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 Home page > Tribuna Libera > L’Italia di De Gregori nell’intervista sul Corriere

L’Italia di De Gregori nell’intervista sul Corriere

Un grande cantautore, mai messo in discussione. Una volta un uomo di sinistra. Ma questo non vuol certo dire che capisca di politica.

Data l’intervista al Corriere, anzi, si potrebbe dire che di politica non capisca davvero un accidente. Si, parlo di uno dei grandi miti della sinistra artistica italiana, Francesco De Gregori.

L’intervista a Cazzullo è l’emblema di un paese in declino, che si lamenta, che parla per sentito dire, ma che non fondo non dice nulla se non una serie di banalità. Viva l’Italia!

De Gregori compra 6 giornali (solo quando viaggia, pare) ma non li legge perché si stanca subito. E questo si capisce benissimo dall’intervista – non legge, non sa, non si informa. Ma ovviamente può catchizzare tutti dall’alto della sua fama artistica.

Dice di essere di sinistra, e si rifà alle cose della sua giovinezza: i poveri devono essere meno poveri, bisogna redistribuire. Già, tutti d’accordo. Poi però vota Monti.

Non seguendo la politica si deve essere perso qualche passaggio: una riforma delle pensioni che penalizza i più poveri, una riforma del lavoro che toglie garanzie e diritti.

Ma tanto, per sentito dire, è sempre colpa del sindacato, che ostacola lo sviluppo. Di quale sviluppo parli, non è dato sapere, forse quello del compagno Marchionne, che sembra avere una idea di sinistra simile a quella di De Gregori.

Che barba ste idee demodè da fighetti come lo slow food – come se l’agricoltura non fosse il centro dei problemi dello sviluppo mondiale – o sti protestatari a prescindere come i NO TAV – anche se con i soldi della Torino-Lione si metterebbero a posto le ferrovie regionali a vantaggio di quei lavoratori pendolari che De Gregori dice di sostenere, a parole. I fatti, quelli, prima o poi arriveranno. Intanto lasciamo che l’Italia, invece che dal cemento venga uccisa dai buchi.

Poi passiamo all’attualità politica. Berlusconi pensa solo ai suoi interessi, ma molto meglio un governo con lui che con Grillo, figuriamoci. Grillo fa paura, Berlusconi, evidentemente, non tanto. Roba da osteria, di quelle dove il grado di alcolismo sale durante le sere e le analisi, i pensieri, lasciano spazio alle battute da bar. Roba buona per una intervista di Cazzullo.

Ma De Gregori ha un passato impegnato, e quindi la battuta è sempre un pò ad effetto, sempre un pò più pensata. Ed allora, che palle con le beghe personali di Berlusconi – così personali che hanno sfaldato governo e maggioranza – mi sarebbe piaciuto si parlasse un pò più dell’ILVA.

Giusto, perbacco, sottoscriverei. E cosa avrebbe voluto dire De Gregori sull’ILVA? Che so, che il governo Monti, che lui ha votato, ha cercato di aggirare le sentenze della magistratura, che ha mandato un prefetto che organizzava i blocchi stradali, che cambia i valori di inquinamento a piacimento per continuare a macinare soldi?

Ma tutto questo Alice – pardon, Francesco – non lo sa. Non ha letto i giornali.

Di Nicola Melloni

Foto: Andrea Sartorati/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.110) 31 luglio 2013 16:06

    "...per quelli che son stanchi o sono ancora incerti" era il verso di una canzone degli anni Sessanta. Il povero DeGregori é certo stanco. E quando si é stanchi é meglio appoggiarsi sul qualcosa che dia sicurezza: il papaFrancesco. Sono quasi duemila anni che sopravvivono dunque avranno solide fondamenta. É certo, come tu dici che é un sintomo della decadenza della popolazione italiana. Tuttavia vorrei aggiungere che é sopratutto un effetto della decadenza dei media e di tutti quelli che sono dipendenti dai media e che non consultano che i media. Certo lui compra sei giornali, dice, non li legge ma anche se li leggesse senza una preparazione critica abboccherebbe a tutte le esche. Credo che la popolazione italiana, quella attiva mentalmenmte, ha una certa preparazione critica, vedi le varie fasi di movimenti, come i viola, gli studenti, i metalmeccanici, le mobilitazioni su temi come NoDalMolin, i movimenti in Sicilia, le rivolte di Rossano, etc. La crisi é sopratutto segnata dalla mancanza di una cultura operaia che prospetti un cambiamento radicale dell’esistente. Ma questo é un altro punto.

  • Di (---.---.---.34) 1 agosto 2013 22:55

    Ma perche’ Melloni critica la "preparazione" di De Gregori e non offre un solo argomento serio per contestare le opinioni del cauntatore?
    Tipico di molta sinistra: il nemico dice per definizione sciocchezze, ma l’amico che dissente in modo originale non e’ un buon utilizzatore delle proprie sinapsi, ma un matto da ricovero.
    Almeno, nel silenzio della sua celletta avra’ tutto il tempo per leggere tutta la stampa italiana ed estera che, per fortuna, ci spiega che pensiamo, mentre beviamo il caffe’!

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