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La democrazia e la violenza, ovvero, verso una società senza diritti

Da Terzigno a Brescia, un’escalation di violenza contro chi manifesta per i propri diritti.
 
Due diverse situazioni, un solo tipo di intervento. Come a delineare una politica unitaria nei confronti di quanti "mettono a rischio l’ordine pubblico" semplicemente manifestando per i propri diritti sanciti dalle stesse leggi. A Terzigno, l’apertura di una cava in zona protetta. A Brescia, un presidio e una manifestazione che, per quanto illegali, erano resi necessari dall’illegalità del trattamento nei confronti dei clandestini che, dopo la legge sulla moratoria per la regolarizzazione degli stessi, non solo non è stata rispettata (ai lavoratori clandestini non è stato concesso il permesso), ma usata come mezzo per sfruttare lo stesso clandestino impedendogli di usufruire dei vantaggi della moratoria stessa. Vale a dire che, gli imprenditori stessi, invece di regolarizzarli (con tutto ciò che ne consegue sul piano dei diritti), hanno continuato a farli lavorare in nero.

Quella di Terzigno è ormai nota a tutti, lunedì invece è toccato ai manifestanti di Brescia - immigrati e non - che si sono visti caricati dalla polizia (?) perché la manifestazione non era autorizzata (la richiesta era stata fatta giorni fa) con la scusa che, in città, c'era un'iniziativa degli alpini, per altro in altro luogo e che comunque talmente distanti sul piano ideologico che, per presupporre un possibile "scontro" tra le due manifestazioni (che sicuramente si sarebbero ignorate l'un l'altra), abbisogna di una notevole dose di fantasia perversa. La manifestazione è stata vietata dalla Giunta comunale e dalla Questura con il pieno appoggio della Prefettura, la stessa che non è intervenuta contro i simboli leghisti sulla scuola di Adro.

Insomma, oggi, in Italia, si stanno ripetendo, da parte delle istituzioni, le stesse azioni repressive degli anni settanta. Solo che oggi non esiste la scusa del terrorismo e dei gruppi più o meno rivoluzionari. Oggi, le manifestazioni vengono fatte nel rispetto delle regole (si veda la manifestazione della Fiom che il ministro Maroni aveva presupposto la possibilità di azioni violente ma che, invece si è svolta in modo del tutto pacifico). In nessuna manifestazione degli ultimi anni si sono verificati scontri, a meno che non siano stati provocati da terzi (?) (come al G8 di Genova e a Terzigno (dove la procura sta indagando su possibili infiltrazioni di mafia). Il fatto che si stia ritornando a un passato che si pensava sepolto, è un'ulteriore dimostrazione dell'attuale politica - e qui mi rivolgo in modo particolare a chi sostiene che questo governo non sta facendo niente perché, in realtà, sta facendo molto sul piano della ristrutturazione dello stato, solo che, invece di partire dall'istituzione, il parlamento parte dalle istituzioni di base: comuni, questura e prefettura che sono le prime ad essere interessate al territorio e, di conseguenza, la spina dorsale del nuovo ordinamento; limitandosi, per quanto riguarda il parlamento e la magistratura, a bloccare l'attuale assetto, questo perché le strutture di base hanno più valore sul consenso - verso una soluzione dei problemi attuata, non più attraverso la mediazione tra istituzioni e società civile, rappresentata dalle varie organizzazioni di categoria ma, unicamente, dalle istituzioni, ovvero, in senso verticale.

Se si osservano gli avvenimenti degli ultimi anni (inclusi quelli riguardanti il pr.mi.) nell'ottica sopra descritta, si può comprendere l'apparente assenza di politica del governo poiché, come è sempre avvenuto nei regimi illiberali, che conta è il consenso. La politica reale ne è subordinata. l'affermazione "il popolo lo vuole", intesa come volontà popolare verso una determinata politica perseguita dal governo, si basa unicamente sul voto iniziale e non più su una verifica nei fatti. 

Per concludere, sia a Terzigno sia a Brescia, le forze dell'ordine sono intervenute non tanto per impedire o sedare disordini, ma per impedire una manifestazione lecita che, pur non essendo permessa (cosa che non ha nessuna ragione d'essere pertanto, la proibizione stessa, in assenza di motivazioni concrete, è ha tutti gli effetti una provocazione), aveva tutte le carte in regola per essere fatta dato che si trattava di una protesta contro i brogli dell'amministrazione stessa.

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