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 Home page > Attualità > Società > L’Italia è un Paese razzista? L’omicidio di Fermo e l’odio razziale

L’Italia è un Paese razzista? L’omicidio di Fermo e l’odio razziale

Arrivare in Italia e morire. Pensare di poter ricominciare e ritrovarsi sotto tre metri di terra con la vita che ti ha abbandonato per sempre Emanuel e sua moglie Chimiary era fuggiti dalla Nigeria per sfuggire a Boko Haram che aveva assaltato una chiesa cristiana. In quello scoppio erano morti i genitori ed una figlioletta della coppia. 

Nemmeno il tempo di piangere e i due si rimettono in marcia per la Libia, dove conoscono l’orrore dei trafficanti di uomini, la loro violenza, ma stringono i denti e resistono. Alla fine si mettono su quei gommoni e durante la traversata Chimiary abortisce. Sbarcano a Palermo ed la coppia trova ospitalità nell’episcopio di Fermo, dove i due attendono da richiedenti asili il permesso di soggiorno. 36 anni la vittima, 24 anni la moglie. Emanuel muore pestato per difendere Chimiary insultata da due uomini seduti sulla panchina in via XX settembre a Fermo. I due avrebbero cominciato ad inveire contro la donna chiamandola "Scimmia africana" e quando il marito si è avvicinato agli uomini in panchina per difenderla, l’odio dei bianchi è esploso con una veemenza tale, da ridurre in fin di vita Emanuel. 

Una storia da brivido. Una storia che non si può accettare, che evoca i fantasmi del passato che si stanno materializzando al punto tale, da seminare odio e morte. Non vorrei svegliarmi un giorno e ritrovarmi a vivere in una Paese razzista. Si fa fatica già ora a rimanerci, per via delle ingiustizie che diventano sempre più profonde e di una realtà che riesce a parlare solo di numeri, banche, Europa. Un’Europa divenuta stranamente un impero a guida tedesca, che sta solo provocando lutti e divisioni. No, non voglio ritrovarmi a sentire dentro di me l’angoscia che avverto difronte a simili storie che tengono conto solo del colore della pelle di un uomo, ignorando la sofferenza, la mancanza di pace, la possibilità di vivere per ogni essere umano serenamente, seppur tra mille difficoltà, la vita di un normale menage famigliare.

Cosa ne sanno gli scienziati monetari di come si vive senza un lavoro, con zero soldi in tasca, con la voglia di riscattarsi e l’impossibilità di farlo. La miseria non ha colore, è una brutta bestia che condanna l’uomo all’indigenza bianco o nero che sia, e non si possono sparare addosso agli altri le proprie frustrazioni. I dannati della terra arrivano sulle sacre sponde dell’Occidente pensando che prima o poi volteranno pagina. Intanto su di loro si arricchiscono le organizzazioni criminali o le associazioni che a vario titolo prendono quattrini, mentre loro vagano come anime perse nelle città, dormendo a terra, litigando tra loro. Vengono ampiamente sfruttati. Il capitale ha bisogno di loro. Un ospite del Cara di S, Anna dove queste persone vivono in condizioni disastrose, davanti ai microfoni del tg3 Calabria, ha dichiarato di lavorare 20 h nei campi per 20 euro al giorno. Venti euro, decurtate dalla spesa per una bottiglia d’acqua. Eccoli i nuovi schiavi dei una globalizzazione che ha riportato alla ribalta gli imperialismi, la schiavitù, la guerra tra i popoli. No, non è vita questa, né per loro né per noi. Insieme rappresentiamo la due facce di una stessa medaglia e non posso accettare frasi del tipo "negro, scimmia tornatene indietro".

Siamo sicuri che nel cuore di queste persone non ci sia la voglia di ritornare alle loro abitudini di vivere la loro terra abusata da dittatori e negrieri, gente senza scrupoli che li stanno sradicando per soldi, sporco e vile denaro. No, io non ci sto a tutto questo. Per me ogni essere umano è sacro e va rispettato nella sua umanità.

Sono i giochi di potere che non sopporto più, questo strano modo che degli assatanati hanno creato, per avere nelle loro mani i destini di tanti uomini e donne che dovrebbero avere la capacità di scegliere cosa fare o dove andare.

Peccato che a scegliere ci siano altri per noi e questo va impedito il prima possibile.

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