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La mafia che si riorganizza

da Partinico

Si parla di mafia silente, di colletti bianchi, di armi scomparse, di ritirata strategica. Questo è quello che si dice lontani dalla Sicilia. Ma è davvero così? Finite le abituali ferie dei coniugi Raccuglia nel loro paese natale (abitudine consolidata, ormai è evidente, che la moglie del latitante raggiunga il congiunto durante l’estate), forse possiamo fare un po’ il quadro di quello che sta succedendo nella Sicilia occidentale. In maniera silente, ma non tanto, Cosa nostra si sta riorganizzando.

Si parla di mafia silente, di colletti bianchi, di armi scomparse, di ritirata strategica. Questo è quello che si dice lontani dalla Sicilia. Ma è davvero così? Finite le abituali ferie dei coniugi Raccuglia nel loro paese natale (abitudine consolidata, ormai è evidente, che la moglie del latitante raggiunga il congiunto durante l’estate), forse possiamo fare un po’ il quadro di quello che sta succedendo nella Sicilia occidentale. In maniera silente, ma non tanto, Cosa nostra si sta riorganizzando.

Quello che facciamo oggi è una sorta di racconto di fantasia, uno scenario fantascientifico. Anche se i protagonisti non lo sono per nulla.

Dopo l’arresto dei Lo Piccolo si pensava che rimanessero solo i rampolli a gestire gli affari nell’area tradizionale dei corleonesi. Ma non è così. La zona, ormai è evidente, è sotto il ferreo controllo della superstar Matteo Messina Denaro, nell’area del trapanese, e di Domenico Raccuglia, per quanto riguarda l’area del palermitano. Di Denaro si sa tutto, meno dove latiti, di Raccuglia si sa davvero poco. Li accomuna una latitanza e poco altro. Lo stile è differente, l’impatto mediatico pure. Ma entrambi pesano. E allora andiamo a vedere chi è il probabile dominatore dell’area Borgetto Partinico.


Domenico Raccuglia è ricercato dal 1996 per omicidi, associazione di tipo mafioso, rapina, estorsione ed altro; deve espiare la pena dell’ergastolo; dal 13 settembre 1999 sono state addirittura diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Ma l’uomo non si sarebbe mai mosso (se non per brevi periodi) dal suo territorio. Domenico è uomo di tradizione, e la tradizione vuole che si latiti sul proprio territorio. E non solo. Perché il suo ruolo all’interno di Cosa nostra è chiaro: garantire continuità fra la vecchia mafia corleonese e quella dei rampolli. Un potere forse consolidato e destinato a durare nel tempo, oppure una sorta di commissariamento in attesa della scarcerazione, per fine pena, di esponenti di rango dei clan.

Allo stesso tempo i giovani di cosa nostra, figli e nipoti di boss in carcere, si sarebbero adeguati agli ordini, riassestandosi alle direttive chiare dei due boss e dividendosi amichevolmente, ma non tanto, il business: racket, traffico di stupefacenti, appalti. Tanto per non fare i nomi, anche i giovani Vitale Fardazza si sarebbero dovuti adeguare, ricevendo forse in cambio qualche favore all’interno del nuovo organigramma.

A sostegno di questa nostra opera di “ricostruzione fantasiosa” c’è la storia e la cronaca degli ultimi due anni. Perché su questo territorio (Cinisi, Borgetto, Partinico, Corelone), è evidente che si sia svolta (e forse non è ancora terminata) una piccola e sanguinosa guerra di mafia, con 7 morti e almeno una lupara bianca e decine di attentati e intimidazioni a chi si è ritrovato, in un modo o nell’altro, a intralciare la riorganizzazione dei clan.

Commenti all'articolo

  • Di Lorenzo M. (---.---.---.55) 1 ottobre 2008 17:34

    Boh, mi sembrano osservazioni molto generiche in tutta sincerità. Che Messina Denaro e Raccuglia si siano in qualche modo divisi il territorio è noto da tempo. Sui settori di interesse delle cosche - appalti, racket - non mi sembra leggere alcuna novità. Semmai c’è da osservare il movimento di capitali - grandi e piccoli - legati al business della grande distribuzione. In particolare, a Partinico, dopo che il vecchio consiglio comunale ha approvato la delibera per la realizzazione della Policentro, il più grande centro commerciale d’Europa, stanno convergendo (e scontrandosi) molti interessi.

    Le cose più interessanti si leggono nelle carte, riservate, di alcuni istituti bancari: grosse linee di credito improvvisamente chiuse o dirottate. Altre, rimpinguate e blindate. E’ da lì che si possono ricavare informazioni molto interessanti per capire come si stanno muovendo le pedine sulla scacchiera. Sono questi gli affari della mafia, i suoi veri interessi. Va da sè che i rampolli Vitale-Fardazza da queste partite sono tagliati fuori, hanno le armi spuntate e nessuna relazione di livello tale capace di garantirgli un ruolo. Sostanzialmente non contano più niente, la loro parentesi è finita, e non a caso ha coinciso con la stagione più cruenta di cosa nostra. Chi continua ad assegnargli forzatamente un ruolo lo fa solo perchè gli fa comodo...

    • Di Pietro Orsatti (---.---.---.218) 1 ottobre 2008 17:47

      Che non siano novità posso pure starci (anche se solo per gli addetti ai lavori), ma visto che è in corso una guerra per mafia e che pare che ci sia un vincente (non un accordo ma la sconfitta di una delle parti dell’ala militare di Cosa nostra) forse era il caso di darne notizia. Visto che la cosa, in pratica, è rimasta relegata ai giornali dell’Isola e che non sia mai emerso il reale ruolo del boss di Borgetto e infatti.... http://www.agoravox.it/Raccuglia-l-... se vai a questo link potrai leggere il seguito
      Sulla Policentro di Partinico (vicenda lunga 10 anni e non una sola legislatura) ne ho scritto anche in passato ma non per Agoravox... si provvederà

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