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L’introversione, l’estroversione e la percezione sociale di esse

Per introversione ed estroversione si intendono i due principali "tipi psicologici" identificati dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung nell'omonimo libro scritto nel 1921.

Generalmente in ogni individuo convivono diversi aspetti dell'uno e dell'altro tipo e quello predominante dà luogo a quella che viene definita come la personalità introversa o estroversa.
Sia l'introversione che l'estroversione dovrebbero essere valorizzate nelle loro principali caratteristiche positive, come l'impulso alla riflessione e alla creatività per la prima e quello alla socievolezza e alla cordialità per la seconda. All'introversione è spesso associata la timidezza, che è una modalità di relazione come lo può essere quella socievole, quasi sempre legata all'estroversione.

Purtroppo nella società si è sempre tentato di privilegiare un determinato tipo psicologico rispetto all'altro, l'estroversione rispetto all'introversione, arrivando a screditare e patologizzare quest'ultima tanto che solo a partire dagli studi di Jung (egli stesso introverso) si è tentati di ridurre gli stereotipi e i pregiudizi sociali dominanti, e al giorno d'oggi si assiste, perlomeno a livello di dibattito culturale, a un tentativo di mettere in discussione il dogma "estroversocentrico" su cui si basa la nostra società, grazie sopratutto all'uscita nel 2011 del libro "Quiet : The Power of Intoverts in a world that can't stop talking" scritto da Susan Cain, anch'egli introversa.

Nella cultura di massa invece con l'avvento della società dell'immagine moderna e di quella che è stata chiamata "l'era del narcisismo", lo squilibrio si è fatto ancora più grande: difatti l'introversione e la timidezza sono considerate inutili e scomode in un mondo che si basa sempre di più sulla competizione selvaggia, e che richiede come attributi principali il sapersi vendere bene, la spavalderia e il conformismo.


L'introverso e/o il timido sono percepiti (e spesso si percepiscono) socialmente come diversi e estranei, in quanto non rientranti nei canoni normativi odierni, totalmente orientati sull'estroversione.

Ultimamente addirittura l'APA , la principale associazione degli psichiatri statunitensi, aveva intenzione di introdurre la timidezza come disturbo psicologico nel DSM (la Bibbia dei disturbi psichici e psichiatrici) e di eliminare il narcisismo patologico, in quanto sempre di più diffuso e accettato socialmente. Si può parlare di una vera e propria discriminazione invisibile nei confronti degli introversi e dei timidi, alimentata sopratutto dai mass media ma anche dalle istituzioni fondanti la società come la scuola.

Difatti l'attuale sistema educativo è incentrato sulla "socialità forzata" e chi non si adegua a questi canoni viene bollato come "strano", e ciò molto spesso costituisce il terreno di fioritura di molti episodi di discriminazione, aggressività e anche violenza (bullismo) di cui i giovani introversi/timidi spesso sono oggetto da parte dei coetanei più spavaldi.

Anche in famiglia la situazione potrebbe essere difficile, essendo preferibile per molti genitori avere un figlio/a estroverso e/o socialmente popolare piuttosto di un timido o un'introverso. Tra i coetanei e nella vita sociale, specialmente nella prima adolescenza, la situazione può essere molto difficile se non disastrosa, essendo anni già difficili di per sè e in cui non essendosi sviluppati ancora molti anticorpi indispensabili per comprendere il mondo, si è più facilmente plasmabili dai modelli propagandati dalla cultura di massa, nella quale la timidezza e l'introversione vengono costantemente ridicolizzate e svalutate mentre l'estroversione viene propagandata come l'unico modello possibile e desiderabile.

Sarebbe ora che nella società avvenisse un forte cambiamento di mentalità che miri a far sì che anche l'introversione e la timidezza vengano valorizzate come succede da sempre per l'estroversione, e ciò costituirebbe sicuramente un passo in più per la costruzione di un mondo migliore .

 

 

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