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Io, Tu, Noi. L’arte del possibile e l’arte della comunicazione

“L’arte del possibile” è un saggio che riesce a raccontare in modo magistrale le principali regole della comunicazione interpersonale; è uscito nel 2001 e non è stato ripubblicato, quindi è reperibile solo in biblioteca (Rosamund Stone Zander e Benjamin Zander).

 

Questo manuale informale contiene molti riferimenti autobiografici e professionali di una coppia americana, composta da una psicoterapeuta e da un direttore di orchestra di origine ebraica. La loro generosità nei confronti degli altri trasforma la competizione in collaborazione, i pregiudizi in nuove visioni e il tempo in una catalizzatore di relazioni sempre più produttive e risolutive.

Il grande universo delle possibilità ci apre le sue porte se siamo in grado di “trovare la giusta cornice” per inquadrare nel modo migliore ogni situazione, e per favorire la collaborazione. Infatti il libro è stato promosso dalla Harvard Business School Press, poiché nella nostra società globalizzata “non esiste un’istituzione che abbia un’importanza così universalmente conosciuta da creare valori e linee-guida per la maggioranza delle persone. I mercati nelle società democratiche, stanno rapidamente sostituendo i governi e le istituzioni religiose come regolatori della più alta autorità, e i mercati funzionano senza bisogno di valori: non parlano una lingua umana” (p. 7).

In passato gli artisti venivano spesso assunti dalle istituzioni “per aggiungere verità emotiva ai principi consolidati. Oggi purtroppo l’arte viene utilizzata solo per intrattenere o per fare un buon investimento. Invece l’arte può favorire l’apparizione di nuove visioni, in modo da migliorare la vita aziendale, matrimoniale, familiare, sociale, statale e diplomatica.

Comunque nel libro non si affrontano dei semplici metodi cognitivi di allenamento per incentivare l’automiglioramento. Gli esercizi raccontati nel libro “sono invece congegnati per provocare un cambiamento totale dell’atteggiamento, delle percezioni, delle convinzioni e dei processi mentali. Sono esercizi fatti per trasformare il vostro mondo, dalla A alla Z” (p. 8). Purtroppo la nostra cultura occidentale è individualista e competitiva, non ha la cultura del Noi e “ci spinge su posizioni offensive e difensive, cosicché arriviamo troppo presto a lanciare ultimatum e a difendere il nostro territorio (p. 179). Gli altri non sono avversari e bisogna sempre ascoltare e comunicare alla pari. In una comunicazione veramente empatica e sincera nessuno guida nessuno. Oppure chi vuole approfondire meglio il grado di comunicazione può decidere di mostrare il proprio lato più debole.

Però il nostro cervello è stato abituato dalla cultura e dall’educazione ad assimilare certi schemi e certe percezioni, per costruire delle storie con un significato condiviso. Ma ogni realtà oggettiva deve essere interpretata e in un certo modo inventata. E siccome alla fine dei conti tutte le informazioni e i fatti vanno interpretati, “possiamo benissimo inventarci una storia o una struttura di significato che migliori la qualità della nostra vita e quella della gente che ci sta attorno” (p. 16).

Dopo che avremo capito che nella vita è tutto interpretabile, si apriranno dei nuovi orizzonti senza confini: saremo capaci di premiare gli altri nel modo giusto e al momento giusto; saremo capaci di diventare dei leader silenziosi in grado di fare la cosa giusta anche seduti in treno o su una panchina; saremo in grado di non prenderci troppo sul serio; saremo capaci di ammettere i nostri errori; saremo in grado di accettare i nostri errori e quelli degli altri; saremo in grado di prenderci la responsabilità delle nostre azioni; saremo capaci di accendere una scintilla nel cuore degli altri con lo sguardo sempre diretto e scintillante. E saremo sempre capaci di giocare e di sognare…

Naturalmente in alcune situazioni avremo bisogno di coinvolgere altri individui e questo significa convincere altre persone senza manipolarle e mercanteggiare. Il reclutare è l’arte “di generare una scintilla di possibilità da dividere con gli altri” (p.125). Bisogna andare oltre l’Io calcolatore concentrato sulla sopravvivenza e sulla competizione legata al mondo della misurazione. In effetti si potrebbe “descrivere lo sviluppo umano come il processo di ricostruzione dell’io calcolatore in direzione del ricco, libero, compassionevole ed espressivo mondo dell’io centrale” (p. 91). 

In conclusione chi leggerà questo libro molto emozionante e ricco di aneddoti curiosi, forse non riuscirà a realizzare tutti i suoi sogni, ma di sicuro riuscirà a diventare una persona migliore e a realizzare una comunicazione molto più creativa, appagante, sorridente e fruttuosa.

 

Rosamun Stone Zander è una terapista familiare e ha condotto dei seminari su come esercitare l’arte del possibile: http://rosamundzander.com, www.youtube.com/watch?v=WuMhVDHapPk.

Benjamin Zander ha diretto la Boston Philharmonic Orchestra e ha realizzato seminari per i dirigenti a livello globale: www.benjaminzander.org, www.ted.com/speakers/benjamin_zander, www.youtube.com/watch?v=d54-4mDLXYo, www.youtube.com/watch?v=WWKskvtt9Q8 (2012); www.youtube.com/watch?v=hZIC2f0fMKY (European Zeitgeist 2011). Dopo tanti anni Ben si starà godendo la meritata pensione, dopo aver fatto tutto quello che ha potuto con quello che ha avuto.

 

Nota personale – Semplificando le cose possiamo affermare che esiste una persona su dieci che nasce con tendenze altruistiche. Semplificando ancora un pochino, possiamo aggiungere che circa un 30 per cento delle persone diventa abbastanza altruista grazie all’educazione. Ma circa il 60 per cento delle persone avrà sempre una tendenza egoista o familista nella gestione delle informazioni e degli affari sociali e professionali. Questa cosa complicherà sempre le cose. In ogni caso “certe cose nella vita è meglio farle di persona” (Walter Zander, il papà esiliato di Benjamin, p. 123).

Nota editoriale e commerciale – Il libro andrebbe ripubblicato appena possibile. Da qualsiasi casa editrice (oramai i diritti contrattuali saranno scaduti). Si tratta di un vero affare a buon mercato: sono solo 192 pagine, molto chiare e molto snelle. E sarebbe un libro molto utile a tutti gli artigiani italiani che lavorano con le parole per creare delle visioni, delle relazioni e delle risate cosmiche.

Nota americana – George Washington e Benjamin Franklin riuscirono a realizzare una grande impresa, ma entrambi avevano “acquistato” grandi estensioni di terreni in territorio indiano prima della rivoluzione americana. Poi furono costretti ad abbandonare le nuove proprietà, in base alle leggi reali inglesi del 1763, che volevano garantire dei buoni rapporti con le popolazioni indigene, in modo da continuare il commercio di legname e di pellicce (Manlio Graziano, L’isola al centro del mondo. La geopolitica degli Stati Uniti, il Mulino, 2018, p. 55). A volte pure l’ideale è dozzinale.

Nota su Gerusalemme – In un futuro non troppo lontano forse l’ONU potrebbe essere costretta ad imporre un nuovo ordine gestionale alla città simbolo delle tre principali religioni monoteiste: www.agoravox.it/Gerusalemme-e-il-Futuro-della-Spiritualita.html (scritto il 2 settembre 2008). Il padre di Benjamin, Walter Zander, “ha passato una vita intera a pensare e a scrivere” sui conflitti umani, “specialmente sul conflitto tra ebrei e arabi” (p. 175). Nessun uomo è un’isola e tutti noi possiamo costruire dei ponti: verbali, visivi, tattili, alimentari, emotivi, razionali e relazionali.

Nota paradossale – “La lezione che avevo imparato è che il musicista che sembra meno coinvolto potrebbe essere il membro più impegnato del gruppo. Un cinico, dopotutto, è una persona appassionata che non vuole essere delusa un’altra volta” (Benjamin Zander, p. 42). Dopotutto “Non esiste il brutto tempo, esistono solo vestiti inadatti” (detto popolare usato anche in Svezia).

Nota poetica e umoristica – Il fratello di Benjamin Zander faceva il medico e quando entrò nella stanza con suo padre in fin di vita, Walter Zander disse al figlio medico: “C’è niente che possa fare per aiutarla?”. E poi ridacchiò molto debolmente…

Nota finale – “Gettatevi nella vita come qualcuno che fa la differenza, accettando la possibilità di non capire come o perché” (p. 61). Gettatevi negli affari della vita come vi gettate negli affari di cuore. Le forze che operano da persona a persona sono più forti di qualsiasi istituzione, possono costruire nuove strade e possono abbattere qualsiasi monumento innalzato alla superbia umana.

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