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 Home page > Tribuna Libera > L’insostenibile diffidenza nelle tessere

L’insostenibile diffidenza nelle tessere

Referendum: la vittoria appartiene a chi ha promosso dai primi passi la consultazione di giugno e al 57% degli italiani, anche a quelli che hanno segnato quattro 'NO' perché hanno contribuito pure loro a scrivere la migliore pagina di storia da un quindicennio a questa parte: chi tra i partiti pensa di poter cavalcare la vittoria è destinato ad estinguersi alla stessa stregua dei partiti di maggioranza, anzi, pure prima, forse.

In rete, da tempo, è in corso una nuova Resistenza che è uno dei pochi termini che prendo in prestito da un glossario che appartiene al passato, come al passato relegherei i megafoni, il ciclostile, le bandiere rosse o nere, l'eskimo, le catene, i campi paramilitari, i terrorismi strumentalizzabili... e con questi mi piacerebbe scomparisse anche il turpiloquio. La Resistenza presuppone un tragico complemento di termine che nel nostro Paese prende il nome di "graduale scivolamento nella dittatura".

Ci dobbiamo aspettare pericolosissimi colpi di coda perché certamente chi ha programmato questo lento scivolamento non sarà disposto a rinunciare passivamente e cercherà in qualche modo di recuperare. Nel corso del tempo 'in qualche modo' ha significato anche: strategia della tensione, assassinio Moro, Dalla Chiesa, di 26 magistrati, di giornalisti anche fuori dai confini. Tutte atrocità che la mente di noi comuni 'umani' non riesce a riconoscere se non a posteriori, ovvero, prima che accadano non sono nemmeno immaginabili per chi è dotato di un minimo di umanità.

Do per scontato che la vigente legislatura abbia le settimane contate, mi aspetto che la gratificazione che ha pervaso ciascuno di noi in queste ultime meravigliose giornate, come una reazione chimica, sia l'inizio di una irreversibile svolta: nulla sarà più come prima. Tutti ci siamo scambiati informazione, anche tra qualche bufala, e tutti siamo in grado di distinguere una bufala ormai, di comprendere che il PD non può essere considerato 'opposizione', che non abbiamo nemmeno più bisogno di fare opposizione, che non abbiamo bisogno di sentirci comunisti o giustizialisti per riappropiarci della cosa pubblica. Non scrivo da militante, nel PD ho fatto solo in tempo ad investire due euro alle primarie restando poi deluso dalle scelte e ancor più dalle 'assenze' tanto in ambito regionale (Sicilia) quanto in ambito nazionale.

Eugenio Scalfari, che cito in quanto testimone della storia d'Italia degli ultimi decenni, ha parlato di "amore verso gli altri" in contrapposizione ad un "amore verso se stessi". Credo che anche Indro Montanelli sarebbe d'accordo, ma anche Pertini, Monicelli, il padre del povero Giuliani, Dario Fo, la vedova dell'agente di scorta... e quel 57% di umani che si è recato alle urne: questo è il nuovo partito di maggioranza assoluta.

L'agire nella buona o nella cattiva fede sarà il banco di prova che ci farà scegliere il destinatario del nostro prossimo voto, voto che dovrebbe andare non ad un listino bloccato ma, come un tempo, ad una persona fisica: ad un nome e cognome. Prevedo che la base sana del PD migrerà verso altri simboli, simboli sani, liberi di quella percentuale di 'messi a libro paga' che ha determinato, tanto quanto l'attuale risicata e mercenaria maggioranza, il declino della democrazia e dello stato sociale.

Mettere in condizione tutti a poter vivere dignitosamente, del proprio lavoro o della propria pensione e promuovere il rilancio dell'economia in questi tristi tempi di crisi voluta e pilotata dai banchieri e da chi controlla l'economia globale. Riconversione sostenibile.

Basta con la politica intesa come carriera e privilegio: Basta.

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