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L’immondizia è protagonista tra il Museo dei Rifiuti e il cassonetto intelligente!

A segnalare la curiosa iniziativa sono i due autori Marco Presta e Antonello Dose che sul Messaggero scrivono: "La battaglia contro l’immondizia è stata vinta. Dall’immondizia". Proprio per questo, seguendo il detto “se non puoi batterli unisciti a loro”, è stato creato un museo che aprirà a novembre del 2011 e che usa la rumenta come tema nevralgico: un museo sull’immondizia. La location scelta da Renzo Piano (l’autore del progetto) è Genova, all’interno dei Magazzini dell’Abbondanza, una scelta forse simbolica ma sicuramente azzeccata, visto che proprio l’abbondanza e il consumismo rappresentano il motivo che ha portato ad una così sovrabbondante produzione di materiali di scarto e rifiuti. Scrivono Dose e Presta sul Messagero: “Inizialmente, s’era pensato di realizzare uno Spazzatour, cioè un giro in pullman per visitare Chiaiano, Terzigno e Malagrotta, le più famose discariche italiane. In seguito, però, il fascino di un comodo e attrezzato polo museale, interamente dedicato al pattume, ha avuto la meglio”. Il Museo conterrà un’area dedicata alle nozioni essenziali sul ciclo dei rifiuti e un’altra dedicata alle opere d’arte create con i materiali di scarto.

L'immondizia attira l'attenzione su se stessa, evidenziando il problema. Con analoga passione ed eguale obiettivo nascono i Cassonetti per la spazzatura trasparenti, intitolati: “Rifiuto con affetto!”. L’immondizia ormai è un elemento integrante della nostra società, ci conviviamo come se fosse un vicino un po’ inopportuno ma di cui non possiamo fare a meno. Allora c’è chi ha avuto una geniale intuizione: “E se non pensassimo proprio più al concetto di rifiuto o di riutilizzo, ma pensassimo semplicemente ad allungare la vita agli oggetti?”. Un oggetto può non servire più a me, ma prima di essere buttato può tornare utile a qualcun altro. L'idea (di cui vi abbiamo parlato nella rubrica Te la dò io l'Italia) è di tre studentesse di architettura dello IUAV di Venezia, che abbiamo intervistato anche attraverso Pandolfo a Colazione su Radio Alcamo Centrale, tali Roberta Bruzzecchese, Maddalena Vantaggi, Maria Zanchi (nella foto accanto alla loro invenzione). La loro idea è semplicissima. A chi non è mai capitato di pensare, passando davanti ad un cassonetto della spazzatura: “Ma guarda quel tavolino/armadietto/orologio/lampadario/quadro/fumetto, ma come gli è venuto in mente di buttarlo?”. Le tre studentesse hanno così inventato RCA (l’acronimo di Rifiuto Con Affetto, www.rifiutoconaffetto.it), un cassonetto grosso più o meno come quelli normali, ma trasparente e con delle mensole interne dove riporre quello che si vuole lasciare. Così al suo interno si possono inserire oggetti di ogni tipo che altri possono poi prendere. 

Lo scambio è libero, volontario, asincrono e totalmente gratuito. Chi primo arriva meglio sceglie! Ma non parlate di riciclo. L’idea è quella della riaffezione. L’oggetto gettato può tornare a vivere a casa di qualcun altro e questo ci porta a parlare del prossimo caso… il sito perso per perso.

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