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L’eleganza di Libero: Rosy Bindi? “Tinozza”

Come sgherri che cercano di imitare il capo, ogni sottoposto col proprio superiore. E se la ridono dopo la bravata, ritenendosi emuli. E’ la prima pagina di Libero di ieri: superato agilmente il panorama golpista disegnato nel titolo, del quale – per la cronaca – il capocongiura sarebbe Fabio Granata, a centro-pagina ci si imbatte nell’inevitabile foto-notizia estiva.

ll classico manganello a mezzemaniche, a titolo “anti-berlusconiani da spiaggia”: da una parte l’incauto Bocchino, schernito a dovere con un “generazione in braghe corte”. Lui, in pantaloncini e improbabile maglia correntizia. Dall’altra Rosy Bindi. Vestito, borsa, cose così. Tranquilla. Titolo: “La Tinozza Anselmi della P3“.

Adesso: il riferimento, se provate a chiederlo ai burloni di Libero, è alla commissione d’inchiesta sulla loggia chiesta dal Pd, e quindi a quella storica sulla P2 presieduta da Tina Anselmi. Vi diranno così, sorridendo a narici larghe. Ma è del tutto evidente che la parola Tinozzarappresenti altro dall’alterazione del nome della signora della Dc. Dopo il premier e il giornale di Belpietro, quindi, in scala toccherà offendere la Bindi alle muffe, ai muschi e poi ai licheni. Nell’ordine.
U‘

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