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L’Acqua: l’oro azzurro del futuro e bene da tutelare senza sosta

Anche quest’anno il 17 giugno, giornata per promuovere la coscienza pubblica sulla desertificazione e la siccità si è svolta nel silenzio quasi totale dei media, il motivo per cui questa manifestazione non riesce ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica è da collegare, forse, al fatto che spesso si pensa che il problema riguarda sempre e solo i paesi africani, ma questo problema interessa il mondo intero e l’Italia in modo particolare.

Questa giornata passa sotto silenzio dal 1994, da quando l’Assemblea Generale dell’ONU dichiarò che il 17 giugno sarebbe stata “una giornata per promuovere la coscienza pubblica su desertificazione e siccità, le quali colpiscono soprattutto paesi africani”.


Quest’anno, le iniziative hanno avuto luogo in Ghana, India, Pakistan e Sri Lanka, ma anche in Paesi europei quali Portogallo, Germania e Italia.

Per attirare l’attenzione sul problema il Corpo Forestale dello Stato, ha organizzato un incontro dal nome “Risorse Forestali e lotta a siccità e desertificazione” incentrato sulla deforestazione e desertificazione in Italia.

Quando l’ONU nel 1994 dichiarava il 17 giugno giornata per promuovere la coscienza pubblica sulla desertificazione e siccità, il problema ci appariva molto lontano, oggi ci tocca veramente da vicino, infatti anche l’Italia è stata colpita da questo fenomeno, le Regioni interessate sono: la Puglia; la Basilicata; la Calabria; la Sicilia e la Sardegna

La politica è sempre fuori dal problema, infatti in Italia l’ultimo studio a livello nazionale, dell’ IRSA. CNR, risale al 1999. Tuttavia i dati di questo studio, a livello nazionale, sono validi ancora oggi per tracciare la situazione della nostra Italia. Nel 1999 si consumava 43 miliardi di litri d’acqua all’anno di cui: il 49% veniva usata in agricoltura, il 21% veniva utilizzata dalle industrie, il 19% per uso domestico e l’11% per l’energia.

Da un rapporto recente dell’(ISPRA), riguardante solo trentatre città d’Italia, risulta che il consumo per abitante è di 69,9 metri cubi, un consumo altissimo di acqua che, seppure in lieve diminuzione, ci può far parlare di vero e proprio spreco.
In Italia non esiste un monitoraggio sul consumo, o meglio, sullo spreco di acqua. Prima della legge Galli del 1994, in Italia c’erano 14 mila gestioni differenti, che gestivano solo l’acqua per uso domestico, oggi i gestori sono diminuiti e tuttavia non si riescono a reperire i dati generali sui consumi, gli usi e gli sprechi di questo oro azzurro.

Il Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche (COVRI), del Ministero dell’Ambiente, si occupa del monitoraggio del servizio idrico integrato limitatamente, però, agli usi civili mentre il consumo nell’agricoltura e nell’industria sono fuori dal monitoraggio.

Il politico Italiano, che solitamente prende spunti dai paesi esteri, potrebbe, per un problema importante come l’acqua, prendere esempio da Israele che ha tecniche di misurazione avanzata e nessuna perdita nella rete, un sistema studiato per il risparmio idrico del futuro.

Come dicevamo, in Italia la situazione del consumo dell’acqua è ferma con i dati nazionali al 1999.

La nostra politica è ferma da sempre, la vita va avanti rapidamente e adesso anche le Alpi soffrono la siccità: le cause sono il cambiamento climatico ma anche l’utilizzo spropositato dell’acqua per produrre energia elettrica, per l’agricoltura e il turismo, una situazione che sta minando l’equilibrio idrico di torrenti e fiumi alpini. La denuncia arriva dalla Convenzione delle Alpi che avverte: serve un deciso cambiamento di rotta. Secondo gli esperti riuniti a Bolzano ci vogliono soluzione tecniche, migliore e più ampia gestione delle acque e una pianificazione lungimirante.

Dunque il problema è reale e va affrontato al più presto senza aspettare, come al solito, che l’acqua finisce per dichiarare l’emergenza idrica con la conseguente mobilitazione della politica. Anche perché questa emergenza non è la solita emergenza “da nascondere sotto il tappeto”, che si risolve in una tornata di campagna elettorale. Questa è una emergenza reale: nei paesi, cosiddetti, del terzo mondo ci sono già i padroni dell’acqua e le guerre per questo oro azzurro sono già una realtà.

Mi permetto di ricordare alla politica delle emergenze, che la media di acqua nel corpo umano è del 75% nel bambino piccolo e circa il 50% nella terza età, senza acqua non c’è vita e dall’acqua dipende la qualità della vita.

Commenti all'articolo

  • Di panpan (---.---.---.102) 3 settembre 2009 20:13

    a conferma di quanto qui si asserisce circa il disinteresse della classe politica sull’argomento cito ad esempio il fatto che nel formarsi del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, nella fattiscpecie nel tratto che riguarda la Provincia di Reggio Emilia, nonostante le norme proposte originali degli estensori del progetto di parco, fu consentito di depauperarlo, con la massima fretta, di un’infinità di sorgenti ad opera dell’allora AGAC, oggi ENIA, secondo un principio di tale sudditanza verso le stesse da non credere.
    Comunque...i politici lo sanno bene: l’acqua è una leva di potere e quindi è per questo che ne dirottano la disponibiltà non all’equilibrio naturale ma ai centri di potere su cui poter esercitare il loro potere. Tutto qua.
    Nel frattempo, però, ogni territorio viene pian piano distrutto.

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