’è rimasto soltanto il circo, e mentre noi discettiamo, magari, sul passaggio sbagliato di quello che, a proposito di identità nazionale, dopo la scoppola con la Spagna, tornerà ad essere il "negro di m***a" che era fino a qualche giorno prima degli europei, i criminali che ci governano fanno carne di porco delle nostre vite in tutta comodità.

    • Di (---.---.---.56) 3 luglio 2012 19:04

      ok. Se l’intenzione dell’articolo era quella di esprimere rammarico per il fatto che la coesione nazionale duri il tempo di un campionato calcistico internazionale per poi dissolversi all’alba, allora stiamo parlando di qualcosa di diverso - ma allora la strutturazione argomentativa dell’articolo non è corretta, tanto più che l’interpretazione del senso viene guidata da passaggi in neretto che pongono l’accento su ben altre questioni. 


  • Di (---.---.---.201) 4 luglio 2012 01:22

    ma va spunnatimi a minchia va .....

  • Di (---.---.---.145) 4 luglio 2012 06:35

    Sulla struttura argomentativa probabilmente hai ragione, i neretti, però, non dipendono da me.

  • Di (---.---.---.12) 9 luglio 2012 08:12

    sei un pò esagerato eh?

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