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La Slovacchia dice no al fondo salva stati

l parlamento di Bratislava mette in crisi l'Europa, il temuto no è arrivato; il Parlamento slovacco ha infatti respinto nella serata di ieri la ratifica del Fondo salva-Stati.

Una decisione che potrebbe portare ad un aggravamento della crisi del debito nell'Eurozona, poiché per far diventare attivo il nuovo Efsf potenziato è necessaria l'unanimità dei paesi dell'Eurozona. Le modifiche decise il 21 luglio, in particolare l'aumento delle capacità a 440 miliardi di euro effettivi, la possibilità di agire in favore delle banche e degli istituti finanziari in difficoltà e di intervenire a scopo preventivo sia sul mercato primario, ovvero in fase di emissione del debito, che secondario, ovvero sui titoli già esistenti e circolanti, dovranno quindi aspettare per essere effettive.

Come effetto collaterale il voto di ieri potrebbe anche portare alla caduta del governo di centrodestra guidato da Iveta Radicova, che aveva posto la questione di fiducia su questa misura. L'opposizione socialdemocratica ha comunque già offerto un accordo che potrebbe portare alla soluzione nel giro di pochi giorni.

Lo Smer-SD, i socialdemocratici guidati da Robert Fico, si sono infatti detti disponibili a sostenere il rafforzamento del fondo Efsf in cambio dell’apertura di una crisi di governo che porti ad elezioni anticipate. A questo punto, se si trovasse l’accordo, una nuova votazione potrebbe tenersi già nei prossimi giorni.

Ha dichiarato infatti alla stampa uno dei responsabili del partito d’opposizione ed ex ministro delle Finanze Jan Pociatek: "se le trattative cominciano, credo che il voto potrà esserci questa settimana".

E fiduciosa dell’approvazione slovacca si è detta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel che, durante una visita ufficiale in Vietnam, si è detta certa che tutti i governi dell'Eurozona approveranno il rafforzamento del fondo salva stati entro il Consiglio europeo del 23 ottobre.
Una soluzione alquanto forzata viene invece proposta dal vice cancelliere e ministro degli Esteri austriaco, Michael Spindelegger, che nel corso di una intervista alla radio pubblica Oe1 ha dichiarato:

 "Se non ci fosse accordo potremmo in ogni caso espandere il fondo salva stati".

Salvo corregge subito dopo il tiro:

"dobbiamo valutare se è legalmente possibile".

Il vice premier austriaco si dice comunque personalmente favorevole a procedere con il potenziamento del fondo anche in assenza della unanimità se dalla Slovacchia non dovesse arrivare l’approvazione. 

La riforma vera e propria dei trattati europei, che costituirebbe l’unica alternativa, sarebbe infatti troppo lunga e macchinosa per potersi concludere in tempi rapidi.

 

 

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