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La Bce taglia i tassi di interesse: bene per chi s’indebita, male per chi risparmia!

La presidente Christine Lagarde ha confermato le aspettative di una nuova discesa del costo del denaro tagliando di 25 punti base il costo del denaro, che porta il tasso sui depositi all’Eurotower al 3,50%. 

Arriva, pertanto, dalla Bce una spinta all’economia, anche se i benefici sono più visibili per chi s’indebita. I risparmiatori invece ci perdono sulla remunerazione dei depositi in banca e sui rendimenti dei titoli a tasso variabile.

Insomma, più credito a famiglie e imprese, mutui meno costosi, risparmi per lo Stato grazie al calo del costo del debito e meno interessi per i risparmiatori.

Ricapitolando:

MUTUI PIU’ LEGGERI.
La riduzione del costo del denaro ha un effetto benefico sui tassi dei prestiti bancari, a beneficio di 3 milioni e mezzo di famiglie indebitate che hanno contratto un mutuo per l’acquisto della casa. Gli interessi sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese caleranno ancora nei prossimi mesi, così diventerà più facile comprare casa e fare investimenti per un risparmio complessivo di oltre 70 mila euro (-19,3% sul 2023) per chi sottoscrive un mutuo a 25 anni da 200 mila euro. Una boccata d’ossigeno anche per chi ha un mutuo a tasso variabile, anche se i mutui a tasso fisso rimangono i più convenienti.

SCENDE IL COSTO DEL DEBITO.
Con il taglio della Bce calano gli interessi che lo Stato paga sul debito pubblico: il costo del debito era volato da 0,10% a 3,76% con il ciclo restrittivo degli ultimi anni. L’Ufficio parlamentare di Bilancio stimava un risparmio di tre miliardi quest’anno con un punto pieno di tagli Bce nel 2024, e sette miliardi nel 2025. Più probabile che la Bce arrivi a 0,75 punti. Il risparmio per le casse dello Stato sarà comunque considerevole e darà una mano nelle prossime leggi di bilancio.

I DEPOSITI PAGANO MENO.
Per i risparmiatori, il taglio Bce smonta la remunerazione più elevata dei depositi dei proprio risparmi in banca, dove il tasso sui depositi vincolati è arrivato a sfiorare il 3,6% dallo 0,9% dove si trovava prima della stretta monetaria del 2022-2023.

EFFETTO-BOND.
Il taglio Bce fa salire i prezzi dei bond ma calano i rendimenti dei titoli a tasso variabile, come i Cct, e l’inflazione in calo significa cedole più magre per i Btp Italia. Effetti più marcati sul bond emessi dalle aziende, con impatti anche sugli investimenti in fondi.

Foto Wikimedia

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