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L’Honduras protesta, il governo manda in piazza l’esercito

Almeno due morti, decine di feriti tra partecipanti e passanti, altrettante decine di fermi e arresti. Gas lacrimogeni, proiettili veri, pestaggi.

L’Honduras è di nuovo in piazza, ormai da tre mesi, per protestare contro le riforme del sistema sanitario ed educativo.

Il governo agisce nel consueto modo: con la repressione, dal 20 giugno appoggiata anche dall’esercito, impiegato con funzioni di mantenimento dell’ordine pubblico, in chiara violazione del diritto internazionale.

Il Comitato delle famiglie degli scomparsi in Honduras ha denunciato oltre 60 feriti dal 29 aprile al 4 giugno. Solo il 19 giugno – e questi sono dati ufficiali – vi sono stati due morti e 19 feriti, 16 dei quali a colpi di arma da fuoco.

In una lettera aperta inviata al presidente Juan Orlando Hernández, Amnesty International ha sollecitato il governo a garantire i diritti umani durante le proteste e a non ricorrere alla forza se non quando effettivamente necessario per salvare vite umane.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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