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L’assunzione di Fluoro per via sistemica è realmente utile ?

E' noto che il Fluoro contrasti la carie dentale ma ci è stato detto che bisogna assumerne ogni giorno una certa dose per via sistemica e, spesso, fin da tenera età. Il fatto che la comunità scientifica abbia ormai assunto che la maggiore azione di contrasto alla carie da parte del Fluoro avviene solo dopo l'eruzione dei denti aumenta il dubbio che non vi sia una effettiva necessità di assunzione per via sistemica soprattutto al di sotto dei 6 anni di vita del bambino.

Il Fluoro è un elemento molto diffuso in natura ed è noto al pubblico perché aiuta la mineralizzazione dei denti e a combattere la carie. La quantità di Fluoro da assumere ogni giorno per via sistemica e per via topica in grado di esercitare questa utile funzione però sembra non trovare più universalmente concordi tutti gli esperti in materia.

La dose giornaliera raccomandata di Fluoro da assumere dalle varie fonti (cibo, acqua, integratori) dovrebbe essere per un adulto di circa 1mg/die. Ciò è sostanzialmente un compromesso tra la percentuale che si ritiene possa raggiungere e fissarsi allo smalto dentale e quella che invece è ritenuta la soglia di sicurezza del Fluoro circolante nell'organismo oltre la quale si può incorrere in seri rischi per la salute come fluorosi dentale, non corretta mineralizzazione delle ossa, aumentato rischio tumorale, irritabilità e danni al sistema nervoso. Poiché con l'alimentazione non si raggiungerebbe che il 40% della dose media raccomandata sono stati introdotti vari sistemi per sopperire a tale presunta mancanza della dieta tra i quali la somministrazione tramite gocce (come ad esempio consigliato in Italia da molti pediatri) e la fluorizzazione delle acque potabili (come ad esempio negli USA).

A distanza di anni sono stati valutati effetti della fluoroprofilassi per via sistemica non sempre positivi o, per meglio dire, non positivi quanto ci si sarebbe aspettato. Studi dell'Università di Palermo, citati in wikipedia inglese (Fluorine) ma non in quella italiana, dimostrano che la Fluorizzazione dell'acqua potabile nei paese più sviluppati non è il sistema più idoneo per ridurre la carie dentale ma basterebbe una corretta igiene orale. L'assunzione di Fluoro per via sistemica sarebbe un metodo efficace solo nelle aree ancora sottosviluppate, come citato, seppur con poca evidenza, anche dall'OMS già da più di 10 anni.

Quello che aiuterebbe a contrastare la carie sarebbe una bassa presenza di Fluoro in bocca, di molto inferiore alle percentuali oggi considerate utili. La semplice e classica pulizia con lo spazzolino e una punta di dentifricio basterebbe a proteggerci dalla carie durante la notte mentre di giorno la normale salivazione assolverebbe al compito.

La domanda che sorge spontanea è quindi: perchè in Italia il Fluoro per via sistemica è raccomandato da molti pediatri come sistema di prevenzione per la carie?

Se è vero che il Fluoro assunto per via sistemica non sempre svolge una azione preventiva efficace, con la somministrazione disinvolta già ai neonati e fino ai 13 anni (età in cui approssimativamente termina il processo di mineralizzazione e quindi i denti sono completamente formati), si rischia di mettere a rischio la salute e il corretto sviluppo dei bambini. Eppure, in letteratura, non si trova uno studio che possa dimostrare con esattezza quanto del Fluoro assunto per bocca poi raggiunga e si fissi allo smalto per cui non è difficile pensare di creare accumuli di Fluoro (coi relativi danni) nell'organismo di qualche bambino anche per trattamenti a basso dosaggio ma che si protraggono per mesi o addirittura anni.

In paesi come l'Italia basterebbe raccomandare un'alimentazione più corretta (meno merendine e bevande zuccherate) e una fluoroprofilassi soprattutto per via topica: lavare i denti dopo ogni pasto e specialmente la sera prima di andare a dormire magari usando un dentifricio fluorato in modo blando dai 6 anni in poi. Fino a quell'età chi vuol rischiare una integrazione sistemica può dar da bere al proprio figlio un'acqua con un contenuto di Fluoro relativamente modesto e comunque facendo in modo di assumere una dose complessiva di Fluoro di molto inferiore a 1mg/die, sempre consultando il pediatra.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.58) 4 dicembre 2013 23:04

    Buonasera, ma lei che scrive è un medico? E da dove ha tratto le sue fonti? Può citare la bibliografia? E la ricerca dell’anno università di Palermo può metterla come allegato? E i materiali e metodi di questa ricerca? E la rilevanza scientifica di questa ricerca? E,s empre questa ricerca, è statisticamente significativa? Attendo sue risposte..... Grazie

    • Di Marco Marini (---.---.---.109) 5 dicembre 2013 03:47
      Marco Marini

      salve, premesso che un postulato non è vero o falso a seconda di chi lo postula ma del contenuto che postula aggiungo che la bibliografia si può consultare presso il database dell’associazione dentisti pediatri europei e canadese (di parere opposto all’omonima associazione statunitense). premesso che se vi sono evidenze che la barriera emato-encefalica non si sa da che età non è più pervia al Fluoro per i bambini, ben sapendo che il Fluoro è un elemento molto tossico per il cervello, specie se si accumula in dosi eccessive e soprattutto perchè non sfido chiuque a dimostrare che non sono rarissimi i casi di bambini o neonati ai quali si monitora il dosaggio di fluoro sistemico. premesso che se sono riuscito io cittadino comune ad entrare in possesso dei pdf dei report dell’associazione dentisti pediatri europei e canadesi solo chiedendo per email a vari dottori universitari io penso che ci possa riuscire chiunque si voglia informare e scoprire la verità come qualsiasi genitore che ha neonati. premesso che basta mandare una mail a qualsiasi dirigente di reparti di neonatologia per chiedere spiegazioni sulle motivazioni scientifiche che stanno alla base della profilassi in oggetto in cartella clienica al momento della dimissione dopo il parto come è capitato a me per capire che non vi sono risultanze scientifiche dell’utilità del fluoro in popolazioni che si lavano i denti con lo spazzolino la sera prima di andare a letto. premesso che la rilevanza scientifica di uno studio non è semplice da stabile data la complessità degli argomenti trattati. premesso che chiunque può contattare l’associazione dentisti pediatri europea, canadese o statunitense e porre le domande che ritiene più opportune e farsi la propria libera opinione senza dover credere a quello che si legge in un articolo, come ho fatto io prima di scrivere il mio. premesso che quando leggo qualcosa non chiedo all’autore i riscontri ma cerco per mio conto alcune informazioni per capire da solo se quello che leggo è una balla o si basa su notizie fondate e solo dopo che ho capito che sono balle gli chiedo le fonti, quindi gradirei che prima lei presenti i suoi studi di modo da capire se lei è un troll oppure una persona davvero impossibilitata a informarsi e quindi bisognosa di riscontri. se lei è un dottore penso non avrà difficoltà a trovare riscontri scientifici di quel che dico o a contattatare direttamente i dottori delle università italiane come ho fatto io e come può fare qualsiasi cittadino. come molti dottori sono stati gentili con me così immagino lo saranno con chiunque altro desideroso di conoscere il risultato delle loro ricerche. ovvio che se le ricerche scientifiche fondate sono considerate solo quelle delle case farmaceutiche allora le faccio i miei auguri. è chiaro che un ricercatore universitario ha come scopo la ricerca della verità mentre un ricercatore pagato da una casa farmaceutica ha come scopo quello di far vendere qualche prodotto. io sono molto interessato alle ricerche che dimostrano l’inutilità di certi prodotti. per dimostrare l’utilità non basta analizzare un aspetto e far finta di dimenticare che alcune sostanze sono molto pericolose. cmq sono sempre ben aperto a qualsiasi contributo che mi dimostri il contrario di quel che ho scritto. cordiali saluti

  • Di (---.---.---.225) 6 dicembre 2013 15:28

    Premesso.... premesso.... premesso....


    ma che è la dimostrazione di un teorema senza dimostrazione?
    postulati veri o falsi, postulati?! Cioè, i postulati sono per definizione veri, pur non dimostrati. Forse parlavi di tesi vere o false. Vere o false a prescindere da chi le enuncia, vere o false per il loro contenuto. Perché i postulati sono veri e basta. O forse il tuo è stato un lapsus, perché pretendi che un lettore prenda per buono quello che scrivi senza porre la minima domanda, appunto come fosse un postulato. Ipse dixit.

    Se fai informazione e vuoi farla bene, sarebbe gentile da parte tua lasciare dei riferimenti riguardo quanto diffondi in modo che chi ti legge possa verificare facilmente il contenuto del tuo articolo. Non sarà obbligatorio, ma sarebbe gentile, per evitare al tuo lettore tutte le verifiche che ti hanno portato alle conclusioni esposte. Il perché è chiaro: se un lettore, per verificare le informazioni che diffondi, è costretto a compiere tutto il percorso che ti ha portato a quelle convinzioni, allora la tua informazione è inutile, non aggiunge niente. Perché per verificarne la veridicità bisogna fare lo stesso cammino che hai fatto tu quando non ne sapevi niente. Se invece lasci un link, un riferimento preciso, una bibliografia, ecco che la tua informazione diventa utile e fruibile: perché permetti ad un lettore di saperne di più su qualcosa senza costringerlo a compiere tutto il percorso di indagine di uno che non ne sa niente.

    Qui non sto parlando della verosimiglianza del contenuto del tuo articolo, che non ho voglia di verificare e do per buono. Ma di metodo. Un’informazione utile serve a semplificare la conoscenza, se invece non snellisce in alcun modo il procedimento necessario per arrivare alla veridicità di tale conoscenza, è un’informazione inutile.

    Non è un caso che quando si fa informazione scientifica si citino bibliografie a supporto e riferimenti vari, perché così non si costringe il lettore a doversi scervellare di suo per capire a cosa ci si riferisca. E i presupposti di una conoscenza, i riferimenti usati, fanno parte della conoscenza stessa, di ciò che si vuole divulgare, non è che ci devono arrivare gli altri e son pigri se non lo fanno. Non citarli è come pretendere che si accetti la dimostrazione di un teorema di cui non sono state specificate le ipotesi.

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