La fiera delle vanità
Lunedì 20 gennaio - in incognito - ho partecipato alla strombazzata inaugurazione di “Casa Bartimeo” della Caritas Diocesana di Napoli, la nuova cittadella della carità voluta (o subita?) dal neo Cardinale Battaglia, che proprio in quel giorno festeggiava il genetliaco ed al quale - nonostante tutto - vanno i miei più cordiali auguri di ogni bene, perché mi è stato insegnato a perdonare!
Invero, poiché sono nato il 20 gennaio 1953,ho dieci anni più del cardinale Battaglia, quindi dovrebbe essere stato lui a farmi gli auguri,più che ad un centro Caritas, assomiglia ad un wellness center oppure ad una beauty farm, come pure potrebbe essere una bella galleria d’arte!
Folla di baciapile delle grandi occasioni, ingente rappresentanza di generosi ed importanti sponsor, servizio d’ordine con vigilantes (non armati) coordinato dall’insigne responsabile del Cerimoniale di Curia il gran ciambellano di corte (un prezzemolino laico).
Ingresso angusto, due ascensori che servono il primo ed il terzo piano, ma non già il secondo dove sarà posizionato il centro d’ascolto: ergo, diversamente abili, invalidi, anziani, paraplegici non potranno accedere al centro d’ascolto salvo esservi portati a braccia!
Ambienti piccoli (dovevano essere le celle dei monaci) salvo qualche saloncino appena più grande; va un pò meglio al terzo piano (dove ci saranno i centri d’accoglienza notturna) con stanze più grandi.
Al primo piano le stanze del poliambulatorio: qualche lettino, qualche separè, e null’altro: probabilmente i medici che vi opereranno si limiteranno ad indirizzare l’utenza altrove.
Alle pareti, sui piani, quadri realizzati dai detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale ed una “personale” del Maestro Lello Esposito, ottimi per indurre in tentazione qualche birichino.
Ma il “piatto forte”è stata la prolusione del noto scrittore Erri De Luca, amico d’un ben noto monsignore di Curia, il quale ha esordito dichiarandosi ateo convinto; giustamente - ad un non credente - la Chiesa di Napoli ha affidato il compito di illustrare il Giubileo che, per De Luca, significa amnistia e liberazione di tutti i detenuti.
Ma ancor più clamoroso il fatto che il responsabile del centro sia un ex sacerdote, transfuga della Diocesi di Pozzuoli : i malevoli dicono che l’abbia fatto per un amore “particolare”.
Personalmente, poi, non capisco il ruolo della Caritas diocesana in questa operazione, voluta al solo scopo di far sì che in Largo Donnaregina non sentano neppure l’odore dei poveri; a fianco della Curia c’è l’ex Istituto Calasanzio, acquistato qualche anno fa dal Cardinale Sepe per 5,5 milioni di euro, edificio di 7 piani in gran parte vuoto, complice anche il ritorno dell’Istituto di Scienze Religiose a Capodimonte: misteri della fede!
Chiudo dicendo che ad un tiro di schioppo da “Casa Bartimeo” c’è una parrocchia; il parroco è un sacerdote che aveva preso una sbandata per un amore “particolare” ma che, a viceversa del suo ex collega di cui sopra, ha deciso di interrompere la relazione e tornare in seno a Santa Romana Chiesa.
Ebbene, proprio questo sacerdote, è uno dei più critici nei confronti del nuovo centro, a suo dire una scelta insensata.
Come nel romanzo dell’inglese Thackeray, gli operatori ed i volontari di “Casa Bartimeo” sperimenteranno a proprie spese che, nel contatto con la nuda realtà storica quotidiana, vale più il buon senso che un vacuo sentimentalismo. Intelligenti pauca…
Cav. Giacomo Onorato
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