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L’Ici non pagata e la palestra abusiva del ministro delle pari opportunità

Prime grane e primi scandali per i ministri del Governo Letta. Il Fatto Quotidiano pubblica un documento del Comune di Ravenna dal quale risulterebbe che Josefa Idem, da meno di due mesi ministro per le Pari Opportunità, non avrebbe pagato l'Ici sulla seconda casa dal 2008 al 2011. 
 
Un "ministro tedesco all'italiana?" si chiede non senza malizia l'autrice dello scoop, Martina Castigliani. La ministra in quota Pd avrebbe dichiarato come propria residenza principale, fino al 4 febbraio 2013, una casa in Via Carraia Bezzi, a Santerno, provincia di Ravenna. La famiglia ed il marito della Idem, però, risiedono solo a pochi metri di distanza, in via Argine Destro Lamone. Una doppia residenza?
 
“Con riferimento all’Ici risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi che il fabbricato di Argine Destro Lamone, e conseguentemente non hanno corrisposto l’Ici per gli anni 2008 al 2011, fruendo dell’esenzione prevista per legge”, si legge nei documenti del Comune di Ravenna. "Una dimenticanza", secondo la famiglia. 
 
Ma l'impiccio non si chiude qui. L'affaire edilizio coinvolge anche una palestra, la "Jajo Gym", che ha come sede proprio la casa di via Bezzi, prima residenza dell'ex canoista olimpica. 
 
Secondo un accertamento di illecito dell'11 giugno, “non risulta la conformità edilizia e l’agibilità della struttura”, qualificata come abitazione ma utilizzata, pare, come un'attività commerciale a tutti gli effetti. 
 
Spetta alla ministra, ora, chiarire i due fatti. Il capogruppo del Senato del M5S Nicola Morra depositerà un'interrogazione sulla vicenda anche se, ha dichiarato il senatore pentastellato, spera si tratti solo di "uno spiacevole equivoco”. Lo speriamo anche noi. 
 
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.40) 23 giugno 2013 20:12

    C’è poco da chiarire, dovrebbe solo sloggiare dal ministero. In un paese civile non sarebbe durata una settimana, ma da noi è diverso. Un paese dove una casta inamovibile, priva di responsabilità per gli atti compiuti, che si rifiuta pervicacemente di sottostare ai controlli di legalità, che ha da sempre rapporti con mafie e massonerie, che ha fatto del clientelismo il principale strumento di raccolta del consenso, che ... ... ... un paese così può anche tenersela per ministro.

  • Di (---.---.---.142) 24 giugno 2013 10:00

    sono commercialista: non è possibile dichiarare la residenza principale e quindi usufruire della detrazione per due diversi appartamenti, è la primissima cosa che vedono le macchine dell’ufficio tributi del comune; ovvero non è una cosa nella quale la ministra avrebbe voluto farla franca.. non sono di parte e per questo posso affermare, senza ombra di smentita, che tutto questo sensazionalismo su di un fatto del genere io lo trovo esagerato..

    • Di paolo (---.---.---.138) 24 giugno 2013 11:54

      Guarda commercialista che dal 2008 al 2011 (prima dell’introduzione dell’IMU) l’ICI sulla prima casa semplicemente non era dovuta .

      La Josefa ,dichiarando due prime case ,ha ciurlato (semmai bisogna vedere se lei o chi per lei anche se la legge non ammette l’ignoranza) il fisco.
      Aggiungici che probabilmente ci sono anche irregolarità edilizie e di destinazione d’uso dei locali e hai il quadro di una tedesca molto "naturalizzata " italiana .

      La sua difesa televisiva ,con l’avvocato accanto ,è stata semplicemente penosa e del tutto inadeguata . In sostanza ha dichiarato che essendo plurimedagliata olimpionica il fatto era da derubricare in "volemeose bene" , con eventuale multa . Vada se era cittadina normale ma essendo ministro ,accertate le violazioni ,la signora Josefa deve smammare .E alla svelta.

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