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L’Aquila, Pd Provinciale: Mazzetti nuovo segretario, ma non sono tutte rose e fiori

L'Assemblea si è aggiornata per la nomina del Presidente.

Il difficile parto per far vedere la luce al nuovo segretario provinciale del Pd sembra essere finito in bellezza: l'assemblea provinciale, orfana tra i "big" del solo senatore Marini (assente giustificato), ha “incoronato” Mario Mazzetti. A termine, dunque, il commissariamento del Partito democratico nella provincia dell'Aquila, anche se l'atmosfera non si può dire prettamente festaiola.

Mazzetti, sindaco di Carsoli, non ha eclissato i toni accesi dei giorni scorsi: «Si è arrivati alla fine all'unità e non senza difficoltà. Dobbiamo ammodernare il coordinamento provinciale, gli iscritti ci chiedono di essere un partito credibile, di essere trasparenti, di essere presenti nei circoli – ribadisce nel discorso d'insediamento –, non sarò il segretario di una parte sola». A settembre sarà ufficializzata l'organizzazione del partito con la nomina della segreteria e della direzione:«sarà dato spazio ai territori ed ai giovani», precisa Mazzetti, che rivendica «l'autonomia del Segretario e la volontà di superare le"barriere" territoriali». Poi sottolinea che «a chiedere a Di Benedetto di mettersi a disposizione del partito è anche il Segretario», che indica, appunto, l'ex sindaco di Acciano come Presidente. 

Le turbolenze tra Mazzetti e Americo Di Benedetto, infatti, sembrano essersi apparentemente pacate. Nel corso dell'assemblea il neo segretario provinciale annuncia come i ragionamenti interni debbano essere subito affrontati in un confronto democratico: «C'è stata una richiesta formale da parte di numerosi iscritti perché Di Benedetto fosse protagonista e il primo a chiedergli di mettersi in gioco sono io». Il riferimento è alla nota di una parte dei delegati eletti nei congressi di circolo con cui è stata richiesto al presidente della Gran Sasso Acqua di accettare la candidatura alla presidenza del partito provinciale: «Io non avevo la minima idea che avrei fatto il candidato provinciale: ho raccolto 200 firme quando, dopo l'annuncio del nome di Mazzetti, è venuto fuori che ci sarebbe stato un segretario vicario con pari funzioni in un assessore di Capistrello

Così ho voluto dare un segnale di libertà raccogliendo le firme e candidandomi. Il gruppo che mi ha appoggiato mi vede ancora come uomo vincente del congresso e ha redatto un documento per far sapere al partito che l'accordo unitario si è fatto grazie al nostro gruppo che di fatto ha una maggioranza assoluta». E' chiaro il segnale politico per mostrare 'i muscoli' tra le righe di Di Benedetto. Tra i malumori degli iscritti anche il doppio ruolo di Di Benedetto come presidente di una Spa e candidato segretario provinciale del maggior partito d'opposizione. «Un'incompatibilità inesistente» secondo Di Benedetto riferendosi alla sua attuale carica, ma «nello statuto vengono indicati come ineleggibili a segretario provinciale del partito il sindaco di un paese con più di 5 mila abitanti perché è una figura istituzionale riconducibile mentre io sono una figura manageriale». 

Una poltrona scomoda, quella del Segretario, non al sicuro da possibili accoltellamenti alle spalle e con un lavoro impegnativo sul suo percorso, che secondo il senatore Lusi può essere inquadrato in 3 profili: deve prendersi carico di una provincia e di una Regione gestite dalla destra in un paese gestito da un Governo anch'esso di destra, della ricostruzione dell'Aquila e del cratere. «Il Pd si è sempre dedicato al 100% ai problemi di questo territorio come viene dimostrato dagli atti parlamentari – sottolinea Lusi – ma è evidente che le difficoltà non sono state risolte. Questo è il primo grande problema che in termini politici Mazzetti dovrà affrontare come guida politica dell'opposizione; come secondo problema è che abbiamo nell'immediato, nei prossimi 8 mesi, due scadenze importantissime come i rinnovi dei Consigli comunali dell'Aquila e di Avezzano, le due più grandi città della provincia. La prima con le evidenti difficoltà, gestita da un sindaco che ha vissuto un dramma insieme alla sua gente, la seconda che, in seguito del terremoto, è divenuta la più popolosa città della provincia, gestita da una giunta 'terribile' incapace di rispondere ai problemi della cittadinanza. Il terzo argomento è che siamo in dirittura d'arrivo di elezioni politiche generali; secondo la mia opinione arriveranno nel 2013 ma se fossero l'anno prossimo sarebbe l'ennesima mazzata sul collo di questo segretario provinciale che ha grande umiltà ma anche le spalle larghe per reggere l'urto».

La 'stoccata' scoperchia la ipocrita tranquillità di una candidatura concordata per uscire dai veleni che in realtà non riesce a sopire completamente lo scalpitio della nuova generazione dei giovani democratici: «Ci sono persone che parlano francese e inglese nello stesso partito – prosegue Di Benedetto – è chiaro che bisogna trovare un punto d'incontro. Il sistema democratico quale è, che chi ha la maggioranza determina la linea politica del partito. Se vogliamo andare d'amore e d'accordo è una unità di facciata ma è oligarchica, conservatrice e per niente riformista. Oggi vediamo un film già visto».

Molto più pacato e conciliante il neo segretario Mazzetti: «Ci siamo capiti al volo, lo stimo molto, puntavo sulla sua candidatura e non sulla mia. Condivido la richiesta che si fa a Di Benedetto di ricoprire la carica di Presidente dell'assemblea, abbiamo tutte le capacità per lavorare in squadra. Chiedo una riflessione estiva per creare e sviluppare un'idea organizzativa del partito che non potrà non tener conto dei giovani e dei circoli».

I quattro circoli aquilani intanto per il futuro si rimboccano le maniche per dare una maggiore presenza organizzata del partito e partecipare a un progetto condiviso per la ricostruzione con i cittadini: «Dobbiamo mettere insieme i pezzi frammentati di città – le parole di Fabio Ranieri, eletto coordinatore venerdì al circolo L'Aquila città dove si è tesserato, tempo fa, anche il Sindaco Massimo Cialente –. A livello provinciale il Pd ha sbagliato perché si è pensato troppo di discutere di se stessi e poco dei problemi reali. Spero che il congresso serva proprio a smettere di parlare dei percorsi individuali delle persone e molto di più dei problemi dei cittadini. Non sono fra quelli che hanno più spinto per il ritiro della candidatura di Di Benedetto perché a volte 'finte unità' nascondono i problemi sotto il tappeto, spero che questa non sia una di quelle ma adesso la dimostrazione ce la deve dare Mazzetti». Il consigliere comunale aquilano sottolinea che «i congressi utili non sempre sono quelli unitari. Bisogna costruire un partito libero, con organismi territoriali formati da chi ha intenzione di lavorare. Bisogna inoltre far contare gli organismi dirigenti che sono quelli deputati ad assumere le decisioni, come questa Assemblea, per esempio».

La guerra generazionale interna al Pd ha camminato sul filo del rasoio della frammentazione. Francesco Iritale, segretario del Pd dell'Aquila, interpreta la battaglia politica in atto come una sana voglia di cambiamento: «Di Benedetto è stato un alfiere della nostra battaglia di rinnovamento e penso che il suo ruolo a Presidente possa essere una cosa giusta».

Ad inizio assemblea il commissario uscente Alfredo Mariotti ha ringraziato «per la collaborazione ricevuta dai circoli e dagli altri organismi del partito. Non si è fatto finta» ha aggiunto «di trovare l'unità che si è cercata; naturalmente non tutti i problemi sono risolti». L'Assemblea poi è andata avanti fino a tarda sera a causa del protrarsi degli interventi relativi a questioni regolamentari sulla modalità di nomina del Presidente. L'impressione è che l'unità del partito, annunciata nelle scorse settimane sia ancora lontana nei fatti.

di Sarah Porfirio 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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