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L’Isis non ha distrutto Nimrud e Hatra

Non sono mai avvenute le distruzioni annunciate da parte dello Stato islamico dei siti archeologici iracheni di Nimrud, Khorsabad e Hatra. Ad affermarlo è il team di esperti internazionali del progetto Shirin che hanno preso visione delle immagini satellitari provenienti dai siti interessati che non presentano “distruzioni evidenti”.

(di Alberto Savioli, per SiriaLibano)

All’indomani della pubblicazione del video che mostrava la distruzione di alcuni importanti reperti archeologici del museo di Mosul (assieme ad alcune copie in gesso) e del sito di Ninive, le autorità irachene annunciavano la distruzione con il bulldozer dei siti di Nimrud, Khorsabad e Hatra.

Ninive, Nimrud (l’antica Kalhu – la biblica Calah) e Khorsabad (l’antica Dur-Sharrukin, “la fortezza di Sargon”) tra il IX e il VII sec. a.C. sono state le capitali di quello che si può considerare il primo impero territoriale della storia. Qui hanno regnato i sovrani assiri immortalati con le loro gesta nelle pagine della Bibbia e nei rilievi conservati al British Museum di Londra e al Louvre di Parigi: Tiglath-pileser III (744-727 a.C.), Sargon (722-705 a.C.), Sennacherib (705-681 a.C.) e Assurbanipal (669-631 a.C.).

Hatra invece, fiorì tra il II e il I sec. a.C. come centro commerciale e religioso dell’impero partico. Da Hatra provengono le statue distrutte al Museo di Mosul e riprese nel famoso video dell’Isis.

Tuttavia, secondo quanto annunciato dal progetto Shirin che fa capo a un team di esperti, le distruzioni di questi tre importanti siti archeologici non sarebbero mai avvenute: “Abbiamo tutti gli elementi necessari per valutare la situazione, Shirin, in contatto con UNOSat attraverso il World Heritage Centre (UNESCO) e in contatto con altre fonti, conferma che i presunti danni o distruzioni di Nimrud, Khorsabad e Hatra, annunciate da una fonte governativa di Baghdad, non sono confermate. Le più recente immagini satellitari non rivelano alcuna evidente presenza massiccia sia umana che meccanica, non ci sono visibili distruzioni. Rileviamo l’assenza della rivendicazione da parte dello Stato islamico. Facciamo notare che non abbiamo alcuna conferma da fonti di fiducia di Mosul o della provincia di Ninive”.

Pur non minimizzando le azioni distruttive dell’Is, e ricordando le distruzioni dei Lamassu (tori androcefali) del Museo di Mosul e della porta di Nergal sul sito di Ninive, oltre che della tomba di Giona a Ninive e di altri edifici di importanza storica e religiosa, Shirin fa appello alla deontologia professionale e alla verifica delle fonti dichiarando: “Insistiamo sul necessario controllo incrociato delle informazioni”.

 

 

 
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