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L’agenzia di stampa AP spiata per due mesi dal governo USA

Nell'arco di due mesi il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intercettato segretamente raccolto le registrazioni di venti linee telefoniche dell'agenzia di stampa Associated Press.

Per una sessantina di giorni il governo ha monitorato le chiamate in uscita dai telefoni delle redazioni di New York, Hartford, Washington, i portatili dei singoli giornalisti e i telefoni aziendali.

Il motivo? Si dice che il governo statunitense tentasse così di individuare i responsabili di una fuga di notizie di qualche mese fa, del maggio 2012, quando l'Associated Press aveva diffuso lo scoop su un piano di Al Qaida sventato dalla CIA che aveva l'obiettivo di far esplodere una bomba su un aereo diretto verso gli USA, e non si riusciva a indentificare il responsabile della soffiata.



Il presidente e amministratore delegato dell'AP Gary Pruitt ha quindi chiesto alle autorità governative, tramite una lettera di protesta, la restituzione delle conversazioni telefoniche e la distruzione di tutte le copie, denunciando il fatto che cercare e ottenere in modo così subdolo le informazioni non è giustificabile, qualunque sia il movente delle indagini.

L'amministrazione Obama in questi anni ha condotto controlli serratissimi sulla stampa, e sei processi sono stati avviati su membri del governo sospettati di aver passato informazioni segrete ad alcune testate.

Intanto Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, prende le distanze dall'accaduto spiegando che questo tipo di indagini sono esclusivamente di competenza del Dipartimento di Giustizia.

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