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 Home page > Attualità > Economia > L’oro viaggia ancora con il vento nei capelli

L’oro viaggia ancora con il vento nei capelli

1680$ l’oncia!

Non si può negare che rispetto ai prezzi di qualche tempo fa l’incremento sia stato eccezionale. Molti ritengono che i prezzi dell’oro siano in bolla. Può anche essere che nel breve sia così. Non escluderei che con gli storni di borsa di questi giorni venga fatta qualche azione di ritocco sui margini, come fecero con l’argento un paio di mesi fa (investitori avvisati…).

Nel lungo mi tengo strette le considerazioni che feci nel Mese Alieno di Giugno 2010.

Oggi però vorrei aggiungervene una:

Le ragioni che spingono il prezzo dell’oro sono molte.
La massa monetaria che aumenta (anche se ad esempio dal 1996 al 2001 mentre la massa monetaria cresceva il prezzo dell’oro calava da 400 fino a 250$ l’oncia).

La corsa verso il bene rifugio (anche se il prezzo dell’oro cresce senza pausa dal 2001 ed in questi dieci anni abbiamo avuto anche anni molto bullish per i mercati, dove nessuno cercava beni rifugio).

E allora cos’altro può esserci?
Una ragione tecnica c’è. Ed è anche molto interessante, a mio avviso.
Fino alla fine degli anni ’90 i gestori di portafogli di investimento erano soliti bilanciare con strumenti correlati inversamente i loro strumenti di investimento, il più semplice, banale e utilizzato modo era quello di mixare azioni e obbligazioni.

Cosa significa?


Quando salivano le azioni scendevano le obbligazioni e viceversa. Correlazione inversa, bilanciamento ottenuto.
Per ogni coppia di strumenti hanno perfino creato un coefficiente di correlazione, indicato con la lettera greca “ro“.
Il “ro” tra due strumenti va da un massimo di +1 (correlazione perfetta) ad un minimo di -1 (correlazione perfettamente inversa) con lo zero a rappresentare due elementi non correlati (significa che quello che accade a uno può riflettersi, o no, sull’altro in modo diretto, inverso o vattelapesca. Sono decorrelati, ognuno ha la sua storia indipendente).

               Poi le cose iniziarono a cambiare.

Negli anni la correlazione tra azioni e obbligazioni è cambiata, dall’essere vicina al -1 è lentamente diventata positiva e oggi è ormai prossima a 1. La finanziarizzazione e la globalizzazione dell’economia e dei mercati hanno creato una generale crescita di tutti i “ro” verso l’1. Persino tra azioni e variazioni dei tassi di interesse: una volta si diceva che quando salivano i tassi le borse avrebbero sofferto e viceversa. Da qualche anno ormai i tassi scendono mentre le borse crollano per poi riprendere a salire accompagnando i listini azionari nei recuperi.

Lo stesso accade tra azioni e obbligazioni. Salgono insieme e scendono insieme.

E i gestori, che spasmodicamente cercano strumenti per ridurre la volatilità dei loro portafogli, cercano disperatamente di ridurre il “ro”. Più infarciscono i portafogli, più il “ro” tende a 1. E questo li fa impazzire.

Ma c’è una cosa, un asset class, che ancora oggi ha un “ro” vicinissimo a 0.
Chissà se indovinate qual è…

Ecco perché la fame di oro non ha avuto pause, ecco perché ha continuato a salire sia mentre le borse scendevano dal 2001 al 2004, poi mentre le borse crescevano dal 2004 al 2007, poi ancora mentre i listini crollavano nella crisi finanziaria tra il 2007 ed il 2009 e ancora mentre il QE spingeva le borse in alto tra il 2009 ed il 2010.

Dunque quando l’oro smetterà di salire?
Probabilmente quando il suo “ro” smetterà di essere così prossimo a 0. Anche l’oro si sta finanziarizzando, con tutti questi ETF, ETC, Certificates… basta buttar l’occhio ogni tanto… e ricordate gli avvisi delle prime righe…

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