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L’Aquila, abitanti delle new town “cornuti e mazziati”

In questi giorni gli inquilini del progetto C.A.S.E. stanno ricevendo una raccomandata dal comune di L’Aquila (costo totale 96mila euro) con i bollettini già rateizzati, 18 mesi, per pagare le somme relative ai consumi delle singole abitazioni e spese condominiali.

Il comune ha stabilito 0,05369 euro al mq per ogni giorno trascorso nei moduli delle new town. In questa prima tranche sta arrivando l’acconto, gli importi variano oltre 5mila euro per chi ha un appartamento di 100mq, 3mila circa di chi abita in uno di 60. E questo sarebbe solo un acconto. Perché è accaduto ciò?

A fine marzo del 2010 la gestione del compendio immobiliare del progetto C.A.S.E. (6.000 alloggi) è stato assegnato al comune. Una volta che la Protezione Civile ha trasferito la gestione degli alloggi al comune, quest’ultimo si è intestato le singole utenze. Solo a fine dicembre del 2011 il comune ha deliberato che le spese dei servizi debbano essere a carico dei condomini ed ha stabilito anche l’affidamento dell’amministrazione condominiale ad un’impresa specializzata nel settore, tale gara poi è stata bloccata, l’affidamento della manutenzione ordinaria è rimasto alla Manutencoop Facility Management SpA (come deciso dalla Protezione Civile ad ottobre 2009) per 9.645.975,04 euro (in realtà la Manutencoop ha dimostrato di non essere in grado di risolvere i problemi di infiltrazioni di acqua).

A fine novembre 2012 -dopo le elezioni amministrative che hanno riconfermato il sindaco uscente- il Consiglio comunale ha approvato in via definitiva l’acquisizione al civico patrimonio dei moduli abitativi (che cadono a pezzi). Il S.E.D. (servizi elaborazione dati SpA) è stato incaricato dal comune di L’Aquila (al costo di 176mila euro) di gestire servizi di interesse generale fra cui la riscossione dell’acconto sui consumi condominiali. Questi consumi però non è dato sapere come siano stati calcolati. Gli inquilini oggi già stanno pagando l’Enel servizio elettrico (probabilmente l’Enel per recuperare prima i soldi ha indirizzato ai singoli inquilini le bollette), alcuni hanno intestato l’utenza del gas, nonostante ciò hanno ricevuto bollette che tenevano conto solo dei mq dell’appartamento.

Nessuno sa se ha consumato meno o più della cifra riportata nei bollettini eppure, al momento di sottoscrizione dell’affidamento del alloggio, al punto 4 c’è scritto: “la spesa per la fornitura delle utenze domestiche (ad. es. acqua, energia elettrica, gas, telefonia fissa) previa lettura, ove del caso, contatori, nonchè gli oneri per la gestione delle parti comuni e quelle relativi alla manutenzione o ordinaria e la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, sono a carico dell’assegnatario.”

Infatti l’anomalia non è il fatto di dover pagare, ma la mancanza di trasparenza sui consumi. Il comune fa sapere che è già stato istituito un ufficio reclami, la solita gestione italiana: la pubblica amministrazione chiede i soldi, il cittadino si rende conto che qualcosa non torna e, per non vedersi arrivare lettere da Equitalia, paga e forse alla fine se non si arrende di fronte a tanta burocrazia potrebbe essere rimborsato.

 

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