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 Home page > Tribuna Libera > Italia: storia di un paese allo sbando

Italia: storia di un paese allo sbando

 

E’ davvero difficile, in questo periodo, scrivere qualcosa sulla situazione politica nazionale, che non sia già stata scritta. Almeno dalla sottoscritta. Avevo descritto in tempi non sospetti, come le elezioni del 4 Marzo si sarebbero rivelate un’inutile perdita di tempo, almeno per gli elettori.

Avevo scritto, sempre in tempi non sospetti, che nulla sarebbe cambiato, e che nessun “salvatore della patria” avrebbe modificato la situazione nazionale, che – in verità – sta per essere modificata, ma in peggio.

Il problema di chi vede le situazioni in tutta la loro grandezza, e in prospettiva, è sempre quello di vederle prima degli altri. Eppure, non serve certo la palla di vetro, per comprendere cosa accadrà, in special modo in una nazione come l’Italia, in cui non cambia mai nulla. Da decenni.

Come diceva Freak Antoni, artista e intellettuale nazionale: "Non c'è alcun gusto ad avere ragione in Italia".

Eppure, nonostante la situazione politica e socio economica nazionale, sia identica a sempre e peggiori sempre più, la maggior parte del popolo italiano crede, e spera. Personalmente, non sono più in grado di capire, o forse, di accettare questa modalità mentale.

Ok, diciamo che molta gente non ha un livello culturale tale da essere in grado di analizzare le vicende politiche. Ci sta. Diciamo anche, che molte persone preferiscono non guardare alla realtà. Non mi piace, ma ci sta.

Ma come si possa, dopo decenni di mala politica e di aberrazioni di ogni sorta, non vedere ciò che accade e si subisce, e di conseguenza reagire, mi appare sempre più incomprensibile.

L’italiano medio è affascinato dalle parole. Ama seguire la melodia delle bugie, sparate a 3.000 come una sorta di musica di sottofondo, in un orrido balletto propagandistico ormai unico tema centrale di una politica votata solo all’abuso di potere.

E’ tutto talmente palese, che – probabilmente – è insopportabile a molti prenderne atto. Non trovo altra spiegazione.

Cancelleremo la Legge Fornero”! “Daremo il reddito di cittadinanza”! “Cancelleremo le tasse”! “Ridaremo la vista agli orbi”! Ah, no…Questo l’ha detto qualcun altro, che la vista agli orbi – ci dicono – la restituì davvero, e come ringraziamento fu messo in croce. Tipico senso di riconoscenza umano.

Basta davvero poco per ammaliare certi italiani. Un paio di slogan ripetuti a martello, attraverso tutte le reti televisive. Facce sorridenti, di politici ormai avvezzi a prendere per il culo in ogni salsa. Anche se, mentre promettono mari e monti, sanno perfettamente che la verità è l’esatto contrario di ciò che dicono.

Situazione reale attuale: la Riforma Fornero non si può “cancellare”. Anzi. Sarà necessario dare un’ulteriore stoccata ai diritti dei lavoratori italiani. Ce lo chiede l’Europa? No! Ce lo chiede la politica nazionale, che da decenni fa gonfiare in maniera esponenziale il debito pubblico, e in cambio promette all’Europa che a pagare la mala amministrazione della cosa pubblica saranno quei fessi di italiani.

Il reddito di cittadinanza: non se ne parla più. Morto e sepolto. Ma è l’unica notizia positiva, in considerazione del fatto che, quello che voleva introdurre in Italia l’ex movimento, è la copia carbone della temibile Riforma Hartz tedesca, che ha messo in ginocchio il mercato del lavoro, in una Germania che, solo apparentemente, è migliore dell’Italia.

Abbatteranno le tasse e le imposte? Quando mai, anzi…si dovrà ricorrere a un ulteriore aumento dell’i.v.a. che arriverà al 25%, e non è cosa nuova: da qualche anno i governi, quello capitanato da Renzi in testa, giochicchiano al rimpiattino, chiedendo deroghe alla UE sul famoso pareggio di bilancio che non raggiungeremo mai, dal momento che lo Stato continua a costarci un occhio della testa, di spending review manco l’ombra e, di conseguenza, prima o poi dovremo pagare gli sfasci economici, ma con gli interessi.

Nel frattempo, da oltre due mesi paghiamo stipendi a tutti i parlamentari, che non stanno affatto lavorando per l’Italia e gli italiani, ma stanno semplicemente facendo melina, forse per abituare il popolo italiano ad attendere a lungo persino per la formazione di un governo – che l’avrebbero fatta a fare la Legge elettorale che lo consente altrimenti? – così che, una volta giunti alla decisione di comporne uno, in pochi si avrà voglia di analizzare che tipo di governo sarà chiamato a non governare il paese.

Si, hai letto bene: “Non governare il paese”. Perché è questo il punto che nessuno o quasi vuole ammettere: questa nazione non è governata, e non da due mesi, ma è letteralmente stata presa d’assalto da politici e politicanti, gente della strada strappata alla vita comune e messa da un giorno all’altro a decidere per la popolazione, o da delinquenti patentati che dovrebbero soggiornare nelle patrie galere e invece mangiano, gratis e a spese nostre, alla Bouvette.

E’ in atto, da tempo, un sistema dittatoriale contro gli italiani, che non si rendono ancora conto della durezza del regime che stanno subendo, perché per molti al criterio “regime dittatoriale” è legata ancora l’immagine del dittatore che impone con urla e strepiti.

Attenzione: le nuove forme dittatoriali, hanno criteri dissimili da quelli che abbiamo studiato sui libri di storia. I dittatori moderni sorridono a 32 denti mentre – dalle tv nazionali – sciorinano la mazzata quotidiana, svendendola per “soluzione perfetta per un popolo che aspetta”. E resterà ad aspettare, ma non certo la soluzione alle problematiche, sempre più stringenti, create ad hoc per affamare la fascia più estesa della nazione, quella classe media che ormai si avvicina sempre più alla fascia medio bassa, e che consente a pochi di diventare sempre più ricchi e sempre più potenti.

Ricapitolando: tutto ciò che sta per arrivare, non è cosa buona né giusta. Ricorderete questi tempi con nostalgia, ripercorrerete questo periodo come uno dei migliori degli ultimi anni. arriveranno nuove imposte e nuove imposizioni. La povertà avrà la meglio sui diritti civili. Le pensioni sono già un lontano ricordo.

Le leggi attuali saranno smantellate man mano, per far posto a un sistema legislativo maggiormente gravoso per chi, ad esempio, non pagherà una multa, ma diverranno più indulgenti per chi si macchierà di orribili misfatti contro la persona. Queste cose le dicevo oltre trent’anni fa, e stanno avvenendo. Già all’epoca si fiutava l’aria che tirava. Ma mi davano della “visionaria” e sapevo che sarebbe bastato attendere e aver pazienza.

Non chiedetemi più “Allora cosa possiamo fare”? perché di suggerimenti e risposte ne ho date per tanti anni, inutilmente. Ormai, l’unica cosa che si potrebbe fare, è scioperare – tutti compatti – contro la politica e contro il sistema nazionale. Ma non ce lo vedo proprio, il popolo italiano, scendere in piazza a oltranza per chiedere a tutti i politici di fermarsi, e uscire – definitivamente – dal sistema politico nazionale.

No: il popolo italiano vuole “tornare a votare”. Con la stessa legge elettorale creata ad hoc per generare la sospensione del diritto degli elettori di decidere qualcosa.

Buona fortuna. Non trovo altro da aggiungere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.58) 7 maggio 2018 19:54

    CLONAZIONI >

    Qualcuno dovrebbe ricordare che L Di MAIO ha esordito sfidando gli altri partiti a sottoscrivere il “contratto” di governo da lui predisposto. POI ha ristretto l’area dei possibili contraenti alla sola Lega (senza Berlusconi) o al PD da solo. ADESSO esclude M5S dal sostegno ad un qualsiasi tipo di governo “istituzionale” varato dal Presidente Mattarella.

    Piuttosto “preferisce” tornare al voto già l’8 luglio. In tal modo “consolando” milioni di attuali elettori con la prospettiva di raggiungere (a breve) la fatidica maggioranza in Parlamento.


    Qualcuno dovrebbe altresì notare che M SALVINI, per poter competere alla pari con M5S, non intende mollare la coalizione di Centrodestra.

    ANCHE LUI spera di aumentare il “peso” della Lega con un ravvicinato (8 luglio) ritorno alle urne.


    Non pochi dovrebbero prendere atto che, accorpando i nostalgici ex democristiani e socialdemocratici, M RENZI potrà “avere le chiavi” di un partito con cui puntare fino al 15% dei consensi.

    Entità politica non indifferente già nel nostro sistema proporzionale e che potrà diventare decisiva in un possibile maggioritario a doppio turno (con  ballottaggio). NOTA: lasciando i cocci ai “rottamati” del PD.


    Conclusione.

    Solo all’inizio si è parlato di voto di denuncia e di protesta, alla ricerca di una promettente alternativa.

    Di fatto per spiegarsi tante “affinità” assertive (e mutevoli) di certi personaggi politici, carismatici e “accentratori”, basta risalire a una sorta di clonazione, in larga parte frutto della sempre più eclatante risonanza mediatica.


    L’auspicio è che Mattarella riesca a percepire il rischio di un astensionismo di massa.

    Di “realtà virtuale” si nutre la Pescitudine di chi …

  • Di pv21 (---.---.---.58) 9 maggio 2018 12:42

    Stoppare >

    Il governo che MATTARELLA intende varare è qualificato “neutrale” perché composto da soggetti non connotabili politicamente e che non si candideranno alle prossime elezioni. Avranno uno spessore sovranazionale e delle specifiche competenze di carattere gestionale.

    INOLTRE ha affermato che, ove nei prossimi mesi si formasse in Parlamento una qualche maggioranza, quello  stesso governo si dimetterebbe per far posto ad un governo "politico".

    Il presupposto di base è che a breve si prospettano delle decisioni da assumere nell’interesse del paese.

    Tutto qui.


    SCONCERTANTE è ascoltare dei leader risultati “premiati” dal voto che contestano tale iniziativa di Mattarella rivendicando solo a sé la responsabilità “politica” dei provvedimenti da adottare.

    Come se fosse da imputare al Presidente il fatto che dal Parlamento testé eletto non venga fuori l’indicazione di una “accertata” maggioranza.


    Quale altro compito hanno i “rappresentanti” del popolo se non quello di varare un primo ORGANO di governo? Magari anche “provvisorio” nell’ottica di completare il percorso tracciato per superare eventuali “carenze” di sistema.

    Dopo le “promesse” i cittadini hanno il diritto e vogliono vedere dei fatti.

    Ergo.


    Le ELEZIONI non sono una sorta di campionato, con tanto di gironi, di spareggi e perfino di prestiti. Al paese occorre che qualcuno detti lo “stop”.


    Promettere cambiamenti “a venire” è escamotage tipico di un Dossier Arroganza

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