La condanna di Berlusconi vista da una parte d’Europa
Era già da qualche giorno che varie testate europee si preparavano, coi loro inviati, a dare testimonianza sulla sentenza della Corte di Cassazione chiamata a decidere sul destino dell’ex premier Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale per l’acquisizione dei diritti tv Mediaset.
Scrissi qualche tempo fa come le cronache italiane nella parole degli inviati britannici lasciassero trasparire una certa stanchezza, e diciamolo pure, una certa noia, eccezion fatta per qualche sussulto qualora si venisse chiamati ad aggiornare sulle recenti vicende del Bunga Bunga affair.
Ma Berlusconi è sempre Berlusconi, e stavolta si è chiamati a riportare sulla sua prima volta da condannato in via definitiva.
Quasi nessuno quindi, si esime dal dedicare spazio alla pesante sentenza; nel sito della BBC la notizia e il video messaggio svettano tra le sezioni più cliccate; ma, al contrario, il quotidiano radicale francese L’humanité, che nel 2006 dedicava pagine intere alla vittoria dell’Unione di Romano Prodi, titolando come, finalmente, gli italiani si fossero sbarazzati di Berlusconi, preferisce prendere più tempo e aprire la giornata con l’affaire Snowden, la liberazione dell’attivista delle Femen in Tunisia e i problemi giudiziari di un altro politico, lo spagnolo Rajoy. Già, perché è meglio essere prudenti prima di dare Berlusconi per spacciato.
Gli articoli, a dire la verità, si somigliano un po’ tutti. Il ricordare i precedenti processi, la longevità politica, le possibili ricadute sul governo attuale e alcune dichiarazioni di fedelissimi e non. Una volta chiarito il contenuto, pesante, della sentenza, l’attenzione si sposta sui tipici elementi della personalità e della comunicazione berlusconiana, ovvero non inaspettato video messaggio.
E così, dopo solo poche ore, quello della lettura della sentenza non compare più tra le pagine dei siti. La scena è di nuovo per lui, per Silvio Berlusconi. Scosso, ma soprattutto sprezzante e rabbioso nei confronti della corte che lo ha condannato, così è descritto da tutti i quotidiani on line. “Umiliato dalla sentenza” osa l’Independent, che maliziosamente, riporta le dichiarazioni di Mara Carfagna, ricordando ai suoi lettori chi sia precisamente costei, ovvero, “the former topless model who rose rapidly to become one of Berlusconi’s ministers”. Il resto fa parte del già visto, con la solita scenografia con tanto di bandiera italiana e il solito doppiopetto. In generale è comunque una “sentenza storica”, un “piccolo sisma” titolano Figaro e Le Monde.
Questa volta risultano discretamente interessanti i commenti dei lettori di queste testate. Numerosi, a testimonianza di come Berlusconi riesca a suscitare passioni, non solo tra l’opinione pubblica nostrana.
I sentimenti che prevalgono sono una non celata soddisfazione, un’inevitabile pungente ironia che, manco a dirlo, si costruisce principalmente dei recenti tragicomici scandali sessuali - “sopravviverà all’astinenza dei domiciliari?”-, punte di disprezzo. Anche un leggero fastidio, perché è chiaro che Mister B. in carcere non andrà, sottolineano molti lettori d’Oltralpe e d’Oltremanica.
“L’italie reagit, bordel de Dieu!”, gioisce un seguace di Liberation, e anche i moderati di Le Figaro non si censurano – “Quel example ces italiens!”, augurandosi, alcuni, la stessa ingloriosa caduta per Sarkozy e altri, per Hollande. C’è spazio anche per qualche rammarico: perché ci voleva tanto, perché quel rinvio per ricalcolare la pensa accessoria dell’interdizione?
Infine, il commento di un lettore britannico del Guardian si segnala non solo per l’implacabilità del suo giudizio che rivela quale possa essere l’impressione data ai nostri vicini europei in tutti questi anni, ma anche per un riferimento enigmatico - ma forse non troppo?- e una previsione che ci si augura possa esser vera: “Finalmente questo clown ha quel che si merita. Ora è l’altro clown italiano a dover lasciare e l’economia italiana potrà risorgere”.
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