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La... di Ibrahimovic

Nel calcio i gesti convenzionali saranno più o meno trenta. Se misceliamo interno, esterno, testa, petto, collo, tacco, piatto, le varianti dei diversi gesti possibili si possono catalogare. Quando un gesto va oltre questa catalogazione, diventa un effetto speciale degno di avere un nome di battesimo e un padrino che per primo ha osato la stranezza oppure le ha dato fama.
 
Maradona e Rivaldo a livello internazionale sono conosciuti per la “rabona”, piede calciante che passa dietro il tacco del piede d’appoggio e colpisce la palla di collo. In Italia, lo scettro della rabona appartiene ancora oggi a Giovanni “Cocò” Roccotelli, investito re il 22 gennaio 1978 allo Stadio Del Duca di Ascoli contro il Modena, quando crossò di rabona sulla testa del suo compagno d’attacco Ambu che depositò la palla in rete. La “cilena”, come testimonia il maestro Gaelano, è il frutto dell’invenzione di Ramon Urazaga, pensata e attuata la prima volta sul campo di Talcahuano. Si dà le spalle alla porta, il corpo si sospende in aria, le gambe si incrociano “nel repentino andirivieni delle lame di una forbice”. Fu denominata cilena nel 1927, quando l’attaccante del Colo Colo, David Arellano, in un tour europeo la mise in mostra negli stadi spagnoli.

 
Copyright da condividere tra Higuita e Zico per la “mossa dello scorpione”. René, durante l’amichevole del 1995 Inghilterra-Colombia, scioccò Wembley con questo tuffo in avanti con i piedi che frustano la palla colpita di tacco, il “Galinho” fece spalancare occhi e bocca dei giapponesi quando in anticipo sulla palla colpì di esterno tacco tuffandosi in avanti e facendo passare la palla sulla testa del portiere avversario. In tempi più recenti la “boba” di Andre “El Cabezon” D’Alessandro, dribbling di suola in controritmo che manda da una parte il difensore e dall’altra la palla trascinata dal giocatore.
 
Sabato sera all’Olimpico di Roma, nella partita Lazio-Inter è nato un nuovo gesto estremo, da battezzare ma con un padrino già designato: Zlatan Ibrahimovic. Il colpo di tacco volante è un gesto che lo svedese, amante e praticante del tae kwon do, ci ha già fatto intravedere in questi anni, ad esempio per il goal stupendo di questa stagione contro il Bologna. Ma sabato sera è stato più di un semplice colpo di tacco aereo, è stata una vera catapulta fiondata con conseguente frustata di tacco per aprire il gioco verso il compagno accorrente. Non è stato un goal e non è servito come assist, ma la meraviglia di chi l’ha visto dal vivo e in televisione è stata allo stesso modo enorme. Adesso tocca a noi battezzare il gesto con un solo termine che diventi cronaca, prima di passare ad essere storia.

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