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L’Italia non aspetta ancora la banda larga

L'Italia non aspetta ancora la banda larga

Vi ricordate la legge sulla banda larga? Bene, vado a mente. Il governo Prodi aveva deciso l’ADD ossia l’Anti Digita Divide per consentir a tutti l’accesso ad Internet ad alta velocità (con un minimo di velocità da 2 a 20 Mbps), rimuovendo gli ostacoli della legge Urbani (del primo governo Berlusconi) con una legge del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni che prevedeva di stanziare 1,4 miliardi per la diffusione della banda larga su tutto il territorio nazionale entro il 2011.
 
Questo voleva dire costruire e stendere una backbone (dicono gli esperti, una "dorsale" per i più semplici) in fibra ottica di nuova tecnologia, ossia di plastica e non di fibra di vetro più costosa e pesante. Ma il progetto prevedeva che dovesse essere bipartisan, cioè doveva convolgere tutti i soggetti del settore sia tecnici che politici che spaziavano dalla telecom alla Gordon Brown dal progetto che prevedeva un massimo di 20 Mbps fino a quello che raggiungeva anche i 100Mbps. Fatto sta che dopo un po non se ne senti più parlare.


Con il governo Berlusconi in uno spot da Vespa si proclamò la fine del Digital Divide con la stesura fin dentro l’ultimo miglio (ossia fino in prossimità di ogni abitazione) di fibra ottica. Segui la presentazione del piano del ministro Romani che di miliardi si arrivò a 1,47 (rispetto agli 1,4 del Governo Prodi) e il termine fu spostato al 2012. Poi non se ne sentì più parlare. Fino a che Brunetta sparò un altro spot questa volta, ancora di 1,4 miliardi, smentito però da Letta sia da Tremonti dicendo che "l’acqua è poca e la papera non galleggia".
 
In altre parole non ci sono soldi. Questo suscitò le proteste in primis di tutti gli appaltanti che si erano sentiti rassicurati dal ministro Brunetta e che già sentivano il tintillar di quattrini. Tutto stop, nisba! Allora ci fu un consiglio dei ministri (CdM come si dice adesso) in cui fu Berlusconi stesso che disse di trovare almeno 800 milioni per tamponare ed avviare le opere. Gran sospiro di sollievo per tutti, ma sopratutto di Bertolaso e dei suoi accoliti. Brunetta disse che in primis la fibra doveva passare per gli uffici del ministero, poi vicino casa sua, poi nel Veneto dove risiede e specialmente a Venezia visto che li non si deve scavare, ma solo posare il cavo in acqua. Tutti cominciarono a tirar dalla propria parte fino a che non risultò che non solo gli 800 milioni non sarebbero bastati, ma neanche i 1,47 miliardi originali. Arrivò Tremonti e disse "l’acqua è poca e la papera non galleggia" Ancora nisba! Sconforto e scoramento di tutti. Le escort ritornarono ai loro antichi clienti, i village si ritrovarono con i loro antichi muscolosi clienti palestrati. Ora nuovo scoop! Renzo Turatto, capo del dipartimento per digitalizzazione e dell’innovazione della Presidenza del Consiglio, ha dichiarato che la prossima riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica sarà quella decisiva: saranno disponibili sicuramente 400 milioni.

Questa volta però, le escort non si sono mosse, i village hanno continuato la loro tediosa attività quotidiana e all’unisono hanno affermato "prima vedere soldi e poi dare cammelli".

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