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La linea dura della Fiom fa perdere iscritti

Nel centro di Torino ricompare inquietante la stella a cinque punte come corollario alle minacce contro Marchionne, mentre la Fiom si prepara alla prova dei fatti nel prossimo referendum a Mirafiori il 13 e 14 gennaio, annunciando comunque lo sciopero generale indetto il 28 gennaio contro "l'attacco antisindacale e antidemocratico alle relazioni sindacali nel nostro paese".

Prosegue dunque la linea dura del leader dei metalmeccanici Maurizio Landini, nonostante sei ore di colloquio con la collega della Cgil Susanna Camusso e l'invito di quest'ultima ad "assumersi la responsabilità di stare con i lavoratori" qualunque sia l'esito della consultazione, e quindi di trovare un modo per rientrare in fabbrica.
 
Il comitato centrale della Fiom, definizione atavica dal sapore sovietico, insiste sulla miopia industriale, condannandosi ad un graduale inevitabile isolamento.
I primi segnali negativi si sono avvertiti nell'ultimo anno, con la perdita di alcuni tesserati nello stabilimento di Pomigliano.
 
Dei circa 700 iscritti circa una sessantina sarebbero trasmigrati nella Fim e nella Uilm.
 
Secondo Giovanni Sgambati, segretario campano della Uilm: "Nelle settimane tra giugno e luglio almeno una quarantina di iscritti Fiom sono passati con noi. Non è una scelta che abbiamo sollecitato, piuttosto parlerei di un'adesione dettata dall'arroccamento della Fiom".
 
Antonio Borriello, delegato Fim alla linea 159 Alfa Romeo conferma:"Nel mio reparto sono una quindicina gli iscritti Fiom passati dalla nostra parte, dopo qualche mese di travaglio hanno deciso di non rinnovare più l'adesione con i metalmeccanici della Cgil. Tutti mi hanno confessato un forte disagio nei confronti di una linea politica votata alla sconfitta".
 
Il travaso di tessere viene confermato anche dalla stessa Fiom, dal responsabile per il tesseramento di Pomigliano, Stefano Birotti, che però la giustifica con il movente intimidatorio: "Le disdette sono arrivate perché i lavoratori sono stati intimiditi dalla Fiat e dagli altri sindacati".
 
Più diretto il giudizio di Nicola Di Nardo, delegato Fim: "La Fiom s'a rat' a zappa ncoppa e piere".
 
Con l'investimento a Pomigliano la Fiat è pronta ad avviare la produzione a regime di 280 mila autovetture della nuova Panda, insieme ad aumenti retribuitivi garantiti, in base al nuovo assetto contrattuale, di circa 360 euro l'anno.
 
Su Mirafiori l'investimento previsto da Marchionne è di 1 miliardo circa.
Si attende l'esito del referendum per capire se tra gli operai prevarrà ancora il realismo e la voglia di affrontare insieme alla dirigenza Fiat le sfide del futuro o se saranno ammaliati dalle sirene anacronistiche degli irriducibili del Comitato Centrale.

Commenti all'articolo

  • Di Toscana (---.---.---.3) 12 gennaio 2011 12:51

    E’ proprio vero che in periodi di crisi come questi, in momenti in cui lo stato è assente piuttosto che niente è meglio piuttosto. Ma secondo me è solo una soluzione temporana, il futuro non può basarsi su questo!
    Ciao dalla Toscana

  • Di l’incarcerato (---.---.---.168) 12 gennaio 2011 14:03
    l'incarcerato

    Ma come si fa a scrivere queste cose, come? Ditelo ad un operaio che lavora in una catena di montaggio tutta la vita e si spezza la schiena per pochi euro al mese! Ma quale sfida del futuro? Quella sulla pelle delle persone? Un consiglio all’autore di questo articolo e ai tanti politicanti di destra e purtroppo di sinistra: per essere realisti provate a lavorare almeno per un anno in fabbrica. Non avrete la forza nemmeno di scrivere. Ma d’altronde uno che si firma "libero mercato" è probabilmente uno che sposa il liberismo. A parer mio non meriterebbe una prima pagina. Quale sarebbe lo scoop o la novità? Non basta ascoltare queste cose trite e ritrite nella bocca di tutti nella televisione e nei giornali?

    In Germania Marchionne ci aveva provato ma il Governo, sicuramente non bolscevico, gli ha risposto con un sono NO a questi ricatti! Certi diritti fondamentali del lavoratore non si toccano. Certe cose bisognerebbe provarle sulla propria pelle prima di parlare di realismo.

  • Di (---.---.---.212) 12 gennaio 2011 20:54

    Stupefacente che nell’articolo si menzioni a titolo di merito la compravendita di tessere in Campania!!

  • Di (---.---.---.180) 23 settembre 2013 10:56

    Accostare la FIOM alle Brigate Rosse è puro delirio.
    Sono un iscritto (deluso, non rinnoverò la tessera) della FIOM, e nonostante anch’io sia estremamente critico nei confronti di Landini&Friends per la loro linea estremista che non porta a nulla, non ho MAI, e sottolineo MAI, notato alcuna vicinanza tra FIOM e BR.

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