• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > L’Associazione Nazionale Magistrati nel “teatrino della politica”

L’Associazione Nazionale Magistrati nel “teatrino della politica”

Da alcuni mesi, con l’accendersi del pubblico dibattito sulla riforma del sistema giudiziario, abbiamo avuto una new entry nel cosiddetto “teatrino della politica” romano, e precisamente l’Associazione Nazionale Magistrati, Associazione di categoria delle nostre toghe.

Il suo principale esponente è il dottor Luca Palamara, ormai una presenza fissa nei telegiornali.
 
La ricetta del Presidente Palamara per il sistema giudiziario è, per così dire, minimalista: accorpamenti degli uffici giudiziari, accorpamenti dei riti del processo civile, eliminazione di formalismi del processo penale, qualificazione del personale amministrativo. Ben lontana, dunque, dalla truce ipotesi, ormai in gran voga, di netta separazione fra Magistratura Inquirente e Magistratura Giudicante, sino all’estrema conseguenza dello sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura.
 
A guardar bene, però, nessuna di queste ricette va oltre i “pannicelli caldi”. A riprova tutte esse non avrebbero avuto alcun impatto su un caso concreto come i fatti del G8 di Genova 2001. E più che “pannicelli caldi”, per il nostro sistema giudiziario sarebbe invece necessaria una “rivoluzione copernicana”.

 
Nell’odierno sistema giudiziario ritroviamo al centro la norma e le sue problematiche (la sua formazione, la sua interpretazione, la sua applicazione, etc.); ed attorno ad essa gira l’economia, la politica, l’etica, etc., gira tutta l’Umanità. Il vostro reporter  vorrebbe provare a fare il contrario, ossia vorrebbe provare a mettere al centro l’Umanità ed a far girare intorno ad essa la norma: non l’uomo in funzione della norma, ma la norma in funzione dell’uomo.
 
Così facendo appare del tutto evidente che l’espressione delle proprie idee mediante il lancio dei sampietrini divelti dalla pavimentazione stradale ed i conseguenti gravi danneggiamenti agli edifici della città di Genova non è affatto da tutelare secondo i principi di Voltaire, anzi va fortemente combattuta e contrastata per il rispetto dell’Umanità dei cittadini di Genova; appare anche che rompere le teste di pacifici dormienti in una scuola pubblica destinata proprio a dormitorio, e parliamo della scuola Diaz di Genova, è fortemente lesivo dell’Umanità dei dormienti in questione; prefabbricare, poi, prove false, come le bombe molotov fatte ad arte in occasione dell’incursione alla scuola Diaz, per giustificare il proprio comportamento illecito è un reato al quadrato perché tocca profondamente l’Umanità dell’intera comunità nazionale, la quale segue ogni giorno procedimenti penali basati su indagini svolte dalle forze dell’ordine e vorrebbe essere rassicurata che la giustizia non abbia talora, diciamo così, “improprie spintarelle” nel prendere le sue decisioni ; ed infine l’applicazione del principio di responsabilità nella trasparenza comporta il rispetto dell’Umanità dell’intera comunità nazionale mediante l’individuazione e l’immediato sanzionamento dei “fabbricatori di molotov false”, cosa mai avvenuta (lo spostamento del dottor De Gennaro da un Ministero ad un altro ricorda al vostro sicilianissimo reporter un celebre passo di Tommasi di Lampedusa sulla necessità di cambiare tutto per ottenere di mantenere le cose esattamente come stanno).

Su quest’ultimo punto occorre chiedersi: se qualcuno viene aiutato a non subire le conseguenze derivanti dalle sue stesse decisioni, quale motivo avrà in futuro per prendere decisioni corrette ?
 
Guardate come cambiano le cose se è l’Umanità ad essere al centro con la norma che gli gira intorno in sua funzione, e non il contrario! Ci pensate quante cose sarebbero da cambiare nei regolamenti e nelle procedure del nostro sistema giudiziario? Vi rendete conto, ad esempio, cosa significherebbe per l’imputato poter dare la propria versione dei fatti già in sede di attività istruttoria? E quante cose sarebbero da cambiare in ogni aspetto ed in ogni passo di un procedimento giudiziario? E quante castronerie si eviterebbero, del tipo la detenzione del padre dei fratellini di Gravina o il rinvio a giudizio del giovane accusato dell’omicidio di Chiara Poggi ?
 
Insomma, non si tratterebbe proprio di “pannicelli caldi” e, probabilmente, finiremmo per non vedere più il Presidente Palamara in ogni telegiornale.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.153) 30 ottobre 2009 11:11

    Basterebbe frenare il ricorso alla pratica del rinvio per ridurre drasticamente i tempi del processo. E’ solo un piccole esempio. Immagino le risate di Putin quando Berlusconi gli ha detto di essere perseguitato in Italia da magistrati comunisti oppure quando, parlando di libertà e democrazia, ha sentenziato: ghe pensi mi! Palamara da voce agli interessi di categoria, Berlusconi pensa ai suoi guai giudiziari .. e al cittadino chi ci pensa? (questo e altro => http://forum.wineuropa.it

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares