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La doppia morale

Agitare il vessillo della questione morale senza prima pretendere pulizia a casa propria è un’abitudine sempre più in voga nella politica italiana, soprattutto se essa si presta benissimo ad una facile strumentalizzazione mediatica che mette in difficoltà i propri avversari più di quanto possa mettere in difficoltà il proprio partito. In barba al principio secondo cui si può puntare il dito contro l’avversario solo se si hanno le carte in regola per farlo.

È questo quanto accaduto martedì a Palermo ad opera di una cinquantina di militanti della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl guidato dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che hanno affisso in diversi punti della città alcuni striscioni con su scritto “Siamo indagati e condannati, vogliamo fare i deputati”. Un messaggio di protesta e indignazione, nei confronti di un Parlamento regionale che conta 27 indagati su 90 deputati, divulgato in forma anonima per far montare la notizia e accompagnato da un invito per un sit-in nel pomeriggio di fronte Palazzo dei Normanni, la sede dell’Ars, dove i promotori dell’iniziativa hanno svelato la loro identità.

Un’iniziativa strategicamente perfetta che ha centrato tutti gli obiettivi. La notizia, infatti, ha destato l’interesse dei mezzi d’informazione e l’apprezzamento dell’opinione pubblica. Blog, siti e quotidiani online hanno subito dato sfogo alle critiche dei commentatori politici di professione e non. E anche stamattina i maggiori quotidiani nazionali le hanno dedicato molto spazio.

A nessuno però è venuto il dubbio che il reale obiettivo dell’iniziativa era solo quello della propaganda politica: catalizzare l’attenzione sul tema della “questione morale” in Sicilia per colpire l’immagine degli avversari del Pdl alla Regione Siciliana, ovvero il Governatore e i Partiti e gli esponenti della coalizione che lo sostengono in Assemblea. Eppure gli elementi per smascherare l’intento dei giovani del Pdl c’erano tutti, a partire dalle affermazioni di due di loro secondo i quali se alla presenza all’Ars di 27 deputati indagati o condannati si aggiunge “il vergognoso ribaltone politico operato da Raffaele Lombardo riteniamo sia ormai l’ora di sciogliere l’Ars e andare al voto anticipato. È giunto il momento di sollevare trasversalmente il tema della questione morale, come annunciato anche dal nostro Segretario politico Angelino Alfano, che deve riguardare tutti i partiti e tutti i movimenti giovanili impegnati sul territorio”.

A nessuno è venuto in mente di far notare che il partito che ha più deputati e senatori condannati o indagati è proprio il Pdl, a cominciare dal Presidente del Consiglio, ma nonostante questo i giovani del pidiellini non hanno chiesto lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato.

A nessuno è venuto in mente di far notare ai giovani del Pdl che l’onorevole regionale del Pd Gaspare Vitrano, sorpreso dalla polizia mentre intascava una mazzetta, è stato espulso dal Pd, mentre il senatore Marcello Dell’Utri, condannato in secondo grado per mafia, continua a far parte del Pdl e a sedere sugli scranni di Montecitorio.

Tutto questo ovviamente non giustifica l’elevata presenza di politici indagati o condannati all’Assemblea regionale, ma quantomeno avrebbe dovuto suggerire maggiore prudenza e senso critico nei confronti di un’iniziativa i cui promotori sono poco credibili.

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