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La Marcia della Pace da Perugia ad Assisi, dedicata anche a... San Precario

Fu Aldo Capitini nel 1971, quell’apostolo della pace definito anche il Gandhi italiano, a proporre la prima marcia della pace da Perugia ad Assisi. In quegli anni di guerra fredda tra le due maggiori potenze mondiali, mentre imperversava nel sud est asiatico la cruenta guerra del Vietnam, con le sue stragi al napalm, che fece inorridire il mondo intero con quelle immagini della madre vietnamita assieme alla figlia piccolina coi volti irroconoscibili per le profonde bruciature sul volto e non solo... Di tutto ciò se ne fece capo il Capitini, proponendo a religiosi e filosofi della sua schiera "questo invito alla pace tra i popoli dell’intero globo. In quei primi anni, la Chiesa romana mostrò grande indifferenza, se non ostilità a questa nobile iniziativa.....

Santa Maria degli Angeli, si trova a sei Km. da Assisi, sulla vasta piana umbra ed è qui a Santa Maria che cominciano ad arrivare sul grande piazzale antistante la grande basilica le prime migliaia di marciatori, con zaini borse a tracolla, bandiere della pace avvolte attorno al corpo e che costituiscono quella immensa schiera di pacifisti, giunti da tutta Italia e non solo per questa 50esima edizione della marcia
della pace
.
 
Correva infatti l’anno 1971 mentre il napalm bruciava tutto e tutti in quelle sterminate terre nel sud est asiatico fatte di foreste e risaie e tanto clima umido. A Santa Maria degli Angeli stanno giungendo, nell’ampio spiazzo davanti alla

basilica e dopo tre abbondanti ore di marcia, i tanti gruppi. Siamo nei pressi del box riservato alle televisioni, mentre Santo Della Volpe sta trasmentendo in diretta su
Rai 3 le fasi finali dell’arrivo del lungo serpentone che dovrebbe portare nella città del frate poverello ben oltre 100mila persone.

Tanti i giovani delle scuole italiane, ma soprattutto tanti con le divise azzurre dello scoutismo Agesci oltre ai giovani dei vari centri sociali, i precari dei call center fino ai lavoratori a rischio licenziamento delle tante fabbriche ed aziende italiane. Abbiamo visto visto anche delegate della Pansac di Mantova con uno striscione che recitava "prima il lavoro che è un nostro diritto, poi il resto... che a noi non interessa". In questo contesto abbiamo visto tanti lavoratori in cassa integrazione, non solo delle grandi aziende, ma soprattutto tanti giunti dal Veneto e dal Friuli: quel nord est del recente miracolo economico italiano, non del tutto concretizzato. Un altro striscione dei lavoratori della Merloni della vicina Fabriano recitava "San Francesco aiutaci
tu!".
 
Quest’anno la marcia della pace pare più rivolta ai temi della salvaguardia occupazionale, della crisi che investe nell’insieme la nostra economia, oltre ai problemi della sicurezza dei cittadini che viene sempre più a mancare, per i non investimenti del governo in materia di sicurezza pubblica. "La gente non sa più a quale santo rivolgersi" chiosa Antonio Poddu da Cagliari, precario e ricercatore, "per cui ora speriamo che il Santo Francresco da Assisi ci ascolti e ci protegga". In fondo San Francesco d’Assisi è o non è il patrono di tutti gli italiani?

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