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 Home page > Attualità > Politica > La classe dirigente italiana e la politica del gattopardo

La classe dirigente italiana e la politica del gattopardo

In tutti i dibattiti televisivi sfilano sempre gli stessi volti dei politici, sindacalisti, giornalisti, sedicenti intellettuali, professori universitari e importanti manager di stato.

Tutti, osservando un convenzionale fair play, e preoccupati solo di non scontentare nessun amico, protettore o potente, si esibiscono in analisi pallide della situazione politica e in banali giudizi sui rischi futuri della delicata situazione economica, che il paese sta vivendo.

Ma non c’è uno che dica la verità ai cittadini. Cioè chi ha fatto tutto questo debito pubblico? 

Spieghino perché tutta la classe dirigente italiana ha accumulato per sé molteplici privilegi, ha fatto assunzioni clientelari e non necessarie, preteso per i partiti prima un finanziamento pubblico e poi un rimborso elettorale stratosferici, si è riservata la gestione di enti ed aziende pubbliche, regolarmente saccheggiate e dissestate, ha attribuito a se stessa emolumenti sempre più lauti ed insostenibili per le casse pubbliche e vergognosi al confronto di quelli dei rappresentanti di paesi più ricchi? Perché hanno elargito gratis a tutti, senza alcuna distinzione di reddito, ogni servizio, risultato quasi sempre inefficiente e costoso?

A tutti gli sperperi, che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti, si aggiungano gli innumerevoli metodi di arricchimento personale e le procedure per procurarselo; ed il quadro è bello e fatto.

Non sapevano che ci avrebbero portato alla bancarotta?

Ora che i mercati fanno sul serio e la paura del disastro economico del paese è dietro l’angolo, tutti si affannano a partorir ricette di salvataggio già viste per trent’anni e che si riducono ad un ulteriore aumento della pressione fiscale che strozza l’economia e allontana gl’investimenti e sollecita la fuga dei capitali.

La mancanza d’idee produce proposte fantasiose, leggere o addirittura cervellotiche. Si affastellano emendamenti su emendamenti presentati da tutte le parti politiche, proposte che toccano le pensioni, i costi della politica, il regime fiscale, la vendita dei patrimoni pubblici, l’accorpamento delle scuole e dei tribunali, e chi più ne ha più ne metta.

Vorrebbero Lorsignori cambiar tutto con la segreta speranza che nulla cambi. La confusione regna sovrana. Appunto, una confusione gattopardesca.

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