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La crisi dell’inter

Ha mille sfaccettature la crisi dell’Inter.

Ha cambiato allenatore. Subisce l’usura di una stagione miracolosa ed irripetibile. Sente l’appagamento di un periodo di vittorie sul campo che dura da quattro anni. E’ vittima di un numero impressionante d’infortuni. Ha una rosa di uomini la metà dei quali è al di là dei 30 anni, mentre l’altra metà sono buoni rincalzi ma senza grandi qualità.

Ha dimenticato d’investire, per motivi anche di bilancio, soprattutto in quel settore - il centrocampo – che ha bisogno di innesti di qualità e di gioventù.

La vendita di Balotelli e la forma precaria o scadente di uomini, fondamentali per il gioco dell’Inter, come Milito, Sneijider, Maicon, determina anche lo scadimento di una manovra spesso lenta, involuta , macchinosa.

Cosicchè il gioco manifesta una evidente carenza d’idee ed una difficoltà a far goal, in cui consiste l’aspetto più preoccupante di questa crisi.

Sarà difficile uscire in breve da questa situazione, se la società e tutto l’ambiente non comprendono che bisogna effettuare dei ricambi mirati a migliorare il gioco con l’innesto di un paio di elementi di qualità e soprattutto che sappiano costruire e tenere insieme i reparti della compagine che in certi momenti sembrano, anzi sono, slegati e distanti tra loro.

Urge, insomma, un centrocampista-regista che aiuti Sneijider e rinforzi un reparto invecchiato e zeppo di mediani interdittori.

In questi anni di vittorie la squadra ha supplito col dinamismo,la potenza e la classe dei singoli ai limiti nella costruzione del gioco.

Ma tutte questo adesso non basta più se si vuol durare soprattutto in campo internazionale.

Il ciclo sta per chiudersi o si è già chiuso. E’ tempo di rinnovare. 

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