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La destra ringrazia gli immigrati

Oggi mi permetto di fare una critica a “Il Fatto Quotidiano”, che ritengo l’unico giornale cartaceo indipendente in Italia ed è l’unico che riesco a leggere. Critico il contenuto dell’editoriale a cura di Marco Politi che tratta di immigrazione e zingari. Questi perde l’occasione di fare un minimo di chiarezza sul fenomeno mentre rivaluta la posizione del Vaticano che, come al solito, è una indebita posizione politica.
 
Il ruolo della Chiesa è deleterio in quanto annuncia principi etici condivisibili ma poi non si assume sul territorio la responsabilità del fenomeno immigratorio e di quello dei Rom e lascia che i buoni cristiani di Rosarno non paghino il dovuto ai raccoglitori di arance e li prendano a fucilate quando non servono più. Visto che si fa volutamente confusione, voglio separare la realtà materiale di un fatto sociale dai principi e dalle teorie e ragionare seriamente.
 
- Il fenomeno della immigrazione, iniziato 30 anni fa, è stato voluto dalle classi economiche dominanti che avevano bisogno di un esercito di riserva di manodopera, in una fase di espansione della economia e in parte usato per il lavoro nero, in parte usato contro le conquiste salariali e normative della classe operaia.
 
Mettiamo questo punto fermo: se l’immigrazione fosse nuociuta alle classi economiche dominanti il fenomeno non sarebbe mai iniziato.
 
- Le contraddizioni ed i problemi generati da un flusso migratorio arrivato all’8-10%, al di là delle litanie sulla “accoglienza” e “l’integrazione”, sono ricadute sulle spalle dei lavoratori salariati e sulla vivibilità dei quartieri popolari, che hanno manifestato il loro dissenso sul fenomeno votando per la destra xenofoba e razzista, alterando equilibri politici consolidati.
 
Il distacco dai tradizionali partiti di sinistra e progressisti, favorevoli alla immigrazione, è coinciso con l’espandersi del fenomeno migratorio, e il voto operaio e popolare è stato dato a chi parlava di cacciare gli stranieri (questo in tutta Europa).
 
Fino a qui possiamo asserire con certezza che le destre, quella economica e quella xenofoba, sono quelle che si sono avvantaggiate dal flusso migratorio, in termini di profitto (lavoro nero) e in termini di indebolimento della sinistra.
 
La Chiesa come al solito, con la sua consueta ambiguità, ha appoggiato la politica di immigrazione, ma si è tenuta ben lontano dal gestire le contraddizioni sul territorio, impossibili anche per un apparato come quello Vaticano. E se qualche disinformato pensasse che l’emigrazione in Europa, soprattutto quella proveniente dal continente africano, abbia dato sollievo al problema della sovrappopolazione e della mancanza di lavoro e di risorse, ci sono le implacabili cifre a smentirlo: negli ultimi anni la popolazione africana è esplosa e dai cento milioni dei primi anni del ‘900 sta arrivando al miliardo con una particolare accelerazione negli ultimi venti anni. Quindi i problemi non si risolvono emigrando ma con una razionale politica di contenimento delle nascite e di riforme agricole.
 
Oggi, in una fase economica strutturalmente recessiva, con una forte delocalizzazione degli investimenti italiani in molti paesi stranieri, l’immigrazione non è più gestibile, e il fronte dei respingimenti e del “tornatevene a casa”, sempre gestito dalle destre e dalla Lega, vede aumentare i consensi. Se la vogliamo guardare freddamente, senza mischiare cattolicesimo o ideologia, l’equazione che la destra ha giocato su due piani, e ha vinto due volte è una evidente verità.

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