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L’asilo di Militello in val di Catania: l’orrore dietro la porta chiusa

L'asilo di Militello in val di Catania: l'orrore dietro la porta chiusa

Nel paese di Pippo Baudo una maestra d’asilo sorpresa dalle telecamere degli investigatori a rapportarsi con i bambini di pochi anni a ceffoni, a spintoni e con altri simpatici metodi educativi. Nessuna collega aveva mai avuto alcun sospetto che qualcosa non andasse per il verso giusto in quella classe: evidentemente la porta era tenuta sempre ben chiusa.
 
Anche le stanze in cui è stato tenuto Stefano Cucchi dovevano avere le porte ben chiuse: sino a che dal suo decesso si è capito che qualcosa, in quelle stanze, non era andato per il verso giusto.
 
E’ capitato anche al vostro reporter di trovarsi in una stanza chiusa dove accadeva qualcosa di sbagliato, ma nulla di serio, possiamo parlarne tranquillamente. Tanti anni fa, quando era un ragazzino di scuola media, l’incremento della popolazione scolastica aveva comportato la necessità dei doppi turni e per questo motivo si trovò in quarta elementare con un maestro che arrivava in aula con gli occhi lucidi per il sonno: evidentemente l’esigenza della pennichella pomeridiana era per lui essenziale. Dopo aver imposto un disciplinato silenzio alla scolaresca, poneva le braccia incrociate sulla cattedra, vi poggiava sopra la testa e, brillantemente, si addormentava. La lezione iniziava solo dopo il salutare riposino. E la mamma del vostro reporter, maestra elementare anche lei, strabuzzava gli occhi quando il suo figliolo gli raccontava di questo andazzo: in quinta si ritrovò in un’altra sezione.
Purtroppo questo andazzo delle porte chiuse è estremamente diffuso nel nostro Paese e quanti vorrebbero più trasparenza trovano tenaci oppositori. Recentemente sempre il vostro reporter si è ritrovato messo sull’attenti ed aspramente rimproverato da un docente di un istituto superiore dove il proprio figliolo, un disabile, sta seguendo un corso per il conseguimento della patente europea del computer. Eppure il figliolo non è in grado di togliersi e di mettersi il giubbotto da solo all’arrivo in classe ed al momento di andar via e nessun soggetto ha l’obbligo di aiutarlo in questo. Tutto ciò nulla valeva per il docente, preoccupato dell’eventuale arrivo di un ispettore che avrebbe potuto invalidare la prova d’esame in corso perché la porta dell’aula era aperta. Ma quale regolamento sul rilascio della patente europea del computer dispone che le prove d’esame debbano avvenire a porte chiuse? Quali segreti di stato sottendono i test sull’utilizzo dell’Office ?
 
Comunque sia di ciò, ritorniamo alla dolce maestrina di Militello Val di Catania. Una associazione per la tutela dell’infanzia ha tratto ragione dall’episodio per proporre di rendere obbligatori periodici controlli sulla tenuta mentale degli istitutori; qualcosa di simile a quello che era stato ipotizzato tempo addietro per i magistrati inquirenti, la cui attività non brilla certo per trasparenza.
 
Il problema, però, non è accertare se qualcuno che si chiude la porta dietro sia o meno uno squilibrato; il problema è che le porte devono restare normalmente aperte, anzi le stesse pareti delle stanze devono diventare trasparenti come il vetro. Se vogliamo che le persone come la maestra di Militello Val di Catania siano immediatamente individuate e neutralizzate.

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