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La Libia chiude l’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr)

Riporto per intero l’articolo apparso sul sito Programma integra:

"In una nota diffusa nei giorni scorsi, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso profondo rammarico per la decisione del governo libico di chiudere l’ufficio dell’Agenzia. Molto preoccupato anche il Cir.

Da anni l’ufficio dell’Unhrc in Libia si occupa di proteggere, assistere e trovare soluzioni durevoli per i rifugiati che si trovano nel paese. L’Agenzia Onu è inoltre impegnata in un programma per il reinsediamento verso paesi terzi dei rifugiati presenti in Libia. Al momento, riferisce la nota, l’Unhcr è impegnata in trattative con le autorità libiche per il mantenimento della sua presenza. Sull’avvenimento è intervenuto anche il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) che in un a lettera inviata lo scorso 1° giugno al Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha chiesto l’intervento dell’Italia affinché l’Unhcr possa riprendere le proprie attività e ottenga dal Governo libico formale riconoscimento diplomatico".

La Libia chiude l'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr)

Già si sa del trattamento riservato ai migranti in Libia, dove subiscono torture e lavorano come schiavi. Lo si sapeva già quando il governo italiano fece l’accordo per i respingimenti.

Ora, con la chiusura dell’Unhcr, si rischia di perdere anche le poche informazioni che si è riusciti ad avere finora.

L’accordo sui respingimenti tra Italia e Libia rientra nel trattato di amicizia, partenariato e cooperazione. Accordo che pone fine al contenzioso tra i due stati sul passato regime coloniale, ovvero, sul pagamento, da parte dell’Italia, di una somma per riparare ai danni della colonizzazione.

Un problema, in fondo, economico e di mercato, dove, però, a farne le spese sono le migliaia di migranti che transitano dalla Libia e che, con la legge sui respingimenti, vi vengono rimandati con buona pace, e affari, dei loro aguzzini.

Il ministro Frattini chiede che il governo italiano intervenga a favore della riapertura dell’ufficio dell’ Unhcr e per ottenere il formale riconoscimento diplomatico della Libia. Ciò indica che, al momento dell’accordo, l’Italia, pur essendo a conoscenza dell’avversione libica nei confronti dell’ Unhcr, non ne tenne conto. Ma d’altra parte, era a conoscenza anche delle condizioni degli immigrati in Libia.

Ma, d’altra parte, di fronte a interessi economici, si sa che l’essere umano passa sempre in secondo ordine.

Poco importa se l’immigrato in Italia, se regolarizzato, porterebbe ricchezza nelle casse dello stato, di fronte agli interessi particolari delle imprese, questo non è neanche considerato un problema. Le imprese, in un regime liberista, si sa che hanno il potere dalla loro, anzi, il potere sono loro.

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