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L’Aquila: le Linee Guida per la ricostruzione – IV parte

L'Aquila, 28 feb 2011 - L’avviso pubblico della Stm per i Comuni (maggio 2010). Il secondo Avviso pubblico della Stm, quello del 5 maggio 2010 è relativo ai comuni del cratere, ma è assolutamente analogo quanto a struttura e contenuti, pertanto rinviamo a quanto già pubblicato nella seconda e terza parte. Da far rilevare che in questo secondo avviso, c’è un’ampia seconda parte che esemplifica i contenuti dei Piani di Ricostruzione e delle Proposte di intervento, su quanto fatto dal primo Avviso in relazione alla città dell’Aquila, con relative carte. Ed è bizzarro, per un documento relativo invece agli altri Comuni del cratere sismico, in considerazione soprattutto che l’ente emittente è una struttura tecnica.

Le LINEE DI INDIRIZZO STRATEGICO della STM per la ripianificazione del territorio (luglio 2010).

Una ampia prima parte di carattere generale, denominata Diagnosi, descrive: il territorio collocato nel suo spazio nazionale ed europeo, i paesaggi e gli spazi naturali, le dinamiche socio demografiche, le dinamiche economiche, il turismo, le reti di trasporto, il contesto istituzionale; il tutto riferito all’Abruzzo in generale.

Una “diagnosi”, a parere di chi scrive, inutilmente ridondante e che appesantisce la lettura del documento: oltre un terzo del documento, infatti, (54 pagine su complessive 141) è dedicato a quella che sembra una tesina sulla regione, con molte informazioni utili ma che sono del tutto fuori tema.

Una seconda parte, Obiettivi per lo sviluppo sostenibile, affronta in modo ancora molto generico “gli indirizzi strategici per la ripianificazione di questo territorio”: organizzare il sistema territoriale del cratere in uno spazio multipolare e differenziato; preservare il sistema degli spazi naturali e rurali, tutelando attivamente le risorse patrimoniali non riproducibili; pensare lo spazio urbano; sostenere lo sviluppo economico puntando sulle eccellenze; consolidare e promuovere il potenziale turistico; garantire un sistema di trasporti sostenibile, assicurando l’integrazione del territorio all’interno delle reti nazionali e transnazionali.

A ben vedere dunque, - è sempre il punto di vista di chi scrive- tematiche relative a qualsiasi tipo di pianificazione territoriale, come se non si stesse trattando di una zona geografica, fisicamente circoscritta ai confini del cratere sismico, devastata da un forte terremoto.

Esaurite le prime 80 pagine si arriva finalmente alla terza parte, che riguarda le Linee di indirizzo strategico. “La ripianificazione dei territori del Cratere sismico” – si legge nel documento – “deve proporreun’alternativa alla dispersione insediativa e alla frammentazione ulteriore dell’armatura urbana. Le linee di indirizzo strategico ne stabiliscono i principi inderogabili.” Secondo la STM “quale che sia la localizzazione, il tipo di spazio, le forme dell’urbanizzazione e gli usi prevalenti, le seguenti 5 linee di indirizzo strategico dovrebbero essere rispettate in modo rigoroso e coerente in sede di formazione ed attuazione di politiche territoriali: una rete di centralità, economia di spazio, coerenza tra urbanizzazione e trasporto pubblico, precauzione dai rischi naturali, polifunzionalità e qualità degli spazi urbani”.

Esaminiamo le diverse “linee”. Una rete di centralità: il Cratere definisce una precisa ipotesi di intercomunalità, riassunta nel progetto Città-Territorio. È la scala territoriale ottimale ove ricercare la coerenza tra lo sviluppo demografico ed economico, da una parte, e la localizzazione di un limitato numero di centralità, dall’altro. Le centralità saranno individuate in funzione delle attività, dei servizi e delle condizioni del servizio che offrono, ricercando il miglior equilibrio tra la vicinanza alla domanda e l'efficienza dei servizi.

Economia di spazio: localizzare i nuovi interventi residenziali e produttivi all'interno delle aree già urbanizzatedando priorità alla riqualificazione dei siti degradati e al recupero delle aree dismesse, seguita dalla rigenerazione dell'edificato esistente e, laddove possibile e utile, alla densificazione degli spazi del periurbano, considerando infine solo come soluzione estrema la trasformazione del suolo a vocazione agricola ridotta e non tutelato da prescrizioni ambientali.

Coerenza tra urbanizzazione e trasporto pubblico: localizzare in via prioritaria gli interventi nelle aree urbanizzate servite dalle infrastrutture di trasporto pubblico a più elevata performance, già in uso o previste in un documento di programmazione settoriale o di pianificazione territoriale, ovvero in aree dove è possibile prevedere l'uso di questi servizi in modo competitivo rispetto al trasporto privato.

Precauzione dai rischi naturali: localizzare in via prioritaria gli interventi nei settori urbani non esposti a rischi naturali, mettere in sicurezza gli insediamenti esistenti, ridurre o, quanto meno, non elevare il numero delle persone e dei beni esposti a tali rischi.

Polifunzionalità e qualità degli spazi urbani: è un indirizzo che va perseguito su più fronti di azione.

Il terremoto ha sconvolto la geografia abitativa del Cratere. Pertanto bisogna prestare attenzione ai bisogni emergenti; ampliare l’offerta di abitazioni sociali. Ci sarà necessità di integrare la rinascita degli insediamenti storici e la piena vivibilità dei nuovi nuclei realizzati nella fase dell’emergenza. La qualità ambientale, urbanistica e architettonica dovrà essere perseguita in ogni circostanza ed essere la caratteristica fondamentale dell’ambiente che la Ricostruzione consegna al futuro del territorio.

Limitare l’urbanizzazione residenziale di tipo lineare, lungo le vie di comunicazione, al fine di favorire la riqualificazione degli insediamenti esistenti, nel rispetto delle trame insediative naturali e patrimoniali.

Integrare le attività economiche nell’habitat urbano, favorendo la localizzazione delle funzioni compatibili con la residenzialità dei tessuti insediativi.

Identificare, valorizzare e proteggere gli spazi naturali e agricoli ancora presenti nei tessuti urbani e periurbani.

Sviluppare l’ecosostenibilità di ogni intervento sul patrimonio fisico. Utilizzare la strumentazione urbanistica locale per perseguire il miglioramento delle prestazioni energetiche ed ambientali del patrimonio edilizio esistente, anche rispetto allo smaltimento dei rifiuti e al trattamento delle acque.

di Paolo Della Ventura

Commenti all'articolo

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.238) 1 marzo 2011 11:22
    Luciano B. L.

    A prescindere dalla premessa abbastanza incomprensibile, credo che quanto riportato non debba risultare solo "aria fritta". Come sempre accade, quando i Sindaci remano in direzioni diverse. Tra loro e rispetto ai propri Assessori all’Urbanistica (vedi Cialente e Riga). Pertanto, servirebbe qualche chiarimento su come gli Amministratori locali accolgono e recepeciscono queste tardive (ed in parte rarefatte) elaborazioni strategiche della S.T.M. di Fontana & Chiodi. Vale a dire, a che punto sta il Piano di Ricostruzione del Capoluogo? Arriverà quando tutti i buoi saranno scappati dalla stalla? Cioè dopo che l’abnorme consumo di suolo sarà completato, dopo che ogni criterio di localizzazione degli insediamenti (come i 19 C.A.S.E.) saranno avvenuti in spregio al criterio di corenza tra urbanizzazione e trasporto pubblico, dopo che quel che si sta facendo per la precauzione dai rischi naturali e per la polifunzionalità e qualità degli spazi urbani risulterà assai poco trasparente?

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