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L’età del consenso

Quando si diventa davvero adulti? Cos’è che regola in effetti l’entrata nella società civile di un cittadino minorenne? Quali sono le normative quando si parla di atti sessuali sui minori?

Rispondendo a queste domande, si avrà un panorama più chiaro di molti accadimenti. Molti dei quali accaduti nel nostro Paese.

Bisogna sapere intanto che, in Italia, fino all’8 Marzo 1975 la maggiore età si acquisiva a 21 anni. Da questa data, l’età è scesa a 18 anni. Da ciò si evince che, fino alla metà degli anni ’70 nel nostro Paese i genitori esercitavano la cosidetta Patria Podestà fino ad un limite di età che oggi è considerato ridicolo.

Eppure, questo limite di età – i 21 anni – che oggi può far pure sorridere qualcuno, era un limite che in molti casi tutelava maggiormente i cosiddetti minori da una serie di atti più vicini al mondo più realisticamente adulto. In pratica, si attendeva un congruo numero di anni per decretare che un essere umano fosse davvero in grado di badare a se stesso.

L’abbassamento di questa soglia in molti casi ha generato scompiglio, e non pochi problemi. Nella realtà dei fatti, spesso a 18 anni si dovrebbe essere ancora inclini a seguire lo sviluppo armonico del proprio essere piuttosto che pensare ed agire da adulto vaccinato contro le asperità della vita.

Eppure, si sta persino pensando di abbassare la soglia addirittura a 16 anni. Incomprensibilmente per ciò che riguarda il raziocinio. Volendo riflettere in maniera poliedrica, si potrebbe pensare che un maggior numero di “adulti” sul territorio, produrrebbero molto più di un esercito di minori costretti a seguire le norme familiari e le conseguenti scelte di mercato e politiche.

C’è poi un punto particolarmente interessante su cui riflettere e da approfondire: il rapporto e le normative che regolamentano i minori in relazione alla vita sessuale.

L’abuso sui minori è purtroppo una realtà costante, in tutto il mondo. Persino negli ambienti ecclesiastici è ormai cosa nota che una seppur piccola parte dei componenti della Chiesa si dedica o si è dedicata ad attenzioni particolari su minori.

Ma quando si può parlare di abuso e quando un minore ha “diritto” di scelta consenziente ad avere atti sessuali con un adulto o un coetaneo?

In Diritto, con la frase “età del consenso”, si intendono appunto quelle soglie di età da cui partire per regolamentare gli atti sessuali con e nei confronti di minori. Ho scritto “soglie” al plurale, perché non esiste in effetti un dato unico per ogni tipologia di evento. E l’età è un dato che subisce notevoli variazioni a seconda della Nazione di cui si parla.

In Italia, l’età del consenso è fissata a 14 anni. Ma anche questo è un dato che può subire notevoli variazioni a seconda dell’accadimento e dell’ambito giurudico di cui si deve parlare in occasione di querela nei confronti dell’adulto “abusante”.

Ad esempio, nel caso in cui uno dei due partner abbia una figura socialmente dominante rispetto al minore, ecco che l’eta del consenso sale dai 14 ai 16 anni. Cosa si intende per “adulto socialmente dominante”? Un adulto che, “grazie” alla propria posizione professionale o istituzionale, pone una pressione maggiore in virtù del proprio potere al fine di acquisire diritto all’atto sessuale.

E per quanto riguarda il reato di pedofilia? Riflettendo su quanto detto fino ad ora, tutto sembra prendere pieghe ben diverse dall’idea comune che “pedofilo” sia chiunque abbia o imponga attui sessuali con minori dei diciotto anni.

Si parla di pedofilia quando l’atto sessuale è compiuto su un minore di 14 anni. Reato con aggravante se il minore ha meno di 10 anni.

E’ ovvio poi, che esistono miriadi di sfaccettature e una poliedrica interpretazione delle stesse normative in atto. Ed in ogni caso, qui parlo di rapporti consenzienti e non certamente di abuso sessuale.

Perché questo approfondimento su una materia così scottante? Perché a parte una sana Informazione che possa rendere tutti edotti su particolari che non vengono mai messi in rilievo, e sono invece un pezzo di cultura utile per tutti, molti fatti che accadono sul nostro teritorio sono spesso circondati da riflessioni che rischiano di trovare il tempo che trovano se non si conosce abbastanza la materia in senso giuridico.

Le cronache nazionali si indignano contro “l’abusatore” di turno, quando palesemente c’è consenso da parte del partner minore ma già in condizione di diritto alla scelta per raggiunti limiti di età. E sarebbe bene poter essere in grado di discernere fra reale abuso e plateale consenso persino a fini economici, ma questa volta da parte del o della minore del caso e non dell’adulto abusatore.

L’età del consenso fa sì – in una Società sempre più votata alla scalata al successo ed alla ricchezza – che in alcuni casi possano esistere minori già fermamente convinti di sapere ciò che meglio possa fare al proprio caso pur di raggiungere fama e ricchezza. E sempre più spesso, fama e ricchezza, fanno rima con facili costumi.

Nulla di nuovo nella Storia dell’Uomo. Sono solo cambiate le metodiche attraverso il quale raggiungere ricchezza e notorietà. E forse, si è abbassata un pò l'età in cui si pensa di essere in grado di sceglirere per se stessi. Ma nel frattempo, i veri abusi vengono celati da cronache starnazzanti ora su questa ora su quella baby escort, con le idee ben chiare sui propri progetti futuri e su come raggiungerli. 

Nella civiltà dei settori, esistono minori solo abusati e minori che si fanno “abusare” consensualmente e con le idee ben chiare nel cervello. Essere in grado di discernere sulle notizie sparate a tutta voce, potrà rendere più facile la lettura delle cronache nazionali.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.176) 4 novembre 2010 10:41

    Ciao Emilia 


    Apprezzo il tuo articolo , puntuale e scevro dagli intendimenti politici che svolazzano su tutti i post e che , nel caso della vicenda Ruby , spesso rasentano l’idiozia .
    Mi permetto una considerazione . La maggiore eta’ e’ una convenzione che serve per regolare i rapporti nella societa’ degli uomini e delle donne . Ogni paese ha sensibilita’ diverse dettate dal background culturale e religioso . In Italia se ammazzi qualcuno e hai 13 anni , 11 mesi e 29 giorni vai al "riformatorio" anziche’ in galera . Se hai uno o due giorni in piu’ ti mandano a Regina Coeli . In due giorni non maturano neanche i cachi e credo che il livello di consapevolezza del Lunedi’ sia identico a quello del Mercoledi’ successivo . Analogo discorso sui temi sessuali , sentire giornalisti in tv definire Ruby una " ragazzina " e’ una cosa a dir poco demenziale . Ruby , per convenzione tradotta in legge , e’ una minore e come tale deve essere tutelata . Punto.
    Comunque ho apprezzato il contributo di chiarimento quando si parla di temi come abusi sessuali ,pedofilia ecc . che mi sembra vengano , spesso e volentieri , usati piuttosto a sproposito .

    paolo
  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.171) 4 novembre 2010 10:46
    Emilia Urso Anfuso

    Il Suo commento arricchisce il mio articolo.
    La ringrazio
    Emilia Urso Anfuso

  • Di (---.---.---.37) 24 marzo 2011 13:36

    Finalmente leggo un articolo che fa un po’ di chiarezza sull’argomento.
    Ma lo sai che c’è così tanta cattiva informazione in merito che ho dei giovani amici che hanno paura di continuare ad uscire con la propria fidanzatina? In questo mare di ignoranza non si salva quasi nessuno fra giornalisti, opinionisti, comici, politici.
    L’età di 14 anni è sacrosanta, perché è la stessa età minima per l’imputabilità penale. Non avrebbe senso sostenere che a 14 anni un minore può essere in grado di discernere riguardo la propria condotta ed essere punito per la stessa, e poi impedirgli di poter decidere con chi avere un rapporto sessuale. Così come è sacrosanto che l’età minima sia innalzata laddove l’adulto si trova in una posizione grazie alla quale può più facilmente influenzare la volontà del minore: se infatti è quasi impossibile che una 14enne sia attratta da un adulto estraneo, è assai frequente che si invaghisca del proprio insegnante o del medico o di chi ha funzioni educative nei suoi confronti.
    Superfluo ripetere che parlare di pedofilia nei rapporti consenzienti con minori è ridicolo oltreché scorretto dal punto di vista medico-psichiatrico: la pedofilia riguarda l’attrazione morbosa/patologica per i bambini, mentre l’attrazione per gli adolescenti, che sono già sessualmente maturi, è considerata perfettamente naturale e il limite è semmai di tipo morale.
    Mi permetto però di segnalare una lacuna: quanto abbiamo detto sopra non vale per i rapporti mercenari: l’art. 600-bis del codice penale è chiaro nel sostenere che è punito "chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica". Ciò sempre per la salvaguardia della libertà del consenso, per impedire cioè che quest’ultimo sia influenzato da denaro o altri regali.
    Certo, poi nella pratica rimane estremamente difficile stabilire se il sesso sia stato la contropartita di un regalo o un pagamento o se ci si è semplicemnte limitati a fare un regalo a una che era già un’amica o una fidanzata o un’amante... Ma questo è compito dei magistrati accertarlo.
    Saluti.

    Matteo Uguccioni, Urbania (PU)

  • Di Arredo (---.---.---.92) 21 maggio 2016 23:49

    L’età del consenso è una soglia arbitraria e spesso fissata con criteri di mero moralismo. Escludendo i casi di violenza o forme di coercizione che comunque viziano anche il consenso dell’adulto e configurano ugualmente il reato di violenza sessuale, sarebbe più saggio che in caso di palese consenso del minore venga semmai valutata la sua maturità dal fine di valutare la validità di tale consenso, piuttosto che definirlo totalmente infondato. Per fortuna la giurisprudenza si sta rendendo conto che anche gli adolescenti fanno sesso e che tutelare come bene giuridico la loro sessualità escludendogliela a priori è un controsenso.

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