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Lo stupro nel Parco della Caffarella. Quanto conta il Dna?

Attendibilità del test del DNA

Fa molto parlare, in questi giorni, la situazione che si è creata per le indagini preliminari riguardanti due rumeni arrestati, Loyos e Racs, presunti responsabili dello stupro di una ragazzina di 14 anni, avvenuto il giorno di San Valentino di quest’anno nel parco della Caffarella a Roma.

Come si sa, i due indagati sono stati scagionati dall’aver commesso il grave e odioso reato perchè il test del DNA è risultato negativo.

Si sa anche che i due sono stati comunque trattenuti in carcere, il primo con l’accusa di calunnia e autocalunnia, dovuti alla confessione, poi ritrattata, che ha chiamato in causa il compagno, e quest’ultimo con l’accusa di avere stuprato una donna di 41 anni a Primavalle, sempre a Roma.

Nel dispositivo della Procura si legge: "L’impossibilità di individuare il DNA degli accusati sui reperti raccolti dagli investigatori prevale su qualunque altro elemento attualmente a disposizione. Si annulla pertanto l’ordinanza in epigrafe, disponendo l’immediata liberazione degli indagati, se non detenuti per altro".
Quindi non sono stati considerati indizi sufficienti, né la confessione del rumeno, che, per quanto ritrattata, conteneva dettagli che non potevano essere conosciuti se non da chi avesse partecipato al fatto, né il riconoscimento effettuato dalla vittima e dal suo fidanzato, né la "supertestimonianza" del medico che, facendo jogging nel Parco della Caffarella, aveva riconosciuto nei due accusati le persone che aveva visto mezz’ora prima.



Pertanto l’opinione pubblica, sconcertata e sgomenta, si chiede come è possibile che l’esito negativo di un esame genetico possa cancellare, come un colpo di spugna, indizi e prove così importanti.

Sino a che punto è attendibile un test del DNA ?
Un giudice della Corte d’Appello di Milano ha affermato: "Per noi è un esame decisivo in casi del genere, ma sono gli scienziati che devono dire che il materiale è tale da rendere possibile ottenere un profilo sicuro". La scienza, dal canto suo, secondo un noto ed illustre genetista italiano, non esclude che vi siano possibili cause che possono vanificare il test del DNA.

Una di queste è la presenza di tracce miste del DNA. Ciò può avvenire quando la violenza sessuale viene esercitata da più persone: in questo caso diventa praticamente impossibile ricostruire il profilo genetico di una sola persona. Altre cause che, di fatto, potrebbero rendere inattendibile il test del DNA (oltre il caso dei DNA dei consanguinei) sono la contaminazione fisica, chimica e batteriologica del materiale genetico, dovuta a scorrette procedure nei prelievi o alle modalità di conservazione.

A questo punto la confusione, nei cittadini non addetti ai lavori, è più che legittima. Ora si attende con fiducia la conclusione di questa scabrosa vicenda e, si spera, a breve. Per il momento pare che gli inquirenti stiano seguendo una nuova pista: i due indagati starebbero "coprendo" altre persone, che potrebbero essere i veri autori dello stupro.

Commenti all'articolo

  • Di LUIGI MORSELLO (---.---.---.101) 13 marzo 2009 08:45

    L’Autore dell’articolo, che rappresenta un pregevole e condivisibile sforzo di compensione di una vicenda tutt’altro che rassicurante, è incappato in una piccola imprecisione.
    L’annullamento del provvedimento di restrizione in carcere dei due romeni è stato effettuato dal Tribunale del Riesame, il dispositivo riportato è di quell’organo giudiziario, la Procura non ha potuto far altro che emettere provvedimento di scarcerazione, avendo rinunciato, per non lasciare liberi i due romeni, ad impugnare la sentenza del predetto Tribunale del Riesame presso la suprema Corte di Cassazione.
    Contestuammente la Procura, che è convinta che i due quanto meno stiano coprendo gli autori dello stupro, li ha sottoposti a nuova custodia cautelare, convalidata dal G.I.P., per i motivi che sono noti. 

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