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L’eccezione religiosa che incide sulla vita di tutti

Una corrente di pensiero, diffusa anche nel mondo laico, ritiene che sia giustificato riconoscere eccezioni alla legge basate sulle convinzioni religiose. In modo non illimitato: non sono certo molti, per esempio, i giuristi non musulmani che pretendono di estenderle alla poligamia. Il riconoscimento dovrebbe essere invece circoscritto ai casi in cui il diritto alla libertà di religione viene considerato preponderante rispetto all’eventuale vulnus all’universalità dei diritti. Il problema che immediatamente ne scaturisce è che è controverso stabilire se è effettivamente preponderante.

Particolarmente viva è la questione nei paesi occidentali con forte presenza di comunità islamiche e che hanno avviato una politica di multiculturalismo. Approccio spesso problematico, tanto che alcuni stati come Gran Bretagna o Germania pensano piuttosto di rivederlo. Proprio in Germania è scoppiata in questi giorni la polemica per la proposta del socialdemocratico Peer Steinbrueck (nella foto), probabile avversario di Angela Merkel alle prossime elezioni, di tenere lezioni di ginnastica separate tra maschi e femmine per alunni musulmani. Merkel ha invece chiarito che la proposta è sbagliata: “se decidiamo di separare gruppi di persone da altri gruppi di persone a scuola, realizziamo il contrario dell’integrazione”.

Steinbrueck ribatte che “in alcuni casi” la separazione per generi può essere una “soluzione”, considerando che “molti genitori musulmani risolvono il problema dichiarando malati i loro figli e ancor più spesso le loro figlie nel giorno dell’ora di ginnastica”. In diverse scuole dei Länder di Baviera e Baden-Wuerttenberg già sono previste lezioni separate. Ma tra i socialdemocratici ci sono posizioni contrarie a quella del futuro candidato premier, come quella espressa da Heinz Buschkowsky. È da anni sindaco di Neukölln, sobborgo di Berlino con alta concentrazione di abitanti di origine turca, e nel suo recente e contestato libro Neukölln ist überall affronta proprio la difficoltà di integrazione tra comunità. “Bisogna dare ai giovani un orientamento sociale moderno, a fianco oppure in contrapposizione con le tradizioni familiari”, ha detto, “da noi scuole maschili e femminili separate esistevano 150 anni fa, è assurdo rimettere di tanto indietro l’orologio della storia”.

Da una parte il rispetto per le convinzioni religiose, dall’altra la richiesta perentoria di integrazione. Due approcci che rischiano di essere entrambi poco laici e che ricordano certe controversie italiane. Come quando il centrodestra brandisce in maniera identitaria e clericale il crocifisso contro insegnanti che lo tolgono dai muri giustificandosi non ricorrendo al principio di laicità, ma invocando il “rispetto per l’islam”. A perderci sono soprattutto le ragazze di famiglia islamica, che finiscono ghettizzate. Ma possono perderci anche tutte le ragazze, se passa il concetto della separazione dei generi. Che è marcatamente di origine religiosa, come evidenziano alcune recrudescenze anche nel mondo cattolico.

Allo stesso modo, lede i diritti di tutti i viaggiatori quanto deciso dalla Qantas, compagnia di bandiera australiana. Dopo aver siglato un accordo con Air Emirates, la compagnia aerea australiana ha dovuto togliere dai menu di bordo ogni bevanda alcolica e i piatti che contengono carne di maiale, come imposto dall’islam. La Qantas, in crisi da anni, ha quindi ceduto alle pressioni della finanza halal. Posto di fronte alle lamentele di passeggeri e utenti, l’amministratore delegato Alan Joyce si è affrettato a precisare che i cambiamenti avranno una influenza “minima”. Anche la Turkish Airlines, oltre a un recente restyling più “morale” delle divise degli assistenti di volo, ha proibito nei voli interni gli alcolici.

Siamo in un ambito privato, ma il risultato è lo stesso. L’interesse politico o economico nei confronti dei musulmani porta a riconoscere eccezioni che possono riverberarsi indiscriminatamente su tutti. Teniamo presente anche l’altro aspetto della questione: le organizzazioni islamiche stanno iniziando a capire che, per ottenere l’applicazione sempre più estesa della propria dottrina religiosa, la strada più facile è solleticare gli interessi politici o economici delle leadership occidentali. Inviti particolarmente allettanti in una situazione di pesante crisi economica e finanziaria internazionale, considerando che soprattutto negli stati arabi ci sono grandi capitali generati dal petrolio che cercano investimenti di cui l’Occidente ha bisogno. Do ut des. Il mondo democratico non dà una bella immagine di se stesso.

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