La notizia è clamorosa, a Roma in gran segreto sarebbero arrivate sei Maserati nuove di zecca, da un valore commerciale di almeno 600.000 mila euro. La notizia è trapelata dal portale di informazione GrNet.it, un portale su sicurezza, difesa e giustizia. Le vetture sarebbero state parcheggiate in una struttura dello Stato maggiore dell’esercito nei pressi di via Castro Pretorio a Roma e sarebbero state acquistate con l’attuale esercizio finanziario.
Il portale GrNet.it così ha dato la notizia:
"Dopo i tagli operati dalle varie finanziarie e i blocchi stipendiali, i militari non pensavano proprio che in tempi di magra ci fossero i fondi per acquistare delle supercar"
La notizia è stata ripresa dal Partito diritti militari e il fondatore Maurizio Turco, e il segretario Luca Marco Cormellini a loro volta dichiarano:
”I militari e i carabinieri sono costretti a comprarsi le tute mimetiche e gli altri accessori con i propri soldi mentre qualche giorno fa sono state consegnate al ministero della Difesa 6 nuove Maserati, per un costo superiore ai 600.000 euro”.
Nella manovra presentata in 7 articoli da Tremonti questa estate, uno degli articoli di questa manovra da 43 miliardi per mettere a posto i conti pubblici, poi sappiamo che ce ne sono state altre, l’art 2 riguardava proprio le auto blu.
“Le vetture di servizio non potranno superare i 1.600 di cilindrata. Eccezione per Capo dello Stato e presidenti di Camera e Senato. Le auto in uso - si legge ancora - possono essere utilizzate solo fino a dismissione e non potranno essere sostituite”.
Non mi sembra che le Maserati facciano auto di 1.600 di cilindrata, non mi sembra che ai privilegi della politica si sia dato un limite, forse è l’unico settore che non ha ricevuto nessun taglio e che in maniera sotterranea continua a ricevere i suoi benefici.
Ma veniamo all’essenza del discorso. In Italia ci sono 829.000 auto blu, negli Stati Uniti ci sono 75.000 auto blu, in Francia ce ne sono 64.000 in Gran Bretagna 55.000, in Germania 54.000, in Portogallo 23.000, in Giappone 35.000. Se si sommanole auto blu di Stati Uniti, Giappone, Francia, Gran Bretagna, Germania, Portogallo Spagna e Grecia si arriva a 385 mila auto blu, un po’ più della metà delle auto blu italiane, ora se si fanno un po’ di conti ci sono 50 di miliardi di euro, tra valore scorte e tutto il resto, a questo punto qualcosa ci sfugge, forse siamo il paese più ricco del mondo ma non lo possiamo pubblicizzare altrimenti tutti si vogliono trasferire da noi.
O forse i nostri benefattori politici stanno per regalarci un'altra sorpresa, una grande sorpresa. Oltre a possedere il 75% delle opere d’arte del mondo, vogliono creare delle gallerie d’arte contemporanea a base di auto blu su base nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Ma se cosi non fosse ,sorprende che nessun politico abbia proposto l’abolizione delle auto blu come prima risposta da dare alla crisi.
Predicare bene e razzolare male ormai è lo stile di vita di molti. Forse sarebbe il caso che qualcuno dicesse a questi "signori" e a queste "signore" che in un paese "scarrupato" come il nostro non è concepibile una cosa del genere. Se poi pensiamo che con quelle auto ci vanno al cinema, al ristorante e a fare la spesa allora è proprio una vera schifezza. Al di là di questo penso che, tolto il capo dello Stato a nessun altro, e ripeto a nessun altro dovrebbe essere concesso il privilegio di un auto pagata dallo Stato, fosse pure per andare a lavoro. Magari capirebbero le difficoltà quotidiane di noi poveri mortali...
Ultimo quarto di legislatura. Il governo si è impegnato con la UE a emanare entro dicembre i Decreti attuativi della "riforma" Gelmini varata nel 2010. Brunetta manda ancora solleciti a Tremonti a avere l’ok almeno per la carta d’identità elettronica. Tra pochi mesi arriva a scadenza il suo piano di riforma della PA. Non bastano i proclami per vincere le Crociate Ministeriali...