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La crisi mondiale fittizia ai tempi di Matrix

Crisi, crisi, crisi. Quante volte pensate di aver ascoltato questa parola negli ultimi anni? Sareste sorpresi dal saperlo perché sicuramente è la parola più abusata a 360°. Insieme ad altre parole quali “Democrazia”, “indignazione”, “liberale”.

Parole, appunto, svuotate di ogni significato. E per far questo, abusate. Il bombardamento mentale quotidiano ha un solo scopo: andare ad intaccare per sempre una serie di centri neurologici al fine di far metabolizzare ad un grande numero di persone concetti-chiave “assolutamente necessari”, affinché il sistema socio-economico di una Nazione o dei sistemi internazionali abbiano reazioni aderenti alle necessità del momento.

Necessità che fanno strane rime con “speculazione”, “offesa”, “sfruttamento”. In molti spesso mi dicono: “Ma come mai nessuno di chi governa mette in atto soluzioni strategiche spesso facili e di basso costo che potrebbero in breve tempo migliorare la condizione sociale, economica e politica”? La mia risposta, invariabilmente è: “Perché non gli conviene”.

La strategia del negativismo a tutti i costi, paga. Paga i grandi speculatori, le grandi imprese, i governi maggiori. Paga la politica ed i suoi componenti. Senza differenza di area geografica. Ovunque sia stata immessa l’aberrazione del concetto di mercato ed economia, ecco rappresentata la grande beffa, fatta di nulla ma instillata nel DNA umano come assolutamente concreta.

Perché dico che la crisi è fittizia? Perché si basa su elementi fittizi. Il denaro è fittizio, da che peraltro ha perso in quasi ogni territorio del pianeta, un controvalore materiale. Le transazioni economiche sono per la maggiore, fittizie. Le economie dei paesi sono fittizie, basate su criteri astrusi da “grandi sell’Economia”, ma che in realtà sarebbero di una semplicità assoluta, considerando il fatto che se prendessimo come base il semplicissimo computo fra entrate ed uscite, ci accorgeremmo che tutti potremmo essere esperti in economia, ma se così fosse, si scoprirebbero troppe trame, allora meglio far credere che economia è cosa da pochi.

La vita, i contesti, l’economia, la società, sono cose molto più semplici di come vengono falsamente rappresentate. Viviamo un pericolosissimo periodo di virtualità svenduta per reale. E più passa il tempo, più la memoria lascia indietro la rappresentazione del reale a favore del virtuale. Una banconota da 500 euro ed un pezzetto di carta delle stesse dimensioni sono la stessa identica cosa. Solo che, alla banconota con su scritto “500 euro” si è concordato di dare un valore enorme. A parole. E “grazie” anche alla tendenza degli ultimi anni di utilizzare sempre più spesso transazioni in forma elettronica, quindi: virtuali.

Di conseguenza, da che parte inizia la crisi? E dove potrebbe finire? Concretamente, non è dato sapere. La crisi non è tangibile. Non è rappresentabile concretamente. Non è quindi risolvibile con atti materiali. Nonostante questo, viene percepita come più o meno grave a seconda delle parole che vengono utilizzate. Concretamente possiamo invece dire che, tutto ciò che è fittizio in pratica non esiste.

E se il denaro che abbiamo nei nostri virtuali conti correnti o la carta stampata che conserviamo gelosamente nei nostri portafogli è fittizia, ecco che la natura stessa della crisi scompare. Perché può esserci crisi solo ed esclusivamente quando un evento concreto accade. Ma qui, cosa è accaduto concretamente? Che alcune agenzie di rating muovono il mondo decretando la crisi economica – fittizia – di intere nazioni?

Lo hanno sempre fatto, più o meno. E si sono fatte le ossa, iniziando il loro percorso dal decretare il fallimento o meno di imprese nazionali ed internazionali. Ricordate il caso Parmalat? La famosa Standard & Poor’s all’epoca diede per buone, anzi buonissime, le azioni di una azienda già in fallimento. Ricordiamo tutti cosa accadde di conseguenza. Concretamente vi dico: ciò che toccate è reale. Ciò che non si può toccare con mano, non esiste.

Viene solo immaginato, creato, costruito, inoculato via aria: le parole. Ed i numeri che ci costringono a leggere ed ascoltare, sono numeri che servono solo ad alimentare la paura di una crisi che non si era mai vista prima. E che più che economica è di sistema. Un sistema che oggi, azzarda il passo più coraggioso: palesare al mondo un potere enorme basato sul nulla. Sulle parole. Sui simboli. Sulle assolute convinzioni mentali.

Grande strategia: vendere il male a caro prezzo, non investire un solo centesimo ed ottenere contropartite enormi di potere: unica, vera e sola moneta sonante su un mondo che di concreto ha solo le parole.

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