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La casa è horror puro

Proviamo a parlare de La casa senza fare riferimenti al film originale, prendendo il film di Fede Alvarez come una novità assoluta. Beh, ragazzi, da questo punto di vista questo è un horror puro, pieno zeppo di violenza, esagerazioni, sangue che scorre a fiumi, giusto un po’ deboluccio per quanto riguarda l’autoironia che dovrebbe essere intrinseca in pellicole del genere.

Un gruppo di ragazzi se ne va nella casa del bosco (che se sei in un film horror dovresti saperlo che non si va in case così isolate). Tra di loro c’è Mia che vorrebbe approfittare dell’occasione per disintossicarsi definitivamente dall’eroina, ma non è cosa facile.

Diventa ancor più difficile se vieni posseduta da un demone liberato dalla lettura di un libro malefico e nessuno ti crede perchè tutti pensano che tu sia in crisi d’astinenza.

Dalla possessione in poi si viaggia sull’horror a tutti gli effetti. Corpi deformati, volti distorti, braccia tagliate e tutto quello che ci piace vedere in film come questi.

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Tra le sequenze imperdibili la tipa accoppata a colpi di WC sulla capoccia, la posseduta che vomita una cascata di sangue dritta in bocca all’amica e naturalmente l’assalto a colpi di sparachiodi. Invenzioni interessanti, simpatiche e rese nel migliore dei modi.

Poi abbiamo anche una fotografica cupa estremamente interessante e Jane Levy che aspira al titolo di urlatrice dell’anno.

Il finale è assolutamente degno, in un festival del sangue che si mischia alla pioggia e con una citazione evidente che ci riporta, questa volta si, alla casa di Raimi (qualcuno ha detto motosega?).

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