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L’Italia sul Due. Torna con prepotenza la romenofobia sulla Rai

Durante la popolare trasmissione d’intrattenimento di Raidue “Italia sul Due“ la giornalista di Odeon Tv Caterina Collovati ha definito le donne romene come delle bieche arpie.

Prepotentemente, in maniera inattesa e sapientemente manipolando un servizio di cronaca, lunedì 12 Ottobre, nel primo pomeriggio, Raidue ha nuovamente dato stura all’ormai tristemente noto fenomeno della “romenofobia”, manipolando una popolare trasmissione d’intrattenimento quale “L’Italia sul Due” ed indirizzandola in maniera tale da suscitare nel telespettatore, spesso in età avanzata, un rinnovato terrore verso tutte le donne provenienti dalle parti di Bucarest.

Italiani state attenti alle badanti od alle colf provenienti dalla Romania. Più che prendersi cura delle persone inabili e non autosufficienti della vostra famiglia, con particolare riferimento agli anziani, al solo scopo di svolgere onestamente il loro mestiere, esse hanno come obiettivo quello di prendersi cura dei soldi custoditi in banca e degli immobili di proprietà dei loro assistiti. Già al momento della partenza dalla Romania queste donne sono state sapientemente istruite sul da farsi ed una volta in Italia si comporteranno di conseguenza a guisa di incallite mantidi” questo è stato il succo del discorso emerso nel corso della popolare trasmissione condotta in studio da Lorena Bianchetti e Milo Infante.


Ad onor del vero la trasmissione si occupava si di un fatto di cronaca avvenuto in una città emiliana ove un anziano aveva diseredato i nipoti dopo essersi unito in matrimonio con una badante russa di quasi cinquant’anni più giovane di lui a cui aveva lasciato ogni suo avere e che per questo era stata denunciata di circonvenzione d’incapace, ma il giornalista che aveva curato il servizio sul fatto di cronaca aveva per l’appunto parlato di badanti russe, al massimo ucraine, non romene. In studio, invece, grazie all’intervento della giornalista Caterina Collovati di Odeon Tv, la televisione nota per avere riportato all’onore degli schermi il piduista aretino Licio Gelli che trent’anni fa cospirò contro la democrazia in Italia, il discorso si è incentrato sulle collaboratrici familiari e sulle badanti immigrate di nazionalità romena. A proposito la Collovati, moglie del difensore della nazionale italiana campione del mondo nel 1982 in Spagna, è stata nettissima: “Le famiglie italiane devono temere le donne di una ben specifica nazionalità, le romene. Sono tutte naturalmente delle arpie, interessate solamente ai beni ed ai patrimoni dei loro assistiti” ha detto, aggiungendo poi che “mentre un’italiana od una donna di un’altra nazionalità sicuramente nello svolgere questo genere di lavoro userà solamente professionalità e correttezza, la romena è purtroppo molto diversa e cercherà a tutti i costi solamente il matrimonio con il malcapitato autoctono per sottrargli ogni bene”. Addirittura si è ulteriormente sbilanciata asserendo che “quando un nostro vecchietto italiano sta male un’altoatesina o una napoletana corrono a chiamare il 118, una romena corre in banca ad estinguere in conto dell’infermo”.

Le dichiarazioni della Colombari sono state suffragate in trasmissione da una soubrette russa sua conoscente, tale Ludmilla Radcenko. “E’ vergognoso che voi italiani usiate i vostri soldi destinati al servizio pubblico televisivo solamente per gettare palate di fango contro di noi” la ringhiosa risposta di parecchie donne romene, anche con una posizione faticosamente acquisita nel nostro paese. “Non neghiamo che qualcuna di noi possa approfittare di certe situazione ma ricordatevi che non siamo delle delinquenti nate come pensate voi e forse vi converrebbe guardare anche alle donne di altre nazionalità invece che assolverle tutte e gettare continuamente fango solamente su di noi. Quando ci obbligherete a girare per le vostre strade con una stella gialla cucita sul petto?” aggiungono poi profondamente indignate.

Il fatto è che il programma dal quale la Collovati ha lanciato i suoi proclami indirizzati solamente verso una ben determinata categoria di immigrati individuata per sesso e nazionalità viene finanziato con i soldi di tutti gli italiani e fa parte del servizio pubblico. Per ora tacciono i vertici della Rai: silenzio da parte del Presidente Garimberti, già giornalista di Repubblica, e del Presidente della commissione parlamentare di vigilanza Zavoli, una vita spesa al servizio della Rai. La tanto temuta romenofobia, che unisce in un unico afflato gli italiani e gli immigrati di altre nazionalità presenti nel paese ha forse ripreso vigore come temeva l’ambasciatore romeno a Roma Rusu.

Commenti all'articolo

  • Di Michele Marchetti (---.---.---.223) 3 novembre 2009 16:22

    Tanto si potrebbe dire di questa trasmissione che talvolta mi è capitato di seguire.
    Come in molti altri talk show, argomenti di grande importanza e delicatezza, oltre ad essere accostati ad argomenti di bassissimo livello, vengono gettati in pasto ai commenti di persone incompetenti, ignoranti e chi più ne ha più ne metta. Al di là dell’antipatia del conduttore Milo Infante, la presenza di certi ospiti è veramente inopportuna. Personaggi come la Collovati sono estremamente dannosi a qualsiasi tipo di causa, a favore o contro dell’argomento trattato proprio per l’incompetenza, il qualunquismo e l’ignoranza con cui vengono affrontati i discorsi. Si legittimano e spalleggiano talvolta atteggiamenti di razzismo sessismo odio non tollerabili e che passano in televisione con quel tono ridanciano da trasmissione del pomeriggio, appunto!
    Penso che i media e soprattutto questi salotti televisivi debbano porre estrema cautela nel trattare certi argomenti allo scopo del bene comune, capire l’importanza che hanno sull’opinione pubblica, mettere gente competente a discutere oppure non discuterne affatto!

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